La cerimonia si è svolta a porte chiuse, a causa delle severe restrizioni anti Covid in Giappone. Manuela Schär e Philipp Handler i portabandiera svizzeri.
È stato l'imperatore del Giappone Naruhito a dare ufficialmente il via ai Giochi paralimpici di Tokyo, in occasione della cerimonia di apertura allo stadio nazionale. L'evento prende il via sedici giorni dopo la chiusura dei Giochi olimpici e un anno dopo la data prevista.
Allo spettacolo, seguito dalla sfilata delle delegazioni, hanno assistito unicamente giornalisti e qualche persona dell'organizzazione; a causa delle restrizioni dovute alla pandemia di coronavirus che in Giappone, colpito da una quinta ondata, hanno portato le autorità a decretare un lockdown generalizzato. L'evento godrà di un'esposizione mediatica notevole, in quanto durante i tredici giorni di competizioni il Comitato internazionale paralimpico si attende un'audience di quattro miliardi di spettatori tv.
Per la cerimonia, sul tema “Noi abbiamo le ali”, nello stadio è stato ricreato un aeroporto nel quale un aereo con un'ala sola, interpretato da una ragazza di 13 anni in sedia a rotelle, finiva con il prendere il volo.
Portabandiera della Svizzera sono stati Manuela Schär e Philipp Handler. «È una gioia immensa per entrambi», ha dichiarato l'atleta in sedia a rotelle Schär; mentre lo sprinter Handler ha affermato essere «un grande onore» rappresentare la Svizzera in questa occasione, «sebbene non si sia potuto vedere il mio sorriso, nascosto dalla mascherina».
Fino al 5 settembre, 539 medaglie d'oro saranno contese da 4'400 para-atleti; alcuni dei quali sono delle vere e proprie star, come il tedesco Markus Rehm (salto in lungo), soprannominato ‘Blade Jumper’ vista la sua lama di protesi in carbonio.
La delegazione più numerosa è quella del Giappone, con 254 atleti. Segue la Cina, che dal 2004 chiude al primo posto nel medagliere.