Al termine di una semifinale di FA Cup davvero divertente ed emozionante, il brasiliano dello United si è fatto notare per la sua maleducazione
La domenica appena trascorsa ha offerto agli amanti del calcio internazionale un menù davvero prelibato. Da una parte all’altra dell’Atlantico, infatti, le locandine erano così allettanti da ritrovarsi col classico imbarazzo della scelta al momento di decidere su quale match sintonizzare il televisore. Specie la sera, dato che – in contemporanea – mentre in Spagna andava in scena il Clàsico (Real Madrid-Barcellona 3-2 e titolo ormai ipotecato per le Merengues), in Argentina, sul campo neutro di Cordoba, addirittura si consumava il Superclàsico (River Plate-Boca Juniors). Partita che ogni volta – e da sempre - regala emozioni e adrenalina, anche stavolta il derby porteño ha mantenuto le promesse: 5 gol, la giusta dose di calcioni e, in curva, lo spettacolo e i canti che solo le hinchada argentine sanno garantire. Per la cronaca, anche il Boca ha vinto 3-2, staccando il biglietto per la semifinale della Coppa di Lega.
Nel tardo pomeriggio, invece, la migliore pièce è stata quella rappresentata sulla prestigiosa ribalta di Wembley, dove il Manchester United e il Coventry City - compagine del torneo cadetto – si sono sfidati in una semifinale di FA Cup che senz’ombra di dubbio resterà incisa in profondità nel granito della storia. A superare il turno – alla fine di un incontro anche in questo caso caratterizzato da molti gol, sviste arbitrali, autoreti, interventi del Var e calci di rigore – è stata, come c’era da aspettarsi, la squadra più blasonata, cioè i Red Devils. Ma il Coventry non ha per nulla sfigurato, anzi, è stato soprattutto per merito suo se, come detto, di questo match si continuerà a parlare ancora fra quaranta o cinquant’anni.
E dire che le cose, per i giocatori in maglia celeste, non è che si fossero messe troppo bene, almeno nel primo atto: lo United, infatti, ha da subito fatto valere l’appartenenza a una categoria superiore, oltre all’indiscutibile esperienza e alla maggior classe dei suoi giocatori, andando in gol per due volte già nel corso del primo tempo, dapprima con McTominay e poi col tanto bistrattato (ma fra i miei preferiti) Harry Maguire. Per gli underdog, dunque, pareva proprio che non fosse giornata, tanto più che, in apertura di ripresa, i primattori diretti Ten Hag (lui invece mi piace poco) hanno segnato perfino la terza rete, che pareva aver definitivamente chiuso la contesa.
E invece, come fosse davvero una parte non prevista dal copione, comparse, generici e caratteristi del Coventry nel corso degli ultimi venti minuti di gara hanno cominciato a improvvisare brillantemente, come fossero consumati mattatori abituati ai palcoscenici più impegnativi. E grazie ai carneadi Simms, O’Hare e Wright (al quinto minuto di recupero dopo il 90’), alla squadretta allenata da Mark Robins – se possibile ancor più sconosciuto dei suoi giocatori - è riuscita una pazzesca rimonta che ha costretto lo United a rimettere in frigo lo champagne e a disputare i tempi supplementari, al termine dei quali (120’ + 3), addirittura, il Coventry è riuscito a segnare la rete del 4-3, poi annullata dal Var. Convinti che il gol fosse valido, molti tifosi dei Red Devils hanno abbandonato gli spalti, salvo poi cercare di rientrare nell’impianto una volta saputo che, grazie al contrordine, la sfida si sarebbe conclusa ai calci di rigore.
I tiri dal dischetto - malgrado il primo errore di Casemiro - hanno poi premiato lo United, vanificando il sogno dei peones del Coventry. Triste è stato, alla fine, vedere il comportamento del brasiliano Antony, un brocco pagato dallo United circa cento milioni, che in due anni ha segnato solo 4 gol e di cui la stampa si è occupata più per le accuse di violenze domestiche che per la sua – supposta – classe. Ebbene, questo pagliaccio – che guadagna da solo più di quanto ricevono a fine mese tutti i giocatori del Coventry messi insieme - come un demente si è messo a sbeffeggiare in mezzo al campo gli avversari sconfitti. Di tutt’altra pasta, per fortuna, è fatto il già citato Harry Maguire che, prima ancora di abbracciare il compagno autore del rigore decisivo, è andato a stringere la mano a tutti i suoi rivali.