Snowboard

Scherrer: ‘Ho sfruttato il mio atout, senza guardare gli altri’

Medaglia di bronzo nello Snowboard halfpipe, al 27enne sembra ‘tutto ancora surreale’. Oro al giapponese Hirano, argento all’australiano James

11 febbraio 2022
|

Jan Scherrer ce l’ha fatta: dato alla vigilia solo come possibili outsider il ventisettenne sangallese ha conquistato il bronzo nell’halfpipe, medaglia che va ad aggiungersi a quella vinta ai Mondiale vinto l’anno scorso. Grazie agli 87,25 punti della seconda manche, in cui ha proposto il suo “Jan Tonic” (un “Double Rodeo Switch Backside Alley Oop 1080”) ha preceduto nientemeno che il leggendario Shaun White, triplice campione olimpico ma ormai a fine carriera, che si è fermato a 2,25 punti dal rossocrociato, ratificandone l’ascesa sul podio con una caduta nella terza run. L’oro è invece andato al giapponese Ayumu Hirano autore di 96 punti e l’argento all’australiano Scotty James, battuto di 3,50 punti.

Allenato dal ticinese “Pepe” Regazzi, Scherrer tocca il cielo con il dito: «Non potrei sentirmi meglio, mi sembra tutto ancora surreale, ho raggiunto il mio obiettivo nell’ultima gara di Shaun White. E il fatto che dopo ci siamo abbracciati e che lui fosse sopraffatto dalle emozioni e contento per me rende il tutto speciale. E il fatto di essermi accorto che le rotazioni in Alley Oop fossero tra le mie migliori qualità, e anzi, che fossi io il migliore in questo ambito, è stato un elemento importante della mia crescita, copiare gli altri e non sfruttare tale vantaggio sarebbe stato un errore».

L’aspetto decisivo secondo Scherrer è stato però il fattore mentale: «È ovvio che una buona preparazione fisica sia importante perché ti permette di superare le cadute senza infortuni, che forza e resistenza siano fondamentali, ma se non c’è la testa anche il fisico più solido non potrà aiutare. Inoltre per me è stato decisivo concentrarmi su me stesso, senza osservare troppo cosa fanno gli altri».

Un altro fattore importante per il successo del sangallese è la famiglia: «Ripensando al mio percorso verso questa medaglia olimpica mi viene in mente quando guardavo l’halfpipe ai Giochi di Salt Lake City 2002, con quei “boarder” dalle capigliature particolari e con le cuffiette molto “cool”. Mio padre ha compreso la mia passione per lo snowboard e mi ha sempre sostenuto, senza però mai spingermi. C’è poi mia mamma che si occupava della casa. E presto sarò io a diventare padre e mi sono appena sposato. Direi che nella vita sto attraversando un buon periodo e, grazie alla famiglia, quando non sono sulla neve posso distrarmi per bene».