Difensivamente solidi, Dario Simion e i suoi compagni mettono sotto i finlandesi ma non riescono a evitare l’ultimo posto. ‘Offensivamente insufficienti’
Friborgo – La bella vittoria di sabato pomeriggio non basta a cancellare quello che, nel complesso, è stato un torneo deludente. Sì, perché la Svizzera ha chiuso il girone all’ultimo posto, con appena due reti segnate e tre punti ottenuti in altrettante partite. L’atmosfera nei corridoi dello spogliatoio, al termine della partita, è contrastante: da un lato la felicità per il successo contro la Finlandia, dall’altro la delusione per una prestazione complessiva al di sotto delle aspettative. Infatti gli uomini di Patrick Fischer non sono riusciti a imporsi come avrebbero voluto, come conferma il ticinese Dario Simion. «Il bilancio complessivo non può essere positivo – spiega l’attaccante dello Zugo, che nella prossima stagione tornerà a vestire la maglia del Lugano –. Avremmo potuto fare meglio, soprattutto visto che il torneo si è disputato in casa nostra. Siamo soddisfatti per la prestazione difensiva contro la Finlandia, ma nel complesso abbiamo giocato male da un punto di vista offensivo».
Tante occasioni, tanti tiri, però è mancato il giusto cinismo davanti ai portieri avversari. «Esatto, ne abbiamo parlato in questi giorni, durante gli allenamenti e dopo le partite, serve che tutti facciano in questo senso uno step in avanti, aumentando il focus durante gli allenamenti e la convinzione in partita. Solo così possiamo migliorare. Dal lato offensivo la prestazione qui a Friborgo è stata sicuramente insufficiente».
Restando in tema, anche il powerplay non è stato all’altezza. «Chiaramente sarebbe stata un’opportunità in più per segnare: non siamo stati abbastanza precisi nei passaggi e questo non ci permette di concludere velocemente e in maniera pericolosa».
Come hai detto tu stesso, dal punto di vista difensivo, soprattutto contro la Finlandia, siete invece stati efficaci. «Certo, nell’hockey moderno è molto importante lavorare bene difensivamente. Lo abbiamo visto benissimo domenica pomeriggio, quando siamo riusciti a portare a casa la vittoria segnando una sola rete. È un punto positivo».
Ottimo, per contro, il box play: contro la Svezia avete superato indenni cinque minuti di inferiorità numerica, dei quali due in cinque contro tre, mentre con la Cechia non avete subito gol durante quattro minuti di fila con un uomo in panchina. Sicuramente un punto di forza… «In generale siamo soddisfatti per tutto quello che riguarda l’aspetto difensivo: abbiamo giocato bene soprattutto in inferiorità numerica, è un punto fondamentale e in futuro dovremo continuare a lavorare in questa direzione».
Parlando di fisicità, contro Svezia e Cechia sembravate aver sofferto il peso fisico degli avversari, mentre oggi avete dominato la Finlandia. Possiamo parlare di progressione? «Si, sono d’accordo. Domenica li abbiamo messi sotto pressione già a partire dal primo tempo, finendo ogni check. Questo ha portato molta energia nel nostro spogliatoio. Penso che quello sia stato uno dei fattori che ha messo in difficoltà la Finlandia».
Se ne era già discusso molto già l’anno scorso, parlando di disciplina, ma sono ancora sono troppi i falli. «Soprattutto contro la Svezia, in cui siamo incorsi in troppe penalità, soprattutto in zona offensiva. È un aspetto che dobbiamo migliorare, perché abbiamo visto con quale rendimento le altre squadre giocano in superiorità numerica, e le situazioni speciali sono determinanti per vincere”.
Pensando ai Mondiali, quanto si fa sentire la mancanza dei leader della Nhl? «Ci sono comunque dei leader anche in questo gruppo. Però, chiaramente, i giocatori dalla Nhl hanno un ruolo importante e un peso fondamentale nella squadra, del resto se non avessero quelle qualità non giocherebbero in Nordamerica. Nhl o no dobbiamo fare un passo in più riguardo alla concretezza, perché tutti insieme formiamo un unico gruppo».
A livello individuale sei soddisfatto del tuo torneo? A Friborgo hai messo il tuo bastone in entrambe le reti svizzere… «Finire sul tabellino non è la cosa più importante. Se devo essere sincero, non sono proprio soddisfatto: mi è mancata un po’ di energia, soprattutto durante la seconda partita, devo quindi cercare essere più costante sull’arco dei sessanta minuti per ritrovare il mio gioco».
Dopo quattro stagioni a Davos e sette a Zugo, l’anno prossimo tornerai a giocare per il Lugano: qui a Friborgo hai giocato in linea anche con Thürkauf, si sono magari già create trame interessanti per il futuro? «Manca ancora così tanto – conclude il valmaggese – Ora voglio finire la stagione dove sono, in un club con cui sto vivendo grandi emozioni da tanto tempo: del futuro preferisco non parlare».