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La Svizzera inizia col... pattino giusto

Da Helsinki buone risposte e (finalmente) un successo sulla Svezia. Malgrado il kappaò con la Cechia, il bilancio è più che positivo

Chanton riceve i complimenti di Fora e Malgin
10 novembre 2024
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Bene per due terzi. Al di là del suo epilogo in sensibile calando, dalla spedizione di Helsinki, la Nazionale di Patrick Fischer fa ritorno con un bilancio tutto sommato incoraggiante. E con diverse buone risposte, a cui fanno comunque da contraltare alcuni punti interrogativi che, a ogni buon conto, potranno comunque essere sciolti più in là di una stagione internazionale che è solo agli albori, e che avrà il suo punto culminante nei Mondiali di Herning e Stoccolma.

Fra le note positive del triplice impegno in Finlandia c’è sicuramente la buona impressione destata dagli esordienti. Su tutti il 21enne difensore solettese del Ginevra Servette Giancarlo Chanton, che ha bagnato la sua prima partita con la maglia della Nazionale maggiore andando in gol proprio contro i padroni di casa, e pure capace di concedere il bis in chiusura contro i campioni del mondo della Repubblica Ceca. Note positive vengono poi dall’attaccante degli Zsc Lions Nicholas Baechler, pure lui protagonista di un torneo tutto sommato positivo. Così come il 22enne attaccante del Losanna Théo Rochette, altro giovane su cui puntare per il futuro. E positiva, nel suo insieme, è la prestazione della Svizzera tutta, capace di mettere in serie ambasce la Finlandia nel suo primo impegno e poi, finalmente, di domare la sua bestia nera: quella Svezia che i rossocrociati non riuscivano più a battere dalla notte dei tempi. Seppure ai rigori, e seppure in un ‘semplice’ torneo e con due rose ovviamente prive dei loro pezzi da novanta, ma tant’è: stavolta ci è riuscita. Se poi ci aggiungiamo le belle conferme, come quella dell’eterno Ambühl, la cui presenza sul ghiaccio con la maglia rossocrociata a 41 anni è tutt’altro che puramente cosmetica visto che anche a Helsinki il vizio del gol il grigionese non l’ha perso, ne esce un quadro complessivo a tinte decisamente vivaci. Peccato che a sporcarlo sia stata quella ‘macchia’ contro una Repubblica Ceca capace di ridimensionare il tutto e di smorzare i toni trionfalistici con cui altrimenti si sarebbe potuto riferire, in sede di bilancio, di questo torneo. Una sconfitta netta al cospetto della selezione che ci aveva negato l’oro iridato la scorsa primavera (benché a Helsinki tra le file della compagine di Rulik fossero presenti unicamente 4 reduci dalla finale di Praga), che però va letta nel contesto globale, e dunque prendendo in considerazione tutte le attenuanti del caso. E non solo la giornata no di Charlin (peraltro autore di un’egregia partita contro la Finlandia), poi rilevato da Senn (senz’altro pure lui una buona alternativa a difesa della porta della Nazionale per il futuro, benché nemmeno il portiere biancoblù sia stato protagonista di un torneo irreprensibile, a immagine del gol del momentaneo 3-3 concesso alla Svezia). Per il suo ultimo impegno alla Karjala Cup, Fischer ha inoltre mandato sul ghiaccio una formazione orfana degli zurighesi Malgin, Andrighetto e Kukan, liberati anzitempo in vista dell’impegno dei Lions in Champions League e il cui apporto era stato tutt’altro che indifferente nell’economia del risultato nelle prime due partite.

Non va nemmeno dimenticato che un anno fa, di questi tempi, dopo la prima tappa dell’Euro Hockey Tour, il bilancio rossocrociato era ben diverso: allora la Svizzera se ne era infatti tornata a casa dalla Finlandia (e più precisamente da Tampere) con tre sconfitte in altrettante partite: 0-4 contro i padroni di casa, 3-4 contro la Svezia e 0-1 contro la Repubblica Ceca (e lo stesso era poi successo agli Swiss Hockey Games di Zurigo).

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