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‘Non puoi venire a Zugo pensando di non dover soffrire’

Alla BossardArena Dario Bürgler e l'Ambrì festeggiano il primo successo da tre punti. ‘È stato un bene concludere il primo tempo sotto di un solo gol’

I biancoblù hanno più di un motivo per festeggiare
(Keystone)
25 settembre 2024
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Quando Dominik Kubalik s’è mangiato il gol del 4-2 a porta vuota, a quarantatré secondi dal termine, qualcuno avrà senz’altro pensato che sarebbe finita malamente. Invece no. Anche perché, diciamola tutta, l’Ambrì non avrebbe meritato di perdere una partita cominciata invero non benissimo, ma che col passare dei minuti pian piano ha iniziato a sorridere a Luca Cereda e ai suoi uomini. Soprattutto da quando, ai primi cambi del periodo centrale, con lo Zugo avanti 1-0 per effetto del gol di Hofmann al quindicesimo, il coach biancoblù decide di rimescolare le linee, lasciando immutata solo quella intoccabile di Kubalik, Landry e Zwerger, promuovendo Pestoni con Bürgler e Heim e piazzando Müller a fianco del canadese Ang e dello svedese Lilja, in una sera in cui – anche a causa dell’assenza di Isacco Dotti, a sua volta fuori combattimento – lo staff leventinese sceglie di giocare la carta dei tre stranieri in retrovia, gettando per la prima volta nella mischia il canadese Kodie Curran, il quale se la cava più che egregiamente.

Neanche a farlo apposta, sono proprio i citati terzetti di Bürgler (grazie all’ottimo lavoro di ‘screen’ di Heim) e Müller (autore, pur con l’evidentissima complicità del portiere Wolf, del suo primo gol in National League) a capovolgere il risultato, in un martedì contraddistinto da alcuni episodi che in un qualche modo i biancoblù hanno saputo far fruttare in loro favore. Prima l’intempestiva chiamata dell’arbitro Stricker, che interrompe il gioco poco prima di quello che sarebbe stato il pareggio dello Zugo, credendo che la sassata di Bengtsson avesse colpito in testa il portiere biancoblù, mentre invece l’impressione è che il disco gli fosse finito sulla spalla; quindi la doppia inferiorità numerica sul conto di Balestra e dell’ingenuo Wingerli, sfruttata da un ispiratissimo Jesse Virtanen per realizzare il pesantissimo gol dell’1-3, al 47’28’’; infine, il coach’s challenge chiesto dall’Ambrì dopo il (definitivo) 2-3 di Geisser, per un presunto – e apparentemente probabile – precedente fuorigioco di Künzle. Purtroppo, le immagini tivù sono inconcludenti al punto da impedire ai due linesman di certificare oltre ogni dubbio che potesse trattarsi di offside, ma l’Ambrì ha tuttavia saputo rimediare al momento difficile, stringendo i denti nei due conseguenti minuti a 4 contro 5, per l’infruttuoso coach’s challenge sfociato in ritardo di gioco. Tuttavia, tra gli episodi determinanti del match finisce di diritto anche il miracolo di Gilles Senn a quattro minuti dal termine sul lanciatissimo Senteler, preludio a un epilogo in trincea in una battaglia comunque conclusa con il più classico dei lieti fini: dopo aver strappato un punto a testa a Rapperswil e Zurigo e poi due al Kloten, stavolta i biancoblù ne scippano tre allo Zugo, festeggiando così il primo successo rotondo della stagione. Al termine della quarta serata su quattro in cui gli uomini di Cereda sono sempre stati in partita. Altrimenti detto, non può essere un frutto del caso. «Ma non puoi venire qua a Zugo immaginando di non dover soffrire: sappiamo quali sono le loro qualità, hanno passato parecchio tempo nella nostra zona, ma noi ci siamo difesi con intensità e Gilles (Senn, ndr) ha fatto una gran partita – dice Dario Bürgler ai microfoni di Rsi –. È stato un bene chiudere un primo tempo difficile in ritardo di un solo gol, perché poi abbiamo avuto la nostra da dire». E i risultati si sono visti.

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