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Un venerdì sera tra emozioni e dubbi. ‘Ho chiesto spiegazioni’

Il primo derby premia l'Ambrì, al termine di 60' ricchi di equilibrio e suspense, tra clamorosi pali (persino a porta vuota) e reti annullate

Gioia biancoblù
(Ti-Press/Golay)

Se lo sarebbe potuto sognare di notte Dario Bürgler, quel clamoroso ‘polsino’ che si sfascia sul palo di una porta rimasta vuota, a un minuto e ventisei dalla fine di un primo derby che non potrebbe essere più vivace. Per fortuna sua, non sarà quel tiro a cambiare le sorti di una sfida incerta fino al termine, anche perché poco dopo, sempre con Schlegel sulla panchina di riposo, toccherà a Inti Pestoni mancare l’appuntamento con la gabbia sguarnita. Al tirar delle somme, a segnare la 256esima sfida della serie tra Ambrì e Lugano sarà un tocco di Tommaso De Luca a otto minuti e rotti dal termine, nel bel mezzo di uno slot che per oltre metà partita pareva quasi stregato per gli uomini di Cereda, in una serata cominciata decisamente meglio da quelli di Gianinazzi, i quali fanno venire i brividi in più di un’occasione alla retroguardia leventinese, costretta a moltiplicare gli sforzi per arginare attacchi che arrivavano un po’ da ogni dove.

Eppure, nonostante tutto, la sfida rimane indecisa sino alla fine. Con il Lugano che nei primi quaranta minuti è superiore quanto a mole di gioco ma non riesce a concretizzare, a immagine di quel Luca Fazzini (tra i più in vista sul fronte bianconero) che batte sì Gilles Senn dopo un lancio chirurgico di Arcobello dalla distanza, ma trova solo il palo. E il portiere numero 90 dei biancoblù è senz’altro tra i giocatori più in evidenza nell’occasione, con Luca Cereda che può quindi rallegrarsi per la decisione di titolarizzare il vallesano per poter sfruttare una licenza straniera offensiva in più, nonostante Juvonen si fosse illustrato in occasione della vittoria di Kloten, due giorni prima. E quella conquistata nel derby per i biancoblù è già la quarta affermazione filata, al termine di un venerdì andato in crescendo e che regala suspense al pubblico in pista. Suspense bipartisan, oltretutto: dapprima il pubblico biancoblù deve digerire la decisione dei due linesmen, che negano a Inti Pestoni la gioia del gol al 45’52’’, dopo il coach’s challenge chiamato dal Lugano per un presunto fuorigioco dello stesso attaccante, finito nel terzo apparentemente prima di aver avuto sotto controllo un puck che più ballonzolante non potrebbe essere. Poi, la medesima arma permetterà allo staff leventinese di far annullare quello che sarebbe stato il pareggio ospite, al 52’26’’, anche in quel caso per offside, siccome Carr non riesce a mantenere il pattino a contatto con la linea blu, mentre Joly sta entrando in zona.

Riguardo al primo dei due coach’s challenge, tuttavia, Pestoni non nasconde i suoi dubbi. «Non puoi annullarlo, se non puoi esserne sicuro, perché a video non capisci se è effettivamente offside: secondo me non era da annullare – dice il numero 18 biancoblù, che poi scherza sul gol mancato a porta vuota («volevo essere solidale con Bürgler» aggiunge, ridendo) –. Siamo in crescita, ogni anno che passa, ed è per questo che ora vinciamo dei derby. Ma non dobbiamo mollare, perché il campionato è lungo, e dopo aver giocato una buona partita per 60 minuti, direi che nel terzo tempo eravamo noi i migliori».

Una vittoria che fa bene alla classifica ma ancor più al morale. «Oggi andremo a Friborgo per un’altra battaglia, contro un avversario ferito che si dannerà l’anima, giocando con aggressività – dice, invece, Jesse Virtanen –. Però noi già nel derby abbiamo mostrato carattere, in una partita molto equilibrata e di buona qualità. È stata una grande vittoria per noi, che siamo riusciti a trovare il modo di vincere. Ed è un bene che ci siamo riusciti prima dell’overtime, garantendoci così i tre punti. Quanto ai due gol mancati a porta vuota, è una cosa che avevo già visto, e fa parte dell’hockey».

E lo stesso vale per due gol annullati entrambi per offside in appena sette minuti. Anche se, come Pestoni, pure Gianinazzi ha dei dubbi. «Ho chiesto agli arbitri se effettivamente avevano visto nelle immagini dove fosse il disco al momento dell’entrata di Joly nel terzo, perché solo così si spiega la decisione di rivedere la loro prima valutazione. Non ho avuto risposta, ma nei fatti abbiamo visto tutti come è andata…». Gianinazzi che nel terzo tempo non ha più potuto contare sull’apporto di Dahlström? «Non ho ancora parlato con lui né con i medici: durante la seconda pausa mi ha solo avvisato che non ce l’avrebbe fatta per il terzo tempo».

Mai come in questa occasione, si può dire che sono stati i dettagli a pesare. «È stata una partita equilibrata fino alla fine – dice Marco Zanetti –. È vero, abbiamo tirato parecchio, ma siamo stati poco presenti davanti a Senn, ed è lì che si decidono le partite. Questa sconfitta fa male, ma cercheremo di lasciarcela alle spalle il più velocemente possibile, lavorando sulle piccole cose che non ci sono riuscite».

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