Il Lugano perde la partita, ma più che per i punti concessi al Servette si dispera per gli infortuni di Schlegel e Morini. ‘Scene che non vorremmo vedere’
Gli applausi ritmati e il pubblico in piedi, mentre i bianconeri sono schierati in rango a centro ghiaccio, sono il miglior anestetico per una ferita che brucia. In una serata macchiata anche più che dalla sconfitta da ciò che capita in pista tra il diciottesimo del primo tempo e il quindicesimo del secondo, quando nel giro di un quarto d’ora Luca Gianinazzi dapprima si vede costretto a far senza Niklas Schlegel, perdendo poi per strada anche Giovanni Morini. Il primo finisce col pagar caro il disperato tentativo d’impedire ad Alessio Bertaggia di pareggiare i conti (tentativo peraltro inutile, siccome il ticinese nell’occasione manca clamorosamente il bersaglio), e dopo essersi rigirato su se stesso alza il guanto da presa al cielo, indicando a tutti che non ce la farà a proseguire. Per ora è impossibile saperne di più, sta di fatto che quando un portiere chiede immediatamente di uscire, senza esitazioni, di solito non è un bel segnale.
Ma ancor meno bello è ciò che capita al 35’16”, quando Morini si lancia dietro la porta di Olkinuora nel tentativo di chiudere la strada a Honka senza però riuscire a compiere la frenata come vorrebbe, verosimilmente a causa di un’irregolarità del ghiaccio, finendo rovinosamente addosso alla balaustra di fondo. Dal modo in cui avviene l’impatto, oltre che dalla faccia del povero numero 23, si capisce subito che non si tratta di una cosa da nulla, al punto che dopo il primo intervento da parte dello staff medico bianconero sul ghiaccio fa la sua comparsa la barella. «L’infortunio di Niklas è un problema di tipo muscolare, mentre la scena di Giovanni è un qualcosa che non vorremmo mai vedere sulle piste – commenta il tecnico bianconero Luca Gianinazzi –. Tuttavia, purtroppo gli infortuni sono una realtà con la quale bisogna convivere».
Tutto ciò che si è potuto sapere nel post partita è che nel caso di Morini non dovrebbe essere interessato il ginocchio: subito portato all’ospedale per gli accertamenti di rito, l’attaccante lamenterebbe piuttosto un problema alla gamba, ma naturalmente è presto per la diagnosi. Fatto sta che quando esce di scena lui, il risultato tra Lugano e Servette è ancora in perfetta parità, dopo che LaLeggia (autore del 2-2 al 34’25”) riesce a farsi perdonare quel dribbling suicida ai danni di Rod, in situazione di superiorità numerica, che il capitano granata sfrutterà per firmare il provvisorio 1-1 al 29’13”, facendo secco Fatton da due passi. Un vero peccato, perché nella prima parte del confronto la squadra più ispirata sembra proprio quella bianconera, e invece alla distanza – specialmente dopo il secondo vantaggio ospite, propiziato al 39’25” da un tocco astuto di Karrer per Praplan, ma originato da un appoggio un po’ sufficiente di Guerra in uscita dal terzo – il Servette dimostra di essere quasi inscalfibile. «Abbiamo commesso troppi errori individuali – conclude Gianinazzi –, pur se devo dire che abbiamo giocato un primo e un secondo tempo solidi, anzi il secondo forse è stato migliore quanto a mole di gioco. Il problema è che siamo stati un po’ ingenui, concedendo troppa libertà agli avversari».
Basta vedere la faccia di Calvin Thürkauf, per capire come vive la panchina del Lugano l’ennesima, improvvisa irruzione della sfiga sotto la volta della Cornèr Arena. Per ben due volte nella stessa sera, oltretutto. Prima di trarre conclusioni bisognerà attendere il responso dei medici, ma se davvero i problemi di Morini e Schlegel fossero seri sarebbe una bella tegola per Gianinazzi, che si ritroverebbe improvvisamente con un portiere in meno e con l’ennesimo giocatore kappaò in una lista che ne conta già sei, dopo una prima parte di stagione martoriata dagli infortuni, tanto che – quando manca pur sempre una settimana alla chiusura del mercato svizzero – Domenichelli potrebbe anche pensare a soluzioni dell’ultima ora. Per ora, ciò che si può dire è che il 23 di gennaio, al diciottesimo minuto di Lugano-Ginevra, s’inaugura la stagione in National League di un Thibault Fatton che ha disputato la miseria di tre partite da settembre in poi (col Sierre) e che l’anno prima a Lugano aveva giocato solo 25’. Per il ventiduenne neocastellano, sorretto dagli applausi del pubblico a ogni intervento, questa potrebbe essere l’occasione che aspettava da una vita, per provare a mettere pressione su Koskinen e dimostrare allo staff tecnico che vale più dell’85,4% di parate di quelle tre partite con la maglia del Sierre. Pur se la maniera in cui nasce lo sfortunato 2-4 al 47’19” non depone a suo favore.