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Il Lugano fa un passo avanti. ‘Merito della solidità difensiva’

Terzo successo di fila per i bianconeri di Gianinazzi, che si prendono la rivincita sul Davos grazie a un’altra bella prova. ‘Schlegel? Ottima partita’

Ora Bernd Wolf e compagni sono più che mai in corsa per i preplayoff
(Keystone)
24 gennaio 2023
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Tre vittorie una dopo l’altra. Tutte con Niklas Schlegel tra i pali. Uno Schlegel in stato di grazia, oltretutto, e che torna dai Grigioni con in tasca un meritato shutout. Anche se l’unico, vero momento difficile – per lui, come per il suo Lugano – arriva nel terzo tempo, quando improvvisamente un Davos dalla difesa a dir poco incerottata tira fuori la testa dall’acqua e prova a reagire. Invano, però. Così, grazie a una marea di dischi vinti agli ingaggi e alle decisioni giuste prese mentre si trova in possesso del disco (il più delle volte, almeno), al terzo tentativo il Lugano riesce infine a battere il Davos per la prima volta in stagione. Cancellando, soprattutto, quella pesante domenica di metà gennaio sul ghiaccio della Cornèr Arena, con quel 4-0 che sembrava sprofondare ancor più gli uomini di Luca Gianinazzi nella crisi. Invece, da quell’assolato pomeriggio in poi i suoi uomini di partite non ne hanno persa neppure una.

Eppure, l’inizio sul ghiaccio retico non è dei più beneauguranti: subito un brutto disco perso da Marco Müller su Corvi, con Schlegel immediatamente chiamato a dover fare gli straordinari, e poi al cambio successivo è Morini a perdere pericolosamente il puck per strada. Poi, però, a poco a poco il Lugano mette il naso alla finestra e si crea le prime opportunità, con Carr e Connolly, cominciando a fare il gioco e a guadagnare metri in attacco. Per il gol, invece, bisogna pazientare fino a 2’27’’ dalla prima pausa: ottima idea di Marco Müller, che cambia fronte aprendo il gioco su un Markus Granlund, il quale porta a spasso Dominik Egli prima d’inventarsi un servizio all’indietro alla cieca per l’attaccante numero 10, il quale chiude il triangolo con un tiro sul primo palo che lascia di stucco Gilles Senn.

Che quel vantaggio sia davvero meritato lo dimostra ciò che succede da lì in seguito. Nel secondo tempo, infatti, c’è praticamente una sola squadra in pista, e la mole di gioco e le soluzioni trovate dal Lugano non tardano a concretizzarsi in rete: anche stavolta a metterci lo zampino è uno scatenato Granlund, che nell’occasione festeggia il suo diciannovesimo gol in 34 partite sfruttando il gran lavoro di Daniel Carr prima davanti, poi dietro la porta. E poco dopo, in superiorità numerica (fuori c’è Stransky per un aggancio) tocca a Connolly ritrovarsi sul bastone un’occasione ghiottissima, ma il topscorer bianconero spara a lato a porta sguarnita. Quindi arriva anche una traversa, colpita da Andersson al 30’01’’. Insomma, per il Lugano tutto bene o quasi. Il quasi è relativo a quella decina di minuti nel terzo tempo, dopo due superiorità numeriche non concretizzate dagli uomini di Immonen, in cui per la prima volta i ragazzi di Gianinazzi sono chiamati a soffrire sul serio. È a quel punto che sale definitivamente in cattedra Niklas Schlegel, la cui nuova, ottima prova rischia anche di creare qualche grattacapo al coach bianconero pensando alla gestione dei due portieri. «Credo che la chiave stavolta sia stata la solidità difensiva – dice il coach ticinese ai microfoni di Rsi –. Non mi è piaciuto molto il primo tempo, in cui non abbiamo giocato tutte le situazioni nel miglior modo possibile, ma poi difensivamente siamo cresciuti e abbiamo fatto un ottimo secondo periodo, concedendo poco. Schlegel? Ha confermato l’ottimo momento di forma che sta vivendo e ha fatto un’ottima partita: credo che i compagni l’abbiano aiutato nello ‘slot’, ma quando è stato chiamato in causa lui ha risposto presente, e gran parte del merito di questa vittoria è anche sua». C.S.