laR+ IL DOPOPARTITA

‘Mi è piaciuto come abbiamo gestito il terzo tempo’

Un maturo Lugano è più forte delle assenze e annichilisce il Kloten grazie alla tripletta di Fazzini. Mirco Müller: ‘La vittoria non fa una grinza’

Cjunskis contro Profico: ‘Abbiamo fiducia nei giovani’
(Ti-Press/Crinari)

Lugano – Il Lugano si regala un martedì di gloria annichilendo il Kloten e riprendendo al meglio il filo del discorso dopo la pausa. Il solco decisivo viene già scavato nei primi 20’56”, con la doppietta di Fazzini e le reti di Joly (al primo tiro dopo appena 13”) e Thürkauf. In particolare a impressionare è l’efficacia con cui i ticinesi concretizzano le occasioni create, grazie al dominio iniziato attorno al 7’. Poi è vero che gli ospiti provano a rientrare in partita con le reti di Morley e Ojamäki e che c’è bisogno della solidità di Schlegel per evitare una terza rete potenzialmente molto pericolosa. Ma nel terzo tempo i bianconeri dimostrano grande maturità nel controllare l’andamento del gioco. Dopo il clamoroso palo di LaLeggia, arriva infatti la tripletta di Fazzini e la rete a porta vuota di Verboon, a sua volta fermato dai ferri in precedenza.

Insomma Luca Gianinazzi può essere ampiamente soddisfatto di quanto visto: i leader hanno infatti mostrato la via e le seconde linee li hanno seguiti, sicché l’assenza di ben sette attaccanti non si è fatta sentire. Il debuttante Quenneville, al netto di un’intesa con i compagni di linea Arcobello e Fazzini ancora da perfezionare, ha subito cercato di inserirsi nel gioco, mostrando buona visione di gioco e buon pattinaggio. LaLeggia, nuovamente schierato in attacco con Joly e Thürkauf, sembra essere nato per giocare in questa posizione e nei secondi conclusivi della partita ha potuto festeggiare il suo debutto in National League il diciottenne sloveno con licenza svizzera Santeen Golja. Anche Alatalo, autore di qualche distrazione in retrovia, si è redento fornendo due assist in superiorità numerica, altra situazione di gioco molto ben gestita dai bianconeri e che ha fruttato la prima e la terza rete del ‘Fazz’ (anche se sulla seconda Ang era rientrato sul ghiaccio da una manciata di secondi). Sempre in 5 contro 4 Morley avrebbe però potuto realizzare l’1-1 se non ci avesse pensato Schlegel, con la parata probabilmente più importante dell’intero confronto, ancora nel primo tempo. Il boxplay è invece chiamato all’opera solo in una circostanza a inizio partita (e poi dopo il 6-2), senza correre il minimo pericolo.

Mirco Müller è dunque estremamente soddisfatto della prestazione di squadra: «Nel primo periodo siamo stati un po’ fortunati, ma ogni tanto è giusto avere la dea bendata dalla nostra parte, visto i tanti infortuni che ci hanno colpiti nelle ultime settimane. Il Kloten non ha mollato nemmeno dopo lo 0-4 e ha tentato la rimonta, ma dopo il 4-2 ci siamo ripresi, tornando a giocare semplicemente, la vittoria non fa una grinza. Se giochiamo con molta velocità, possiamo battere ogni squadra. Nel terzo periodo la squadra mi è piaciuta assai per come ha controllato il gioco. Ci mancavano parecchi giocatori, ma chi è sceso in pista ha dimostrato grande carattere. Abbiamo molta fiducia soprattutto nei giovani che trovano posto nel lineup, ieri hanno tutti svolto ottimamente il loro lavoro».

Il numero 25 è, con Wolf e Peltonen, un pilastro difensivo del Lugano: «In questo periodo mi sento bene, la pausa nazionale mi ha fatto molto bene, avevo bisogno di rigenerarmi e adesso sono pronto ad affrontare il resto del campionato. Trovo inoltre che Andersson e io abbiamo fatto il nostro lavoro nel modo giusto, sia in difesa, sia aiutando in fase offensiva».

Insomma, domani a Friborgo sarà difficile fare meglio, l’aspetto principale della trasferta burgunda sarà dunque replicare il maggior numero possibile dei punti positivi visti ieri.

L’annotazione

È un lavoro duro

Fare l’arbitro in National League non è certo il lavoro più semplice da svolgere, ci sono fino a tre impegni alla settimana, che spesso richiedono svariate ore di viaggio, da parte di addetti al lavoro e tifosi di riconoscimenti per una buona chiamata ne arrivano ben pochi e in più ci sono tutti i rischi legati a una partita di hockey. Ne sa qualcosa Daniel Stricker, che al 5’35” subisce un’involontaria bastonata al volto da parte di Joly. Il gioco prosegue per una dozzina di secondi e poi viene interrotto e il cronometro riavvolto. Segno probabilmente del fatto che Stricker ha fischiato per poter essere soccorso, senza tuttavia essere udito da nessuno. Passa un paio di minuti di gioco e il fischietto numero 91 si ripresenta comunque sul ghiaccio con un vistoso cerotto sul mento. Per gli arbitri non c’è infatti nemmeno la possibilità di indossare una griglia integrale come per i giocatori, pena il non poter più fischiare, aspetto decisamente fondamentale del loro lavoro.

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