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Il Lugano ingrana la quinta. ‘Serviva pazienza, lo sapevamo’

Grazie a un gol di Joly al quarto minuto del prolungamento, i ragazzi di Luca Gianinazzi tornano dal Giura con due punti. ‘E sono due punti importanti”

In sintesi:
  • Dopo Berna, Langnau, Bienne e Friborgo i bianconeri battono anche l'Ajoie
  • Ad aprire le marcature è LaLeggia (terzo gol in tre partite), a chiuderle (al 63'31'') è il numero 88
Più che Bastien Pouilly, sono i bianconeri a volare
(Keystone)
25 ottobre 2023
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A furia di piroettare, Michael Joly ottiene ciò che vuole. Ed è il gol che tutto decide, in una serata anche più combattuta del previsto alla Raiffeisen Arena. Dove un Ajoie più che mai ringalluzzito dal successo ottenuto nientemeno che a Davos vende davvero cara la propria pelle, contro un Lugano che è forse la formazione più in forma del momento e riesce a passare anche nel Giura, pur se soltanto al supplementare. Grazie, appunto, alla verve del canadese numero 88, che balza agli occhi non solo per le sue evoluzioni, ma soprattutto perché non smette di provarci: nove tiri nei diciannove minuti (effettivi) trascorsi sul ghiaccio, conclusi con un bottino di un gol e un assist. Per la gioia sua, di Luca Gianinazzi e naturalmente dei tifosi. Ma pure dei suoi compagni di linea, visto che – da sola – la ‘paradesturm’ bianconera nelle ultime cinque uscite ha prodotto la bellezza di trentuno punti.

Eppure, come detto, stavolta il Lugano deve pazientare a lungo prima di mettere in tasca la quinta vittoria filata, dopo la lunga trasferta a Porrentruy. Tanto che nell’epilogo di terzo periodo il coach ticinese decide di ridurre gli effettivi, spostando Ruotsalainen con Morini e Walker, sacrificando di conseguenza Cjunskis, Gerber e Zanetti per chiudere il match a tre linee, così da tenere i ritmi più alti possibile contro un avversario bravo soprattutto a difendere lo slot, costringendo i bianconeri a girare all’esterno oppure a provarci da lontano. In un martedì in cui, oltretutto, tra i pali della porta giurassiana Damiano Ciaccio tira fuori il meglio del proprio repertorio, e quando invece non ci riesce ci pensano i suoi compagni di reparto (e non) a salvarlo. Come al dodicesimo del primo tempo, sul tentativo di Mirco Müller, con il provvidenziale salvataggio di Fey, oppure ancora – e forse soprattutto – durante la penalità per sgambetto sul conto di Jannik Fischer, poco prima di metà partita, quando il disco arriva sul bastone di Ruotsalainen dopo essere sfuggito al controllo del portiere sulla pressione di Morini, ma la conclusione a porta vuota del finlandese trova solo il pattino di Gauthier. A proposito del powerplay: come già contro il Friborgo, i bianconeri faticano a dare continuità alla loro manovra, anche se il gol d’apertura (dopo nemmeno tre minuti di gioco) arriva proprio in situazione di 5 contro 4, con l’attivissimo LaLeggia – attivissimo almeno al tiro – che festeggia il terzo gol delle sue ultime tre partite.

Viste le premesse, non sorprende che si debba attendere l’overtime per decretare il nome di un vincitore: risolutivo è l’assist al bacio di capitan Thürkauf, a beneficio del ventottenne di Gatineau che fa le cose talmente in fretta da ingannare un po’ tutti. Non però l’arbitro Stefan Hürlimann, il quale – idealmente piazzato dietro la porta – sul momento sembra l’unico ad accorgersi che la conclusione di Joly rimbalza sul fondo della rete e non sul corpo di un Ciaccio proteso in tuffo, disturbato oltretutto dal suo stesso bastone perso per strada nel suo precedente intervento, e restituitogli dal compagno Daniel Audette forse non nel momento più propizio. «Sapevamo che ci sarebbe voluta pazienza, eravamo preparati – dice Julian Walker ai microfoni di Rsi –. Da una parte c’è la solidità difensiva, dall’altra c’è il lavoro in forechecking, e se nel primo tempo non siamo riusciti a fare bene ciò che dovevamo fare, con il passare dei minuti le cose sono andate un po’ meglio. In generale avevamo già imparato a pazientare nelle ultime partite, e stavolta abbiamo fatto un altro passo avanti: credo che questi siano due punti importanti».