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‘Avremmo voluto ribaltare la partita per Dario’

L’Ambrì si arrende al Langnau nello scontro diretto d’inizio 2025. Senn: ‘I powerplay non sfruttati ci sono costati energia e fiducia nei nostri mezzi’

‘Sappiamo bene cosa sta passando Wüthrich in questo momento’
(Ti-Press/Crinari)
3 gennaio 2025
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Ambrì – Mancano poco meno di sei minuti alla fine, quando un disco ballonzolante piomba minaccioso davanti alla porta del Langnau, senza che nessuno possa farci qualcosa: dopo la giravolta di Kostner ci prova lo sfortunato Grassi, che però non devia come vorrebbe, e quando davanti alla porta ormai sguarnita si presenta Heed di gran carriera, sul tocco a botta sicura dello svedese Brian Zanetti si allunga come può, tuffandosi col corpo su quel disco che aveva tutto il peso del pareggio. La Gottardo Arena trattiene il fiato, mentre gli arbitri scompaiono dietro al plexiglass per decidere cosa fare. In verità, la suspense non dura granché, e quando Fonselius rimette piede in pista, il finlandese non può far altro che allargare le braccia.

Si spengono così le speranze di rimonta ticinesi in una serata che, in verità, si era rianimata all’improvviso, dopo il gol di DiDomenico un paio di minuti prima, al 50’31”: a quel punto, però, le Tigri dell’Emmental erano già sul 2-0, risultato che a ben guardare ci sta tutto, visto quanto mostrato dagli uomini di Thierry Paterlini nei secondi venti minuti. E poco importa se, come spesso accade, il Langnau faccia affidamento soltanto sugli stranieri: i Pesonen, i Saarijärvi e i Malone il loro lo fanno e lo fanno bene, mentre l’Ambrì dopo aver lavorato decisamente di più nel primo quarto d’ora del match col passare del tempo perde lucidità al cospetto di un avversario maggiormente presente sul piano fisico, e che gioca con più intensità.

Vittima in primo luogo dell’inefficacia del powerplay, in un periodo centrale in cui gli ospiti si beccano ben quattro penalità (che sfociano anche in una quarantina di secondi a 5 contro 4), i ragazzi di Cereda perdono gradualmente sicurezza nei propri mezzi, tanto da non riuscire a dare veramente l’impressione di poter rientrare nemmeno nei quasi tre minuti finali in 6 contro 5. Al termine di una serata su cui, però, questo è innegabile, hanno purtroppo finito per giocare un ruolo anche le emozioni. «Sappiamo bene tutti cosa stia vivendo Dario (Wüthrich, ndr) in questo momento – dice il portiere biancoblù Gilles Senn –. Avremmo voluto ribaltare la partita in nostro favore per lui, così fa ancor più male sapere che non siamo riusciti a farlo. Il Langnau ha giocato con maggior sangue freddo, mentre noi non abbiamo sfruttato le nostre occasioni, anche in powerplay, e questo ci è costato energia, oltre che la fiducia in noi stessi».

Alla fine, il rendimento di boxplay e powerplay ha finito col pesare moltissimo sulla decisione finale. «Di sicuro possiamo fare molto più di così, attaccando la porta – dice invece Tommaso De Luca –. Gli special teams? Ogni tanto danno risultati, altre volte no. Il fatto è che davanti a noi abbiamo un lungo, intenso mese, e dal settimo al tredicesimo posto la classifica è cortissima: parliamo di ben dodici partite nel solo mese di gennaio e dovremo raccogliere più punti possibili». Intanto, però, dopo il successo in Leventina i Tigers hanno praticamente raddoppiato il loro margine sui biancoblù, che ora è di sette punti.

L’ANNOTAZIONE

Il coraggio e la memoria

Si apre con uno struggente minuto di silenzio la prima sfida del 2025, con la Gottardo Arena che rende omaggio alla memoria di Sophie Hediger, la ventiseienne snowboarder zurighese travolta da una valanga l’antivigilia di Natale, qualche ora prima che Dario Wüthrich, il suo ragazzo, scendesse in pista per il derby. Naturalmente, il difensore argoviese era all’oscuro di tutto, anche perché già diverse ore prima di metter piede in pista i giocatori debbono spegnere i cellulari. Quando Wütrich ha saputo della sciagura, informato da un membro dello staff, il match della Cornèr Arena si era appena concluso. Un colpo durissimo per Wüthrich che però, nonostante tutto, ieri ha deciso di non saltare la ripresa di campionato, informando i giornalisti del perché della scelta, e che poi chiuderà la serata in lacrime sotto gli applausi scroscianti dei settemila tifosi assiepati sugli spalti, mentre i giocatori del Langnau andranno tutti ad abbracciarlo, uno dopo l’altro. «Siamo convinti (aveva scritto Wüthrich, includendo i genitori della ragazza, in una nota diffusa nel pomeriggio) che Sophie avrebbe voluto che io scendessi in pista, e giocheremo la partita in sua memoria». Una scelta non facile, la sua. Nel ricordo di Sophie, per il bene suo e di tutta la sua squadra. E c’è ancora gente che sostiene che i giocatori di hockey siano tutti imperturbabili ragazzi strapagati e viziati.