Un Lugano ispirato, unito e volenteroso fa la festa al Langnau. Joly: ‘Con Carr e Thürkauf abbiamo creato un'ottima chimica’
Langnau – Che bel Lugano. È questo, in sostanza, il principale commento che si può fare dopo il primo weekend bianconero da sei punti. E dire che il luogo ‘scelto’ per la goleada di sabato evocava brutti ricordi. Infatti, come si discuteva in tribuna stampa prima dell’incontro, la medesima trasferta di circa un anno fa nell’Emmental fu deludente: i ticinesi si trovavano alle prime partite sotto la nuova direzione di Gianinazzi e si sciolsero in breve tempo. Nulla a che vedere con quanto capitato sabato, quando la musica è decisamente cambiata: il reboante 0-8 rifilato ai Tigrotti parla in questo senso da solo.
Tuttavia, nell’incontro il Lugano ha mostrato diversi volti e ha fatto bene in tutti i frangenti. Dapprima l’ottimo rigore difensivo ha permesso di superare senza danni quelle due inferiorità numeriche e mezza concesse in poco più di 10’. Poi una sana dose di cinismo ha aiutato ad aprire le marcature dopo un clamoroso errore locale in impostazione. Finalmente, vien da dire, si sono sfruttati gli errori altrui. Un gol di rapina dunque, che per quanto mostrato fino al 20’ appariva un poco bugiardo (la statistica dei tiri della prima frazione dice 10-5 in favore del Langnau), ma in fondo va bene così. Preludio di un secondo tempo giocato all’insegna della paura? Neanche per sogno. Gli ospiti sono usciti nel secondo tempo giocando alla grande e rintontendo l’avversario a suon di reti. Merito di una prima linea ispiratissima capace di colpire tre volte in cinque minuti (a cui va aggiunto il gol di Granlund poco dopo).
Uno dei mattatori della serata, Michael Joly, si gode il momento. «Ne avevamo bisogno. Penso che abbiamo sempre lavorato bene e nella giusta direzione. Se andremo avanti in questa maniera, uniti come gruppo, i risultati non tarderanno ad arrivare».
L’attaccante québécois ha messo a referto 3 assist venerdì contro il Berna, mentre è tornato da Langnau con 2 reti e 3 passaggi decisivi: gli otto punti del weekend dicono insomma che il campionato di Joly è definitivamente cominciato. «Lo spero vivamente. Io ho sempre cercato di lavorare al meglio delle mie possibilità. Tutto è più facile quando hai dei compagni di linea così forti e che ti aiutano continuamente. Con Carr e Thürkauf siamo entrati in sintonia e abbiamo creato un’ottima chimica fra di noi. Spero di continuare personalmente su questa via, e se riusciremo a mantenerci così anche come linea arriveranno solamente cose belle».
Il numero 88 ha impiegato una decina di partite per prendere le misure del nostro campionato, rallentato anche da qualche guaio fisico che gli ha impedito di prendere parte alle primissime sfide. «Mi ci è voluto un po’ per adattarmi. Il campionato svizzero è differente rispetto alla Liiga finlandese. Probabilmente il problema principale era che pensavo troppo. Ma non mi sono fatto troppe pressioni, mi sono detto di lasciare tempo al tempo e che lavorando forte ogni giorno i punti sarebbero arrivati».
Nei corridoi degli spogliatoi, come è giusto che sia in questi casi, i sorrisi si sprecano e pure Luca Gianinazzi non nasconde la soddisfazione. Il suo Lugano ha lanciato degli ottimi segnali in un fine settimana con due partite diverse ma sempre ben giocate. «Due partite differenti, è vero, ma accomunate da un fattore: la solidità difensiva. Abbiamo parlato tanto di questo durante la settimana e abbiamo potuto lavorare molto bene. Già nelle partite precedenti non avevamo mostrato cattive cose in difesa, ma la pulizia di queste ultime due partite ci ha aiutato. Anche qui a Langnau il primo tempo non è stato chiaramente a nostro favore, ma nei tre boxplay e poi anche in 5 contro 5 abbiamo concesso poco. E quando giochi così vieni ripagato».
«Sono felice che abbiamo girato a nostro favore alcune situazioni – continua il coach –. Loro hanno fatto un errore e glielo abbiamo fatto pagare. Fino alla settimana scorsa era l’opposto che succedeva. Magari eravamo noi a spingere, a volte in maniera poco furba, per creare quella situazione: era importante riuscire a correggere questo aspetto».
C’è poi stata anche una dimostrazione di unità del gruppo e di volontà di intenti. Infatti al 40’ il punteggio era già sullo 0-5. Il rischio di sedersi c’era, ma il Lugano ha continuato imperterrito nella sua marcia. Come comunica dunque un allenatore in una situazione del genere? «Ho detto alla squadra che si trattava di una grande occasione per crescere come gruppo. Sono questi i momenti in cui è sbagliato entrare nella ‘comfort zone’. Come insieme si poteva imparare ancora qualcosa e quindi ho detto di giocare ancora altri 20’ con la stessa attenzione difensiva. Alla fine il terzo periodo si è rivelato caotico, ma comunque abbiamo giocato bene». E, aggiungiamo noi, pure unito quando la situazione dei nervi è sfuggita dalle mani (si veda la bagarre di Carr e Berger ma anche l’ingaggio fisico messo da Mirco Müller per difendere Peltonen dopo un intervento al limite di Malone).
Ottimi segnali li hanno dati, infine, anche i giovani. «Sicuramente – conclude il trentenne –. Penso soprattutto a Cjunskis e Snellman che hanno entrambi debuttato nel weekend. Con il primo che ha anche segnato il suo primo gol fra i professionisti. Sono serate che loro ricorderanno per tutta la loro vita, ma anche per me vale un po’ lo stesso discorso. Entrambi li ho allenati negli U20 per diversi anni e vedere come siano risusciti a farsi spazio in prima squadra e si siano guadagnati il diritto di vivere momenti indimenticabili come questi è qualcosa di molto speciale».