L'Ambrì Piotta sconfigge il Rapperswil, grazie anche all'ottimo debutto di Laurent Dauphin. ‘A Kloten servono stessi forecheck e intensità’
Ambrì – Ha subito dato sfoggio dei suoi pregi, ma anche di qualche suo difetto, l’Ambrì Piotta. Dal secondo periodo via però i leventinesi sono stati capaci di alzare nettamente il loro ritmo e si sono meritati a pieno titolo i primi tre punti stagionali. Il Rapperswil (d’accordo, le assenze di Cervenka e Djuse sono sicuramente molto pesanti), una volta perso il controllo del gioco, non è mai parso in grado di riprenderlo.
Dopo il vantaggio di Dauphin in powerplay sono infatti alcuni errori biancoblù a permettere a Lammer (malinteso tra Heed e Landry) e Cajka (difesa superata in velocità) di capovolgere il punteggio. Al 18’, su un nuovo contropiede, si rivela poi decisivo Juvonen (il finlandese è sempre molto sicuro ed efficace nei suoi interventi) con il big save della serata su Baragano. Dal secondo tempo in poi è però tutto un altro Ambrì, capace di mettere sotto pressione gli ospiti con tutte e quattro le linee, anche se una particolare nota di merito va ai terzetti guidati da Dauphin e Kostner. Terraneo e Lilja, che poco prima era stato fermato da un gran riflesso di Nyffeler, ribaltano così il punteggio con pieno merito. La reazione sangallese è pochissima roba, solo tre gli interventi degni di nota di Juvonen (su Gerber al 36’ e su Cajka e Vouardoux a metà terzo periodo) fino al termine della partita, mentre nel finale Spacek e Kostner danno al risultato una forma più conforme a quanto visto sul ghiaccio. Il parziale dei tiri a favore dei ticinesi nel terzo tempo (12-9) è molto eloquente in questo senso.
Se Terraneo gioisce per il primo gol in National League a 19 anni e alla quinta presenza, è positivo l’impatto pure dei due nuovi stranieri d’attacco non solo per i gol, mentre è rimasta in ombra la coppia Bürgler-Kneubuehler. Davanti ha dato segnali incoraggianti anche De Luca, più di Landry e Brüschweiler –peraltro poco impiegato –, mentre in retrovia si sono ben disimpegnati pure Wütrich e Pezzullo. Sono cresciuti alla distanza i difensori d’importazione e il duo Spacek-Pestoni.
«È stato un match divertente, forse più per il pubblico che per chi ama il gioco difensivo, visto che entrambe le squadre hanno giocato molto all’attacco – osserva Jakob Lilja –. Personalmente all’inizio ero nervoso, ma con il passare dei minuti è andata meglio, dopo l’infortunio in una fase cruciale della preparazione adesso sto bene. Come linea però possiamo puntare più direttamente sulla porta avversaria».
Ha invece veramente poco da rimproverarsi il canadese Dauphin: «Ho subito trovato la chimica giusta con i compagni di linea e segnare al debutto dà molta fiducia, anche l’ambiente era ottimo. A Kloten dovremo metterci la stessa intensità e applicare nuovamente un forecheck aggressivo. Adesso ci godiamo questa vittoria, ma poi dovremo immediatamente fare un reset».
Stasera, sul ghiaccio di un Kloten capace di farne sei allo Zugo, c’è dunque una prima prova di maturità: «Non sarà una partita facile, dovremo rimanere compatti e non lasciare loro spazio – commenta Cereda prima di tornare sull’incontro di ieri –. Sono soddisfatto, al debutto c’è sempre molta motivazione e così è scaturito qualche errore, costato i due gol subiti. Nel secondo tempo Juvonen ha fatto qualche parata decisiva, ma siamo stati bravi negli slot e quando loro hanno chiamato il timeout ci siamo detti di continuare così che i gol sarebbero arrivati».
È noto a tutti, quest’anno Cereda e il suo staff dovranno per forza di cose mettere in conto qualche difficoltà in difesa, con diversi elementi giovani e inesperti. Se poi entrambi gli stranieri si infortunano durante la preparazione, la situazione non si fa certamente più rosea. È vero che Virtanen ed Heed hanno recuperato in tempo per l’inizio della regular season. E se il finlandese lo ha fatto senza patire troppo, altrettanto non si può dire dello svedese, che nel primo tempo è corresponsabile sul gol di Lammer (suo il rilancio che incoccia sul pattino di Landry), poi con un disco velenoso perso sulla blu offensiva, la lettura sbagliata che provoca l’occasione di Baragano e un tiro ciccato in superiorità numerica. Forse il numero 72 viene sovraccaricato, con 8’44” di ghiaccio nel primo tempo (a fine partita saranno 20’01”), ma è anche vero che Cereda non ha molta scelta. Il 32enne non è però il tipo da lasciarsi perturbare e dal secondo periodo via anche la sua prestazione è decisamente buona.