L'Ambrì Piotta torna da Davos con un probante successo, al termine di una partita cominciata bene ma che stava per mettersi davvero male
Un martedì folle, dopo una decina di giorni di tregua per la Nazionale, con ben otto gol nei primi quaranta minuti di una partita che vive molto sulle emozioni. Positive o negative che siano, pensando soprattutto alla faccia di Sandro Aeschlimann negli istanti finali del secondo periodo, quando il portiere del Davos – secondo soltanto allo zurighese Hrubec per numero di gol incassati in media a partita (1,86 contro 1,85) – per ben due volte nella stessa partita incassa due reti nel giro di qualche secondo: se nel primo tempo Virtanen e Formenton impiegano appena 37 secondi per riaprire la contesa portando il risultato in men che non si dica dal 2-0 al 2-2, nel periodo centrale a Dauphin e Kostner basta un minuto e venti per riportare l’Ambrì in quota, dal 4-2 al 4-4. Con la rete del canadese numero 9 che, oltretutto, fa davvero infuriare il portiere grigionese, convinto di essere stato travolto dallo stesso Dauphin prima che il disco gli finisse alle spalle, ma le immagini tivù chiariranno che è stato il difensore Sven Jung a spingere sulla porta l’attaccante biancoblù.
Se c’è un merito che va attribuito all’Ambrì è senz’altro quello di aver saputo restare aggrappato alla partita nonostante la fortuna, specialmente in avvio, sembrava gli avesse voltato le spalle. Basti pensare al netto dominio ticinese nella prima decina di minuti del confronto, con un Davos sulle gambe al cospetto di un avversario determinato e veloce, sia nell’esecuzione, sia nei ragionamenti. E quando, nonostante tutto, alla prima occasione vera gli uomini di Josh Holden aprono le marcature con Nördstrom all’8’37’’, raddoppiando poi al 13’06’’ con Chris Egli, abile ad anticipare l’intervento di un Benjamin Conz tornato titolare quasi un mese dopo, l’impressione di un po’ tutti è che tale svantaggio sia a dir poco immeritato. «La chiave di volta è stata indubbiamente il fatto che non abbiamo mai mollato – dice il difensore biancoblù Isacco Dotti, ai microfoni di Rsi –. Nel primo tempo il Davos ha trovato due gol in contropiede proprio nel momento in cui stavamo spingendo noi, dopo aver cominciato bene la partita. Però abbiamo trovato subito il modo per rifarci sotto. Sia nel primo, sia nel secondo tempo».
La seconda di quelle due doppiette ravvicinate ha involontariamente il merito di calmare un po’ le acque in pista, in un terzo tempo in cui l’intensità cala al pari delle occasioni da rete, con i padroni di casa che provano a forzare la decisione pur senza riuscire mai a far breccia nella difesa dei leventinesi, i quali a quattro minuti dalla fine potrebbero chiudere i conti con lo scatenato Formenton, al termine di un contropiede costruito in collaborazione con Spacek. Il verdetto è però solo rinviato di qualche minuto: per la precisione al ventiquattresimo secondo del prolungamento, quando – caso mai ce ne fosse ancora bisogno – l’Ambrì dimostra di essere squadra da overtime dall’alto della sua volontà di sbloccar subito la situazione. Ciò che, appunto, succede anche stavolta, al primo affondo per giunta, con Jesse Virtanen che, nonostante di mestiere faccia il difensore, nuovamente si rivela uomo-partita, realizzando in backhand un altro ‘game winning gol’, ed è già il quarto da inizio stagione. Mentre Aeschlimann si dispera: è la seconda volta, dopo la sconfitta con lo Zugo a metà ottobre, che incassa cinque gol in una sera.