Lugano sconfitto nonostante il bel carattere, domani con lo Zugo si può fare un passo in più. Zanetti: ‘In casa siamo forti, sono certo che vinceremo’
Friborgo – Quella di Friborgo può tranquillamente essere catalogata come una serata storta per un Lugano che ha provato con il carattere a rimediare a una fase difensiva ballerina, ma che si è scontrato con un Gottéron più concreto nello sfruttare le fasi di gioco a suo favore. Il 7-4 finale è indubbiamente un risultato che rende più contenti gli spettatori che non gli allenatori, le tre reti di scarto non rispecchiano però quanto si è visto sul ghiaccio.
Il primo tempo si chiude con il Lugano in vantaggio grazie al precoce gol di Gerber e che tira quasi il triplo rispetto a un Friborgo, che riesce comunque in un paio di circostanze a rendersi pericoloso.
Il Lugano del secondo tempo è double-face, quanto poco convincente nella prima metà (e battuto infatti tre volte, più una quarta irregolare, da Kuokkanen, Gunderson e Marchon), quanto gagliardo a rimettere in piedi la situazione nella seconda metà con Thürkauf e Marco Müller (in superiorità numerica).
Nel terzo tempo il Lugano è bravo a reagire al nuovo vantaggio friborghese di Mottet con Granlund, ma non al secondo di Kuokkanen a cinque minuti dal termine, anche perché poi due penalità a Marco Müller e Josephs costano altrettante reti. Il Lugano torna così in Ticino con il rammarico di non aver concretizzato i tanti tiri del primo tempo e le due rimonte compiute nel secondo e nel terzo periodo.
Marco Zanetti spiega gli errori commessi dai bianconeri, in particolare in difesa: «È stata sicuramente una partita dura, in cui abbiamo pagato qualche dettaglio come le troppe penalità incassate e i troppi pochi tiri bloccati, fino a un certo punto eravamo vicini, ma poi questi dettagli ci hanno fregati. Non mi ricordo perfettamente tutti i gol, però in certi casi non abbiamo fatto i box out giusti per liberare la vista di Koskinen».
L’impressione è però, com’è normale che sia, che dopo la settimana di pausa per la Nazionale entrambe le squadre dovessero togliersi la ruggine di dosso: «Un po’ sì, sicuramente prima c’erano cose che facevamo meglio. Il primo tempo è andato bene abbiamo tirato molto, dovevamo forse sfruttare qualche occasione in più».
Già domani contro lo Zugo e poi venerdì a Kloten (prima di un’altra settimana di pausa) c’è l’occasione per far tornare a girare tutti gli ingranaggi al meglio: «È magari preferibile non pensare troppo a questa partita, ma concentrarci su quella di domani, in casa, dove sappiamo che siamo molto forti. Sono sicuro che la porteremo a casa».
Con il rientro in formazione di Carr, Gianinazzi ha inoltre rimescolato le linee offensive. Hanno sicuramente fatto bene la seconda e la quarta, in ombra la terza, discreta la prima, con il giovane italiano espressosi meglio di Granlund e Arcobello… «Sono due grandissimi giocatori con cui già avevo giocato qualche partita in precedenza e con cui mi trovo bene, in ogni caso cerco di dare il mio meglio ovunque vengo messo». La fase offensiva è comunque funzionata bene, l’unica superiorità numerica è stata sfruttata, Thürkauf si è definitivamente sbloccato e Carr è già un valore aggiunto, ora si tratta di trovare il giusto equilibrio difensivo.
Quattro giorni dopo il suo debutto con la nazionale svizzera contro la Cechia, Connor Hughes è già nuovamente sul ghiaccio della Bcf Arena, questa volta con i colori del Friborgo. Tuttavia l’impatto del numero 35 non è certamente dei migliori, visto che già entrando in pista inciampa sotto al drago gonfiabile che funge da ingresso per i padroni di casa. E al primo tiro in porta Hughes non fa decisamente una bella figura lasciando troppo scoperto il primo palo, rendendo facile il compito a Jeremi Gerber (che tra l’altro festeggia così la sua prima rete con la maglia del Lugano). È però anche vero che in seguito è bravo a riscattarsi parando con il gambale il tentativo di Carr al 9’ e che nel corso del primo tempo ferma ben tredici dischi. Anche in entrata di periodo centrale l’ex Ticino Rockets appare poco concentrato e si inventa una penalità differita a favore dei dragoni, arrivando fino nei pressi della sua panchina, prima di essere rispedito indietro dai compagni. Fortuna sua che in quel momento sulla panchina dei penalizzati ci sia già Arcobello e che i suoi compagni siano pertanto in pieno possesso e in zona offensiva.