I bianconeri battono lo Zugo per la quarta volta (su quattro) e si riscattano dopo la partitaccia con il Friborgo. Guerra: ‘Ma non è ancora finita’
Del meglio come del peggio. Quando meno uno se l’aspetta, un Lugano davvero inintelligibile cambia volto. Repentinamente, senz’avvisare. Succede anche a Zugo, ma stavolta è un cambiamento positivo. Per i nervi di Luca Gianinazzi e soprattutto per la classifica, che torna a ricevere un po’ d’ossigeno dopo l’asfissia del martedì, in cui i bianconeri erano stati messi in croce dal Friborgo in una partita durata sì e no un quarto d’ora.
Stavolta, invece, sul ghiaccio di Zugo, il Lugano ha una faccia ben diversa. Forse avranno ragione le statistiche, le quali dicono che in stagione i campioni non hanno ancora trovato le contromisure per rispondere ai bianconeri (lo dicono le quattro sconfitte su quattro in regular season), ma senza dover scomodare i numeri basta vedere cosa succede alla BossardArena sin dai primi minuti, per capire che sarà un’altra storia rispetto al martedì prima. Stavolta, infatti, i ticinesi tengono perfettamente il ghiaccio, e oltre a essere disciplinati ci mettono energia, si comportano bene agli ingaggi e, soprattutto, vincono i duelli nel proprio terzo, ma non solo. Tanto che nel primo tempo, a uno Zugo che – va pur detto – non sembra essere quello dei giorni migliori, rimangono solo le briciole. E quando, all’11’42", Thürkauf brucia sul tempo Abdelkader per toccare alle spalle di Genoni il disco dell’1-0, nessuno può dirsi sorpreso. Del resto, in tutto il primo tempo la squadra di Dan Tangnes riuscirà a concludere due sole volte nello specchio della porta difesa da un calmissimo Schlegel, cosa che si commenta da sola.
Nel secondo tempo, però, la musica è ben diversa. Infatti, stanchi di dover rincorrere il disco, i padroni di casa provano a reagire e a furia di mettere pressione costringono i bianconeri sulla difensiva. Il momento più delicato per Fazzini e compagni arriva attorno al venticinquesimo, quando Zehnder si crea un’occasione ghiottissima, con un polsino da due passi che sembra imparabile: invece imparabile non è, almeno non per l’attento Schlegel che s’esalta con un intervento d’istinto che lascia tutti a bocca aperta. A quel punto i padroni di casa spingono con ancor più determinazione, ma paradossalmente da un puck recuperato in retrovia dall’attivissimo Andersson nasce l’azione del raddoppio ticinese: lungo lancio di Granlund che imbecca a centropista Marco Müller, il cui ottimo appoggio in mezzo si trasforma nel migliore degli assist per il difensore Lukas Klok, che s’improvvisa attaccante e batte sul tempo Genoni per il primo gol da quand’è arrivato a Lugano.
Tuttavia, il momento più delicato di tutti deve ancora arrivare: arriverà al 49’50", dopo il gol in powerplay a firma Carl Klingberg che risveglia improvvisamente la BossardArena, mettendo una pressione enorme su un Lugano che vede riaprire improvvisamente una partita che credeva di avere sotto controllo. Un po’ come in occasione del 2-0 di Klok, però, i bianconeri trovano il modo di colpire al momento giusto, in powerplay, al 54’56", con una bellissima deviazione di Arcobello su tiro dalla distanza di Andersson. A dimostrazione che in tutto e per tutto il Lugano è la squadra migliore, anche nella gestione dei momenti chiave. «Stasera c’è stata una reazione, e l’abbiamo voluta fortemente – dice Samuel Guerra ai microfoni di Rsi –. Però non è finita qui: domani (oggi per chi legge, ndr) abbiamo ancora una partita in casa, e vogliamo continuare a dare battaglia dal primo all’ultimo minuto. Quando siamo disciplinati nella zona difensiva succedono buone cose, e ciò ci permette di creare belle occasioni in attacco. Dovremo fare lo stesso anche contro il Kloten». C.S.