Un ottimo Lugano beffato al prolungamento da un tocco di Mottet, in un epilogo di serata in cui succede un po’ di tutto. ‘Abbiamo pagato i piccoli errori’
Friborgo – Un tocco del solito Mottet, al 63’18’’ di una partita emozionante e dal finale intenso. Che, però, lascia sul serio dell’amaro in bocca a un Lugano che indubbiamente meritava miglior sorte, al termine di una serata in cui i bianconeri fanno praticamente tutto giusto, a parte qualche dettaglio qua e là. Alla fine però, come spesso capita, sono proprio quei dettagli a fare la differenza. «Non so, così a mente calda mi dico che abbiamo buttato via due punti» dice, schietto, Alessio Bertaggia. Colui che, con il suo tocco al volo su assist illuminante di Samuel Guerra, al 21’54’’ mette sui giusti binari una partita che più passano i minuti, più la squadra di Chris McSorley sa di poter vincere. Con quel clamoroso palo di Carr, con Berra ormai fuori causa, a quarantotto secondi dalla fine. «Sì, potevamo chiuderla anche lì – aggiunge Bertaggia –. Purtroppo lo sport è così».
E il risultato al tirare delle somme è che dopo cinque successi filati, il Lugano è costretto alla resa. Pur se alla fine i ticinesi sanno di lasciare il ghiaccio del primo della classe con la consolazione di essersi messi in tasca almeno un punticino buono per muovere la classifica, frutto comunque agrodolce dopo un epilogo di partita ricco di episodi degni di nota. A cominciare dalla quantomeno curiosa (per non dire scellerata) decisione di Christian Dubé, che in situazione di parità numerica sul ghiaccio, a tre contro tre oltretutto, di punto in bianco al 62’40’’ rinuncia al proprio portiere, richiamandolo in panchina... «Non so davvero cosa dire – dice, stupito, Bertaggia –. Onestamente in vita mia non avevo mai visto nulla del genere». Un colpo più da giocatore di poker che da allenatore di hockey. Pur se è vero che è proprio in quella stessa azione che arriverà la bastonata di Alatalo in faccia a Sprunger, che darà poi origine alla superiorità numerica in cui Mottet riuscirà a confezionare il gol-partita.
«Certo, tutto sommato abbiamo giocato bene, però a conti fatti abbiamo commesso dei piccoli errori che alla fine ci sono costati. Penso alle due reti un po’ stupide che abbiamo incassato, ma soprattutto a qualche penalità di troppo, ciò che ci era già successo nell’ultima partita. Dobbiamo stare più tranquilli».
A proposito di penalità: sull’economia della vostra serata, hanno senz’altro avuto un peso quei due minuti pieni a cinque contro tre attorno a metà gara, per quell’ingenuo sgambetto di Gunderson a Josephs, mentre sulla panchina dei puniti friborghese già c’era Mottet... Soprattutto, però, in quella doppia penalità c’è un momento in cui Berra si ritrova senza bastone, e nell’occasione i bianconeri in pista (Fazzini, nella fattispecie) giocano con un po’ troppa precipitazione. «Sì, diciamo che alla fine ci si può sempre soffermare su questa o su quella situazione – continua Bertaggia –. Però sì, è ovvio che se avessimo segnato un gol in quel 5 contro 3 la situazione sarebbe stata un po’ diversa. Alla fine, bisogna saper reagire a ciò che succede...».
Spesso si dice che a 5 contro 3 l’ideale sarebbe segnare subito, nella prima parte della penalità, per evitare che la pressione cominci a farsi sentire. «Io direi piuttosto che a 5 contro 3 l’ideale sarebbe segnare, punto. Però spesso si dimentica che anche in doppia superiorità numerica dall’altra parte ci sono degli avversari, e i tre del Friborgo che erano in pista hanno lavorato davvero bene».