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‘Annata positiva su più fronti, ma si può sempre fare meglio’

Il presidente Davide Mottis si dice soddisfatto del campionato dei suoi Rockets. ‘In fatto di punti, questa è stata la stagione più redditizia’

Un'avventura conclusa in gara 2 dei pre-playoff (Ti-Press)
16 marzo 2021
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È con un pollice alzato un po' su tutti i fronti che Davide Mottis archivia la stagione dei Rockets, su cui il sipario è calato venerdì alla Raiffeisen BiascArena, in gara 2 dei pre-playoff. «E già questo risultato è da salutare come un piccolo grande successo – tiene a sottolineare il presidente dei Razzi –. Siamo arrivati a giocarci un posto nei playoff chiudendo la stagione regolare con 56 punti in 46 partite, cifra mai raggiunta nelle quattro precedenti stagioni. È vero che poi, contro il Visp, siamo usciti in due partite, ma già l'essere riusciti a qualificarci per i pre-playoff lo ritengo un importante passo avanti a livello sportivo rispetto alle precedenti annate. A rendere estremamente positivo il bilancio di questa stagione è però anche, e soprattutto, il fatto che come società siamo riusciti a raggiungere quelli che fin dalla nostra nascita rappresentano gli obiettivi in fatto di formazione dei giovani. Anche quest'anno abbiamo saputo tenere fede alla nostra vocazione di club formatore, con diversi giovani che hanno potuto farsi le ossa e crescere a Biasca, per poi essere inseriti gradualmente nelle rispettive squadre con cui collaboriamo, sia ad Ambrì, Lugano, Davos o Losanna. In fondo, quella di fungere da trampolino per questi giovani era e resta il nostro obiettivo primario. Basti pensare che da Biasca, in questo primo lustro del progetto, è passata una cinquantina di ragazzi che poi ha trovato posto o in National League, o in squadre d'alta classifica del campionato cadetto».

La scelta di affidare le redini alla squadra al duo composto da Eric Landry e dal suo assistente Mike McNamara si è dunque rivelata pagante: «Indubbiamente, e non lo dico solo io, ma anche i risultati. E lo dicono pure i molti feedback che abbiamo ricevuto durante tutta la stagione, dai giocatori, ma anche dai direttori sportivi dei nostri partnerteam. Feedback, questi ultimi, che sono stati oltremodo positivi: i giovani che sono arrivati in provenienza dagli altri club da noi sono cresciuti e poi, quando sono ripartiti per la National League, lo hanno fatto con evidenti miglioramenti e con una grande motivazione».

Le buone notizie, da Biasca, non si fermano però all'aspetto sportivo della stagione: «È vero che l'esercizio attuale si chiuderà solo a fine aprile, ma le premesse per archiviare positivamente la stagione anche sotto questo aspetto ci sono tutte».

Soddisfatto, Davide Mottis, lo è anche per quanto attiene alle collaborazioni con i diversi club di National League: «Al di là della particolarità di una stagione segnata dalla pandemia, abbiamo comunque potuto lavorare in completa serenità, sia in seno al consiglio d'amministrazione, sia in seno alla commissione tecnica, tra i rispettivi direttori sportivi, portando avanti il nostro progetto formativo». È questa la formula ideale di collaborazione o ci saranno novità per il futuro? «La modalità di collaborazione portata avanti quest'anno è stata soddisfacente, anche se si può sempre fare meglio. Penso ad esempio all'inserimento in pianta stabile dei due stranieri: anche quest'anno era appunto previsto che Ambrì e Lugano ce ne mettessero a disposizione uno a testa ma poi, per varie vicissitudini, pandemia in primis, alla realtà dei fatti così non è stato». Già, la pandemia... Come ha inciso sulla stagione dei Rockets? «Beh, ovviamente anche noi abbiamo dovuto fare i conti con il coronavirus. Tanto direttamente, per essere stati costretti a fermarci a due riprese causa quarantena (fra cui la prima volta proprio in dirittura d'arrivo della preparazione estiva), quanto indirettamente, visto che quando la stessa cosa è toccata ai nostri partnerteam, anche i nostri giocatori che avevano avuto qualche contatto con quelle squadre sono stati a loro volta costretti a fermarsi». E sull'aspetto finanziario, come ha inciso? «A livello di pubblico ci sono mancate dalle due alle trecento persone, che, però, se rapportate ai cinquemila o giù di lì spettatori di Lugano o Ambrì non hanno un peso così determinante ai fini dell'esercizio contabile. D'altro canto questa pandemia, e la conseguente decisione di chiudere le porte degli stadi agli spettatori, non ci ha permesso di tradurre in una maggiore affluenza il crescente entusiasmo che abbiamo percepito durante tutta la stagione, generato anche dai risultati ottenuti sul ghiaccio».

Il ‘caso’ Swiss League

‘Determinati ad andare fino in fondo’

Riuniti lunedì in assemblea straordinaria, gli azionisti dei Ticino Rockets hanno nel frattempo ribadito, senza sorpresa, la volontà di proseguire con questo progetto. E, di riflesso, hanno dato il loro assenso al consiglio d'amministrazione a mantenere la sua posizione nei confronti della ‘nuova Swiss League’. Che, almeno in teoria, metterebbe a repentaglio l'esistenza dei ‘farmteam’ quali Evz Academy, Gck Lions e, appunto, Ticino Rockets. «Era importante che ci fosse anche il supporto da parte dei nostri azionisti». Ma quanto è concreto il rischio che i Rockets si trovino esclusi da questa ‘nuova’ Swiss League? «La nostra posizione è a rischio nella misura in cui sotto questo aspetto c'è ancora una sorta di ostruzionismo nei confronti delle squadre come la nostra. Anche perché, a oggi, non ci hanno ancora comunicato quelle che sarebbero le condizioni che vorrebbero che noi adempissimo. Detto ciò, ed è anche quanto ha ribadito l'assemblea lunedì, noi abbiamo tutte le carte in regola per continuare a far parte di una lega che già esiste e di cui già facciamo parte a pieno titolo per meriti sportivi, organizzativi, per solidità finanziaria e via discorrendo. In parole semplici, noi ci siamo, e siamo determinati ad andare fino in fondo per far rispettare i nostri diritti. E ritengo anche che alla fine saremo ammessi, perché non possono fare altrimenti. Ora si tratta solo di capire come e quando, cose che vedremo solo nelle prossime settimane».