Nella Spagna forse Nacho al posto di Lenormand, mentre nell'Inghilterra Trippier pare favorito su Shaw
Di finali dall’esito già scritto e poi riscritto in corso d’opera ne è piena la storia del calcio. Ma se partissimo dal gioco espresso, dalla forma fisica e dall’impatto che stanno avendo i giocatori più rappresentativi non ci sarebbe partita. E la risposta sarebbe: Spagna.
Se volessimo prenderla dal lato dell’epica non avremmo dubbi nemmeno qui: Inghilterra. D’altronde, chi è più destinato alla vittoria di chi risorge all’ultimo minuto da un’eliminazione con una rovesciata, recupera un gol nei quarti (ahinoi, sappiamo a chi) e poi la sfanga ai rigori, e in semifinale parte sotto, ma poi ribalta tutto con un gol al 90’ di un subentrato?
Se dovesse giocare la storia, anche qui ci sarebbe da scommettere sugli inglesi: 14 vittorie contro 10 degli spagnoli (e 3 pareggi). Quattro successi su quattro agli Europei (3 nei tempi regolamentari, uno ai rigori). Ma se la storia la guardiamo nelle bacheche, stiamo a 3 Europei a 0 per la Spagna.
Ma a parlare sarà il campo, dove gli spagnoli hanno dieci certezze e un solo dubbio, al centro della difesa: Le Normand o Nacho? Il primo sarebbe il titolare, accanto a Laporte, ma le sue prestazioni non hanno convinto. Il 34enne Nacho, invece, ha fatto bene al posto di Le Normand quando è entrato con la Germania, benissimo con la Francia, quando il compagno era squalificato. Le sue quotazioni sono in rialzo.
Per il resto il ct De la Fuente schiererà i soliti: Unai Simón in porta, Carvajal a destra (rientrato dalla squalifica), Laporte al centro e Cucurella (l’uomo più fischiato di Germania) a sinistra: a centrocampo Rodri, Fabián Ruiz e Dani Olmo, il sostituto dell’infortunato Pedri: davanti spazio all’eroe della semifinale Lamine Yamal (che domani compirà 17 anni) a destra, con Morata al centro e Nico Williams a sinistra.
Il piano gara è chiaro: pressing alto, riaggressioni e palleggio a centrocampo, con Rodri e Fabián Ruiz a cercare l’imbucata, Dani Olmo pronto a inserirsi al centro (nessuno in questa Spagna vede la porta come lui) e, sull’esterno, ricerca insistita dell’uno contro uno via Lamine Yamal e Nico Williams. Il rientro di Carvajal sistema poi una corsia destra che con Jesús Navas, in semifinale, ha mostrato molte crepe.
Il vero rebus è l’Inghilterra, che ha cambiato e ricambiato modulo e approccio, giovandone soprattutto contro l’Olanda. La squadra si è mostrata più a suo agio col pallone rispetto alla gara con la Svizzera, anche se sempre macchinosa e poco ispirata negli uomini-copertina: Bellingham, Foden e Kane (che comunque partiranno titolari). Mainoo, altro talento precocisisimo (19 anni) fa ormai coppia fissa a centrocampo con Rice. Mentre Trippier dovrebbe essere preferito al rientrante Shaw a sinistra con il terzetto di difesa (Walker-Stones-Guéhi) confermato. Dopo la rovesciata di Bellingham e lo slalom di Saka con la Svizzera, con l’Olanda l’ha risolta un’altra giocata di un singolo, Watkins: un gol preparato da vero centravanti. Vista la forma precaria di Kane, questa volta potrebbe entrare molto prima.