Una spettacolare rete del campione ancora sedicenne riprende la Francia, passata subito in vantaggio. Il 2-1 è dell’uomo della provvidenza Dani Olmo
Hanno vinto i buoni come nei film, faticando come nei film. Sennò non c’è il film. Ha vinto la Spagna. Ha vinto il futuro, talmente futuro da non avere ancora 17 anni: si chiama Lamine Yamal.
La partita tra la Spagna gioiosamente liberata dall’ossessione per il tiqui-taca e la Francia di Deschamps, fin qui noiosa e incapace di innescare i tanti talenti a disposizione, non è stato un massacro in stile Olanda-Uruguay del Mondiale 1974, la partita diventata esempio plastico di una cosa nuova che spazza via il vecchio (con il calcio totale ad annichilire i sudamericani che, travolti, si ritrovarono prima in fuorigioco con 7-8 uomini per volta e poi a tirare calci a tutti quelli che passavano, rimbecilliti da una cosa che non capivano).
Ecco, così no, ma una lezione di contemporaneità c’è stata, eccome. Perché c’è uno scarto in quel che abbiamo visto all’Allianz Arena, tra una squadra attiva, in cerca del gol passando per le proprie qualità, e una reattiva, a speculare sulle debolezze altrui. Ha vinto la tecnica applicata al possesso palla – anche insistito – quando serviva, ma mai fine a sé stessa; ha vinto il ritorno a un gioco meno monocorde e più sincopato, ma soprattutto il ritorno (benedetto) delle ali che sanno dribblare e creare superiorità numerica col talento, facendoti alzare dalla sedia: Lamine Yamal, certo, ma anche Nico Williams.
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Il gol del momentaneo 1-0 di Kolo Mouani
La Spagna, come voleva la sceneggiatura, è partita subito all’attacco, aggredendo e sfiorando il gol già al 5’ con un colpo di testa di Nacho. La Francia ha risposto con Mbappé lanciato in porta da Kolo Mouani, fermato in scivolata dal 38enne Jesús Navas, in campo al posto dello squalificato Carvajal. In Spagna molti temevano questo cambio obbligato, e i timori erano fondati, visto che è proprio da un “uno contro uno” Mbappé-Navas che nasce il gol dell’1-0 francese: con cross del numero 10 e Kolo Mouani che sbuca di testa sul secondo palo. Quattro minuti dopo Navas si fa ammonire per un recupero scomposto su Rabiot. E quando Mbappé al 18’ lo mette ancora in croce, quasi provocando il 2-0, ci si chiede se non sia il caso di mettere già mano alla panchina. Intanto, l’altro terzino Cucurella viene fischiato dai tifosi francesi, ma soprattutto tedeschi (in molti allo stadio, d'altronde doveva essere la "loro" semifinale), ogni volta che tocca palla. C‘è da dire che lui, di tutto ’sto fischiare se ne infischia e fa la sua partita.
A sistemare tutto, per la Spagna di De la Fuente, arriva il gol da predestinato di Lamine Yamal (d’altronde come interpretare la foto rispuntata in queste ore, in cui, praticamente neonato, viene “battezzato” in una vasca da un giovanissimo Leo Messi per un’iniziativa del Barcellona con l’Unicef?), che al 21’ rientra sul sinistro e da fuori area fa partire un tiro sul secondo palo imparabile per Maignan (secondo le statistiche, da quella posizione la probabilità di segnare è del 2%): niente di peggio per rovinare i piani di Deschamps, che in vantaggio 1-0 stavano funzionando a meraviglia.
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Il 2-1 di Dani Olmo
Il pressing alto della Spagna, andato in blackout dopo il vantaggio francese, riparte. E se c’è un cambio obbligato che non funziona (Navas per Carvajal), ce n’è uno che funziona benissimo: Dani Olmo per l’infortunato di lungo corso Pedri (messo fuori gioco nei quarti da Kroos). Già in gol con Georgia e Germania, il numero 10 salta con un gioco di prestigio Tchouaméni e calcia in porta, dove sulla riga c’è Koundé a deviare per il 2-1 spagnolo una palla che, comunque, stava già entrando. Quando al 37’ Lamine Yamal sbaglia un passaggio scatta l’applauso, tanto per dare l’idea dello status raggiunto da questo giocatore, che compirà 17 anni sabato, il giorno prima della finale.
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La gioia degli spagnoli a fine gara
La girandola di cambi di Deschamps (che comprende l’ingresso di due campioni del mondo sbiaditi, Griezmann e Giroud) non porta a nulla. L’occasione buona arriva prima sul piede sbagliato, quello destro di Theo Hernandez, che al 72’ calcia in stile rugbistico, con gli stessi esiti. Poi su quello giusto di Mbappé, che però sparacchia malamente sopra la traversa chiudendo l’Europeo in cima alla lista delle grandi delusioni.
La Spagna va in finale meritatamente, la Francia perde nella sua partita forse migliore, di certo la meno noiosa. Però se la cosa più bella del tuo Europeo resta la maglietta, qualche domanda te la devi fare.
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Mani nei capelli per Mbappé