È la gara di Dani Olmo, di Merino e dell’arbitro. I tedeschi recuperano lo svantaggio all’89’, si vedono negare un rigore e capitolano nei supplementari
La giornata, a Stoccarda, è finita com’era iniziata. Ma ci sono voluti i tempi supplementari. Con gli spagnoli a bere e cantare per strada e i tedeschi a casa. Gli eroi del giorno – per i vincitori – sono tre, tutti e tre un po’ (o molto) meno spagnoli di quanto si potesse immaginare alla vigilia. Di sicuro inattesi: Dani Olmo, Mikel Merino e l’arbitro.
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La panchina spagnola in festa
Il primo, autore del gol che ha aperto le marcature, è un catalano che in carriera non ha giocato nemmeno un minuto in un club spagnolo: si è trasferito ragazzino alla Dinamo Zagabria e poi è passato direttamente nella Bundesliga tedesca, al Red Bull Lipsia.
Il secondo, l’autore della rete decisiva a un minuto dalla fine dei supplementari, è un basco (altra terra di indipendentismi) che gioca nella Real Sociedad, il classico centrocampista che conosce chi, giocando a Fifa o a Football Manager, si diverte a portare squadre di medio calibro alla vittoria virtuale. Prima di ieri aveva giocato nella gara delle riserve (contro l’Albania) e una manciata di minuti nelle altre tre.
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Il gol del vantaggio di Dani Olmo
Il terzo è l’arbitro Anthony Taylor, che – sul risultato di 1-1, nel secondo tempo supplementare – non ha ritenuto da rigore un intervento di mano con il braccio (molto) largo di Cucurella su tiro di Musiala. Complice la sala Var, che ha controllato, ma non l’ha richiamato, l’inglese ha lasciato correre. A quel punto ci si aspettava i rigori, dieci almeno, su cui Taylor non poteva dire niente. E invece è arrivato il colpo di testa di Merino. L’anno scorso nella finale di Europa League tra Roma e Siviglia, lo stesso Taylor (sempre sull’1-1) aveva ignorato un contatto palla-mano molto simile (perfino meno netto) che – anche in quel caso – si rivelò decisivo per la vittoria degli spagnoli.
Gli eroi annunciati della vigilia non si sono rivelati tali. Quando la partita si è decisa, il temutissimo sedicenne Lamine Yamal (autore comunque dell’assist del primo gol) e l’altro spauracchio Nico Williams erano già stati sostituiti. Le due formazioni, nel frattempo, erano state stravolte dall’andamento della gara, con i tedeschi a rincorrere fino al pari raggiunto a un minuto dal 90’ con Wirtz, partito dalla panchina per lasciare spazio a un impalpabile Sané.
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Il pareggio di Wirtz
La Spagna era andata in vantaggio a inizio secondo tempo, con Dani Olmo, entrato in campo dopo appena 8 minuti per sostituire un altro possibile eroe della vigilia, Pedri, uscito dopo una brutta entrata di Toni Kroos. Ad alcuni ha ricordato l’intervento di Sergio Ramos ai danni di Salah nei primi minuti della finale di Champions League 2018, che tolse subito dalla contesa l’arma più affilata degli inglesi. Il Real poi vinse la partita. E Kroos era in campo.
Col senno di poi, se la sua entrata su Pedri fosse stata davvero premeditata, sarebbe stato solo il primo degli errori in una partita sciagurata, l’ultima della sua carriera (il tedesco aveva detto che l’Europeo avrebbe coinciso con il suo ritiro). Kroos, impreciso nei passaggi (una rarità), si è fatto trovare fuori posizione sul gol di Dani Olmo (un peccato condiviso con Andirch) e ha poi perso palla sull’azione del 2-1. Forse solo Zidane con la sua testata a Materazzi ha fatto peggio in una gara d’addio così importante. I tedeschi hanno comunque cantato il suo nome, sollecitati dallo speaker, a fine partita.
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Una delle occasioni create dal subentrato Füllkrug
In mezzo ai disastri di Kroos, il ct tedesco Nagelsmann (che – forse per sudditanza psicologica – non l’ha tolto) aveva comunque raddrizzato una formazione iniziale sbagliata inserendo Wirtz (subito pimpante) e Füllkrug, grande, grosso e sgraziato, ma in grado – dal momento del suo ingresso – di calamitare tutti i palloni nell’area spagnola su di sé, colpendo anche un palo. Il ct aveva messo il vecchio talismano Müller (che da buon talismano stava funzionando senza fare nulla) e tolto un difensore, Tah, andando in modalità assalto: poi nei supplementari ne aveva rimesso uno, Anton, al posto di Havertz, che ha fatto e disfatto l’impossibile (giocando bene e male insieme).
Quando la Germania sembrava finalmente padrona del suo destino, spinta dal pubblico e dal gol insperato di Wirtz, ci hanno pensato prima Taylor e poi Merino a cambiare il finale. I tedeschi che non battono la Spagna in una gara ufficiale dal 1988 (proprio agli Europei, proprio in casa), sono al terzo grande torneo casalingo consecutivo in cui non solo non vincono, ma non arrivano nemmeno in finale.
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Per Toni Kroos giornata da dimenticare