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Più concretezza per battere lo Young Boys

Reduce dalla sofferta vittoria in Europa, il Lugano ospita domenica i campioni svizzeri. Rispetto alle ultime settimane occorre più precisione sottoporta

25 ottobre 2024
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Imporsi sul palcoscenico europeo non è un gioco da ragazzi. In ognuna delle tre competizioni la concorrenza è spietata e capita spesso che squadre blasonate ci lascino le penne contro avversari meno quotati o su campi di... periferia. Il successo del Lugano contro il Mlada Boleslav in Conference League, il secondo dopo il brillante esordio a spese dell’Hjk Helsinki, per quanto sofferto dimostra come la compagine ticinese abbia ormai raggiunto uno status europeo che ancora lo scorso anno gli faceva difetto. Con sei punti nei primi due turni, i bianconeri possono guardare con fiducia alla qualificazione per gli ottavi di finale, se non diretta, perlomeno attraverso lo spareggio.

La vittoria in Repubblica Ceca non deve tuttavia far pensare a una prestazione brillante. Il Lugano ha faticato, forse al di là delle legittime aspettative, più per demeriti propri che per meriti dell’avversario. È infatti mancata la finalizzazione della manovra, come già domenica scorsa a Yverdon. Contro il Mlada Boleslav, i bianconeri avrebbero dovuto chiudere la pendenza con largo anticipo, ma hanno ribadito di avere le polveri bagnate, come già evidenziato nel pareggio di Zurigo e nel citato passo falso nel Canton Vaud. Di questi tempi alla squadra di Croci-Torti occorrono troppe occasioni per fare centro e questo rischia di ripercuotersi sui risultati. È stato il caso al Letzigrund e al Municipal di Yverdon e lo sarebbe stato pure giovedì in Europa se Amir Saipi non avesse cavato dal cilindro una delle sue migliori prestazioni in bianconero, con due rigori parati e almeno altri tre salvataggi decisivi (e difficili). È stato di gran lunga il miglior uomo in campo ed è giusto che una squadra possa di tanto in tanto poggiare le sue speranze di vittoria sulle prestazioni dell’estremo difensore, ma meglio sarebbe non approfittarne tirando troppo la corda.

Rientrato in Ticino venerdì all’alba, al Lugano rimangono poche ore per recuperare le energie (nel finale della sfida di Conference il calo fisico è stato palese) e per preparare l’impegno in Super League di domenica contro lo Young Boys. Il tempo a disposizione non è molto, tuttavia il solo fatto di dover affrontare i campioni svizzeri in carica, con la prospettiva di ricacciarli a distanza siderale in caso di vittoria, dovrebbe essere sufficiente a galvanizzare la truppa di Croci-Torti. Il Lugano è rientrato stanco ma felice dalla Repubblica Ceca, lo Young Boys ha avuto a disposizione un giorno di recupero in più, non ha dovuto sobbarcarsi un faticoso viaggio, ma arriverà a Cornaredo con il morale sotto i tacchi per il modo in cui si è conclusa la sfida contro l’Inter, sfida che i gialloneri avrebbero pure potuto vincere e che invece hanno perso al 92’. E sul piano del dispendio fisico, la prestazione offerta contro l’Inter è stata senza dubbio più onerosa rispetto a quella alla quale il Lugano si è sottoposto contro il Mlada Boleslav. È tuttavia innegabile che lo Young Boys visto all’opera in Champions non è apparso nemmeno lontano parente di quello che in Super League ha racimolato appena due vittorie e nove punti in dieci giornate. Se l’avvicendamento di Patrick Rahmen con Joël Magnin abbia davvero rappresentato il déclic tanto atteso da Christoph Spycher e dirigenza tutta, sarà la Super League a doverlo decretare. Non dimentichiamoci, infatti, che la bella prestazione contro l’Inter non è l’unica proposta dai gialloneri in Champions: tuttavia, l’eliminazione del Galatasaray allo stadio dei playoff non era servita a invertire la rotta di un inizio di stagione disastroso. Se qualcosa è cambiato, per una squadra che ha perso anche il guineano Ali Camara (infortunato a un polpaccio), lo capiremo domenica a Cornaredo.

Per quanto riguarda il Lugano, dovrà giocoforza ritrovare quella capacità di finalizzare la manovra venuta meno in queste ultime settimane, perché contro un avversario dalla fisicità imponente come quello bernese, troppi errori sottoporta rischierebbero di venir pagati con moneta sonante. In Conference si è rivisto in panchina Shkelqim Vladi, ma è più probabile che sul fronte offensivo, proprio per contrastare l’imponenza fisica dei difensori bernesi, Croci-Torti possa dar fiducia a Przybylko, autore di due ottimi assist di testa, il primo a Yverdon a favore di Steffen (poi falciato in area senza reazione da parte di arbitro e Var), il secondo in Conference per lanciare in rete Doumbia, in una delle troppe occasioni fallite per chiudere la partita (l’ivoriano ha sparato sul portiere). Ancora ai box i due esterni Zanotti e Valenzuela, assenze che si fanno pesantemente sentire sulla qualità (difensiva) e sulla pericolosità (offensiva) del gioco bianconero. Ciò nonostante, il Lugano possiede i requisiti tecnico-tattici e la consapevolezza per far rispettare i valori della classifica e dimostrare che la battuta d’arresto di Yverdon è stata soltanto un passo falso dettato da episodi contingenti e non l’inizio di un periodo di appannamento.