Il 23enne vodese torna al servizio di Yakin dopo l'infortunio di settembre: ‘Sono rimasto in Emilia perché la ritenevo la scelta migliore per la carriera’
È stato una delle gradite sorprese dell'Europeo in Germania, una ventata di aria fresca che, assieme a Ruben Vargas, ha contribuito a sprigionare sulle fasce dello schieramento di una Nazionale rossocrociata felice di aver finalmente trovato un giocatore abile nell'uno contro uno e nel creare quella superiorità numerica troppe volte venuta a mancare. Dopo il gol alla Germania e una serie di ottime prestazioni, Dan Ndoye è diventato improvvisamente un giocatore sul quale si sono puntati gli occhi di società importanti, in primis l'Inter. Alla fine, però, il 23enne vodese ha deciso di non muoversi da Bologna e dopo un infortunio muscolare che lo aveva costretto a saltare le ultime due uscite della Nazionale (Danimarca e Spagna), in questi giorni è nuovamente a disposizione di Murat Yakin per le sfide contro Serbia e Danimarca, terza e quarta giornata di Nations League. «Sono rimasto perché sentivo che quella era la scelta giusta per la mia carriera. A Bologna avevo ancora obiettivi da raggiungere e progressi da compiere. Il fatto di poter disputare la Champions League è stato un fattore importante nella mia scelta».
Partito Thiago Motta, a Ndoye, Michel Aebischer e Remo Freuler è stato chiesto di ricominciare da valori azzerati agli ordini del nuovo tecnico Vincenzo Italiano... «La filosofia è diversa, Italiano è un allenatore che porta idee nuove. Occorre un po' di tempo per assimilare tutto, soprattutto in quanto numerosi giocatori hanno avuto a disposizione un periodo di preparazione piuttosto breve a causa della loro partecipazione agli Europei».
Fattori che, messi tutti assieme, spiegano almeno in parte il difficile inizio di campionato vissuto dalla squadra felsinea, che dopo il 5° posto dello scorso anno in questa stagione ha sin qui ottenuto una sola vittoria, con appena 7 reti segnate in 9 partite. Dan Ndoye, almeno in parte, è corresponsabile della situazione, in quanto il suo apporto realizzativo risulta deficitario (un solo gol in campionato nell'intera scorsa stagione), esercizio da sempre considerato come la palla al piede del vodese. «È senza dubbio in questo aspetto che il mio gioco deve migliorare. Ci sto lavorando da diversi anni, forse ho soltanto bisogno di una svolta, un déclic dopo il quale tutto si risolverà. Il duro lavoro sarà ripagato, ne sono certo: non so quando e dove, ma sono sicuro che accadrà». Tuttavia, se il Bologna sta parzialmente deludendo le attese (al di là dell'ottima prestazione offerta in Champions League ad Anfield contro il Liverpool), altrettanto non si può dire per Ndoye. L'infortunio muscolare a inizio settembre lo ha tolto dai giochi per qualche settimana, ma appena ristabilitosi ha riottenuto il posto da titolare sulla fascia, staccando in pagella note quasi sempre eccellenti nonostante il deficitario apporto realizzativo.
Il Bologna, che lì davanti ha perso l'olandese Zirkzee, passato al Manchester United dopo un'ottima stagione in rossoblù, ha senz'altro bisogno anche delle reti dell'esterno elvetico. Proprio come un Ndoye in buone condizioni fisiche sembra assolutamente indispensabile al gioco della selezione di Murat Yakin. Anche perché, meglio non scordarselo, la Svizzera ha perso per strada Xherdan Shaqiri e la sua fantasia... «Posso trarre ispirazione dalla sua perseveranza. Bisogna dare il massimo dal primo all'ultimo minuto per poter cambiare in qualsiasi momento il corso di una partita. Shaq aveva questa immensa capacità».
Al netto delle qualità tecniche di Shaqiri, al momento ineguagliabili per qualsiasi giocatore elvetico, rispetto al basilese Ndoye possiede nella versatilità un importante atout. Schierato nel tridente d'attacco all'inizio degli Europei, quando Widmer è venuto a mancare per squalifica si è adattato anche al ruolo di cursore, tanto da far pensare all'Inter che il rossocrociato avrebbe potuto prendere il posto di Dumfries... «La mia posizione preferita rimane quella di ala, ma l'allenatore sa che sono in grado di giocare pure in ruoli diversi».
Murat Yakin certamente lo sa, ma è verosimile che sabato contro la Serbia si serva del vodese in qualità di attaccante, anche perché sulla fascia opposta non ci sarà Ruben Vargas, alle prese con un problema ai legamenti di una caviglia, per cui la capacità di Ndoye di saltare l'uomo sarà ancor più preziosa. Nella speranza che possa dare il suo contributo anche in termini di reti realizzate, perché dalla Serbia la Nati deve assolutamente tornare con in tasca tre punti.