Finito sotto accusa per un grave errore commesso lo scorso autunno in Kosovo, l'attaccante del Bologna è tornato nelle grazie del selezionatore
Contrariamente a quanto molti pensano, Murat Yakin è un uomo – e un allenatore – capace anche di perdonare. E lo sa bene Dan Ndoye, come vedremo fra poco. Fra coloro che invece ritengono il selezionatore incapace di dimenticare i passi falsi, c‘è ad esempio Ulisses Garcia, sulla cui coscienza pesa ancora oggi come un macigno l'ingenuo rigore su Berardi provocato a Roma nell'autunno del 2021, che poteva costare la qualificazione al Mondiale del Qatar, per fortuna poi sbagliato dall'azzurro Jorginho.
Ma Garcia non è l'unico: ne sanno qualcosa anche Kevin Mbabu e Jordan Lotomba, puniti per un lungo tempo a causa di una partita di carte disputata fino a tardissima notte nella hall di un hotel, e probabilmente mai del tutto perdonati.
Chi invece pare essere stato perdonato e aver ormai scontato la propria pena è, come detto in apertura, Dan Nodye, che lo scorso autunno a Pristina perse al 93’ nei pressi della bandierina del corner un pallone che andava invece blindato, consentendo ai kosovari di andare a pareggiare all'ultimissimo secondo di gioco. Un errore che, fra le altre, ebbe come conseguenza anche la virulenta reazione del capitano Granit Xhaka, che utilizzò quella scellerata leggerezza di Ndoye per lanciare critiche feroci all'intero operato di Murat Yakin, dalle scelte tecniche alla gestione del gruppo alla pianificazione degli allenamenti durante i ritiri.
Murat, ad ogni modo, ha capito che il talento dell'attaccante del Bologna davvero non è banale, anzi, è da considerarsi un autentico diamante. O meglio ancora, un'arma che per le retroguardie avversarie può risultare assai velenosa. La sua velocità e i suoi cambi di passo improvvisi, infatti, sono in grado di privare i rivali del necessario equilibrio difensivo, e di regalare alla Svizzera preziose situazioni di superiorità numerica. E, dunque, Yakin ha infine deciso di perdonare a Ndoye l'erroraccio commesso in Kosovo malgrado le feroci polemiche che aveva scatenato, alcune delle quali aveva portato nientemeno che fin quasi all'esonero del selezionatore.
Titolarizzato e utilizzato come cursore sinistro in occasione delle ultime quattro amichevoli disputate prima dell'Euro, il ventitreenne di Nyon si è ritrovato – in queste prima partite della fase finale del torneo continentale – a muoversi invece sul fianco destro dell'attacco. Una scelta spiegata dal Ct col fatto che – continuando a schierarlo a sinistra, dove già opera Ruben Vargas – l'intera squadra si sarebbe ritrovata fin troppo sbilanciata su quel lato. Parole che avrebbero potuto significare addirittura il sacrifico di Ndoye, ma invece Murat ha deciso semplicemente – invece di relegarlo in panchina – di spostarlo sull'altra banda.
«Dan è velocissimo», ha detto Murat sorridendo sornione. «E oltretutto è in piena fiducia». In effetti, la prima trionfale stagione disputata a Bologna – in compagnia dei connazionali Remo Freuler e Daniel Aebischer – pare aver conferito a Ndoye quella consapevolezza nei propri mezzi che fino a un certo punto sembrava fargli difetto. In maglia rossoblù, ricordiamo, i tre rossocrociati – da protagonisti assoluti – sono riusciti a conquistare il quinto posto in campionato e una storica qualificazione dei felsinei alla prossima Champions League.
A 23 anni, Ndoye ha un enorme e gratificante futuro davanti a sé, specie se sarà capace di diventare più efficace sotto-porta. A Bologna, infatti – pur giocando benissimo – ha trovato la via del gol in una sola occasione, lo scorso 11 maggio, nel corso della gara di campionato giocata a Napoli. In Nazionale, invece, dopo 13 presenze non è ancora riuscito a timbrare il cartellino. Mercoledì sera, in realtà, c'era perfino riuscito, se soltanto il Var e un guardalinee non gli avessero negato al 33' minuto la gioia della rete per via di un fuorigioco di pochissimi centimetri. E quella non è stata la sola occasione capitatagli contro la Scozia, dato che in altre due circostanze avrebbe potuto superare il portiere rivale Angus Gunn. «Avrei potuto e dovuto segnare», riconosce il vodese. Sarà per un'altra volta, insomma, sperando che accada magari già domenica contro la Germania.