CALCIO

Serata di esperimenti, ma solo fino a un certo punto

La Svizzera riceve l'Estonia nel penultimo test prima di Euro 24. Yakin proverà soluzioni e giocatori nuovi, tuttavia occorre una prestazione di spessore

Occasione d’oro per Filip Ugrinic e Kwadwo Duah
3 giugno 2024
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Vincere e convincere. Dopo un’orribile seconda parte di 2023 e due amichevoli primaverili poco convincenti in Danimarca e Irlanda, la Nazionale svizzera, a undici giorni dall’esordio a Euro 2024 (sabato 15 a Colonia contro l’Ungheria) è chiamata a una prestazione capace di fugare i molti dubbi sulla sua reale consistenza. A Lucerna si troverà di fronte l’Estonia, 123ª del ranking Fifa e che i rossocrociati affrontano per la quinta volta da quel lontano 16 agosto 1992, quando la selezione baltica aveva tenuto a battesimo l’era di Roy Hodgson, concedendo un 6-0 che aveva lanciato nel migliore dei modi la rincorsa (riuscita) verso i Mondiali statunitensi. Yakin, alle prese con mille problemi sul fronte offensivo, non si aspetta probabilmente una messe di gol altrettanto importante, ma certamente qualcosa in più rispetto al misero 1-0 su autorete al 94’ che aveva segnato l’ultima sfida tra le due compagini il 12 ottobre 2015, quando sulla panchina elvetica c’era Vladimir Petkovic.

Nell’ultima amichevole in Irlanda, a decidere era stato Xherdan Shaqiri, sempre meno apprezzato a Chicago, ma sempre decisivo in Nazionale. Il basilese, alle prese con un problema al polpaccio, se recuperato giocherà e dovrà garantire fantasia a un attacco tutto da decifrare. Embolo è impegnato in una corsa a ostacoli per recuperare dall’ennesimo guaio fisico, Seferovic non è stato convocato e il neosvizzero Joël Monteiro è stato tagliato in quanto infortunato, per cui Yakin sarà costretto a… raschiare il fondo del barile. Contro l’Estonia, la prima punta dovrebbe essere Kwadwo Duah, 27enne del Ludogorets, terzo miglior realizzatore del campionato bulgaro. Formato allo Young Boys e con un trascorso a Neuchâtel e al Servette, Duah ha l’occasione della vita per ritagliarsi un posto nella lista che Yakin dovrà depositare venerdì, il giorno prima della ripetizione generale contro l’Austria.

Murat Yakin: ‘Le critiche non mi hanno scalfito’

Nell'imminenza di quella che sarà la quinta fase finale europea dal 2004, Yakin tiene a riportare il campanile al centro del villaggio. Quanto hanno scalfito la personalità del selezionatore della Nazionale le critiche degli scorsi mesi? «Ciò che è stato detto sul mio conto mi è indifferente – premette Yakin –. La pressione mediatica è normale. Sono rimasto calmo: conosco il potenziale della mia squadra e sono convinto che possegga tutte le qualità per fare risultato. Le critiche sono arrivate in un momento in cui stavo attraversando un periodo molto difficile a seguito della morte di mia madre. Ma il sostegno della Federazione e dei giocatori è stato prezioso».

Non si può tuttavia negare che i commenti di Granit Xhaka e Tami potevano dare adito a una certa diffidenza circa il futuro della condizione tecnica della Svizzera... «Certe situazioni portano a un eccessivo nervosismo. Sono molto affezionato a Granit come giocatore e come persona; si è espresso in modo emotivo. Posso capirlo; ci siamo parlati e ci siamo chiariti. Per quanto riguarda Tami, le sue dichiarazioni possono essere state interpretate in modo eccessivo. I nostri colloqui a quattr'occhi mi portano a pensarlo e ad avere una sensazione diversa».

Mancanza di ritmo

Tornando al campo e all'ormai imminente Euro 2024, quali aspettative nutre Murat Yakin nei confronti di Shaqiri? «Sappiamo cosa può fare Xherdan per noi. Può rivelarsi un giocatore decisivo, e nessuno in squadra ha un piede sinistro così magico. Nell'amichevole in Danimarca non l'avevo titolarizzato perché mancava di ritmo. La Mls non ha la medesima intensità di uno dei cinque maggiori campionati europei. Ora sta a lui fare tutto il possibile per essere lucido e in forma come i suoi compagni di squadra. Alla fine spetterà a me decidere se la sua titolarizzazione sarà la scelta migliore per la squadra».

Il 15 giugno la Svizzera esordirà sulla ribalta di Euro 2024 sfidando l'Ungheria: che avversario si ritroveranno di fronte gli elvetici? «Di fronte ci sarà una squadra che applica alla perfezione il suo sistema. Anche l'Ungheria può contare su diversi giocatori che militano nei cinque maggiori campionati». Il secondo impegno, poi, sarà contro la Scozia che, sulla carta, si presenta come la squadra più abbordabile di tutto il girone... «Ma non va dimenticato che ha battuto la Spagna nelle qualificazioni. Personalmente sono dell'idea che in una fase finale tutti gli avversari si equivalgano. La Svizzera può vincere tutte le partite del suo girone, ma può anche perderle tutte e tre... L'unica certezza alla vigilia di questo Euro è che tutto è possibile». Che dire invece della Germania, che al ‘suo’ torneo approda forte dei successi in amichevole contro Francia e Olanda? «Non do mai troppo peso ai risultati delle amichevoli. In queste partite spesso non si gioca con la medesima intensità, e questo falsa i risultati. Ciò non toglie che questa Germania abbia una rosa di qualità, e in più avrà il vantaggio di giocare davanti al suo pubblico, cosa che la caricherà ulteriormente».

Quale dovrebbe essere il risultato della Svizzera a questo Euro per indurre Yakin a prolungare il suo contratto alla guida della Nazionale? «Perché preoccuparsi del futuro? So già chi sarà l'allenatore della Svizzera domani mattina. E anche dopodomani. Questa primavera non ho accettato l'offerta di rinnovare il mio contratto: l'idea è di valutare il tutto al termine dell'Euro. Sono ancora estremamente orgoglioso e felice di essere il selezionatore della squadra svizzera; l'ho detto anche ai miei dirigenti. Comunque sia, nel calcio bisogna sempre mettersi in discussione: non si può vivere di rendita. Questo vale per i giocatori, ma vale anche per me».