CALCIO

La Nazionale ha un gusto più dolce se arriva all'età di 28 anni

La Svizzera è a La Manga per preparare le amichevoli con Danimarca e Irlanda. In gruppo spicca il volto del neofita Vincent Sierro, capitano del Tolosa

19 marzo 2024
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Il 2024 della Nazionale svizzera, quello che avrà quale momento focale la partecipazione alla fase finale dell'Europeo in Germania, è iniziato con uno stage a La Manga, in Spagna, per preparare le due amichevoli contro Danimarca (sabato) e Irlanda (martedì). Tra i volti nuovi della prima selezione dopo la conclusione della fase di qualificazione figura anche quello di un neofita. In questi giorni, Vincent Sierro assapora il dolce gusto della Nazionale e lo fa alla veneranda età di 28 anni. La chiamata di Murat Yakin rappresenta un premio tardivo per la perseveranza del vallesano, al quale a Tolosa sono bastati sei mesi per mettersi al braccio la fascia da capitano. Vincent Sierro potrebbe avere la coscienza sporca. Se a Monaco il portiere svizzero Philipp Köhn è stato relegato in panchina, in parte la responsabilità è sua. Un po’ più di un mese fa, Sierro aveva costretto il connazionale a una brutta figura, quando invece di centrare aveva deciso di andare direttamente alla conclusione, segnando il terzo dei cinque gol messi a segno in Ligue 1.

Un gesto che aveva fatto la felicità del suo allenatore. Non tanto per la bellezza del gol, quanto perché prima della partita il preparatore dei portieri aveva sottolineato come in campo Köhn tenesse molto spesso una posizione rischiosa. «A volte diamo informazioni ai giocatori, ma loro non si concentrano e non recepiscono. Vincent è uno di quei giocatori che mette in pratica ciò che gli viene suggerito – ha detto l'allenatore Carles Novell –. Ascolta sempre ed è un buon esempio per tutti».

Questa è una qualità che altri allenatori hanno già apprezzato nel vallesano. Peter Zeidler, ad esempio, che lo ha allenato al Sion e poi al San Gallo, una volta ha detto che Sierro è il calciatore e l'uomo che ogni allenatore e ogni club avrebbe sognato di avere. Viene spontaneo chiedersi, di conseguenza, perché ci sia voluto tanto tempo per mettersi addosso una maglia rossocrociata... «In effetti, per la mia prima convocazione ho dovuto attendere più di molti miei compagni – ha affermato –. Ma ho seguito il mio percorso ed è questo che mi ha reso il giocatore che sono oggi».

Un percorso non lineare, fatto di alti e bassi, come spesso accade nel calcio professionistico. Dopo essersi affermato al Sion, Sierro non ha tardato a cedere alla tentazione di giocare all'estero. A 21 anni è passato al Friburgo, in Bundesliga, dove però si è ritrovato ben presto ai margini a causa di un infortunio. E proprio i guai fisici hanno spesso ostacolato il vallesano. Quando è approdato allo Young Boys, dopo un anno di prestito di grande successo al San Gallo, ha saltato la maggior parte delle partite delle sue prime due stagioni a causa di vari infortuni. Solo a gennaio dell'anno scorso, quindi, Sierro ha tentato un nuovo salto all'estero.

Se Sierro non ha mai visto il suo nome tra i convocati per la Nazionale è anche dovuto al fatto che nel suo ruolo la concorrenza è piuttosto elevata. Con Granit Xhaka, Remo Freuler e Denis Zakaria, il centrocampo è occupato da giocatori di talento. Michel Aebischer e Djibril Sow hanno spesso ricoperto il ruolo di prime alternative, ma siccome Sow non è più stato chiamato da Yakin, ecco che la porta si è spalancata di fronte a Sierro. «Vincent è riuscito ad affermarsi come capitano in un campionato importante e a farsi conoscere a livello internazionale», ha dichiarato Yakin in occasione della presentazione della lista dei convocati.

Il principale miglioramento dal suo arrivo in Francia, Sierro lo ha percepito a livello fisico. «La Ligue 1 è un campionato molto fisico – spiega –. Bisogna lavorare sodo per poter sopravvivere». La sua versatilità e la sua abnegazione, fanno sì che a Tolosa Sierro goda di grande considerazione. Lo scorso autunno ha perso il posto da titolare, ma per lui l'esilio in panchina è durato poco, perché grazie al lavoro è riuscito a rientrare nelle grazie dell'allenatore. «Nutro molto rispetto per la Nazionale, che ha ottenuto grandi successi negli ultimi anni. Anche alla mia età, ho molto da imparare». Il vallesano coltiva questa voglia di apprendere anche fuori dal campo, tant’è che nel 2019 ha conseguito il bachelor in economia, pur essendo da tempo un calciatore professionista. È questa disciplina e diligenza che i suoi allenatori apprezzano. Ora tocca a Sierro convincere Yakin a farlo restare e a chiamarlo di nuovo a fine maggio, così da poter vivere in maglia rossocrociata la sua prima fase finale di un grande torneo.

Pier Tami: ‘Una situazione che comporta dei rischi’

Dopo una campagna di qualificazione all'Europeo, riuscita ma non convincente, il direttore delle squadre nazionali, Pier Tami, parla della situazione attuale della squadra...

La Nazionale si sta preparando a La Manga in Spagna per le amichevoli contro Danimarca e Irlanda. Perché avete scelto questa sede?

Le condizioni sono piacevoli e abbiamo un bel centro di allenamento. Molti giocatori hanno dovuto giocare a temperature piuttosto basse nelle ultime settimane. Per loro si tratta di un cambiamento benefico e il sole fa bene anche al morale.

La Danimarca prenderà parte alla fase finale dell'Europeo, mente l'Eire non è riuscito a qualificarsi. In base a quali criteri sono stati scelti gli avversari?

Dopo le qualificazioni, dove abbiamo incontrato avversari che giocavano prevalentemente in difesa, volevamo affrontare due squadre più attive in campo. Danimarca e Irlanda si sono sempre comportate bene davanti al pubblico di casa. Dobbiamo alzare il nostro livello di gioco. È un buon test in vista degli Europei, dove affronteremo avversari altrettanto temibili.

Tutti si aspettano che la Nazionale presenti un volto diverso rispetto a quello dell'ultimo periodo di qualificazione. E il primo a volere qualcosa di diverso è senza dubbio il direttore delle squadre nazionali...

È vero, mi aspetto che la squadra mostri un progresso rispetto a quanto proposto negli ultimi sei mesi dell'anno scorso. Naturalmente spero anche in buoni risultati, ma prima di tutto i giocatori devono convincere con il gioco. Abbiamo reso le cose troppo facili ai nostri avversari, soprattutto dietro. Dobbiamo tornare a essere più dominanti all'interno della nostra area di rigore.

Quali sono gli aspetti che ti rendono fiducioso in vista degli appuntamenti dei prossimi mesi?

La Nazionale ha già dimostrato in più di un'occasione di sapersi risollevare quando si è trovata con le spalle al muro. Penso all'ultima campagna di Nations League, quando abbiamo iniziato con tre sconfitte e poi siamo riusciti a raccogliere i punti necessari per salvare il nostro posto nella Lega A. Dobbiamo dimostrare ancora una volta di possedere quel tipo di carattere.

L'aspetto piuttosto insolito è che il selezionatore Murat Yakin è in possesso di un contratto valido soltanto fino al termine di Euro 24. Di cosa avete discusso nelle ultime settimane?

Ho avuto buoni colloqui con Murat, durante i quali abbiamo discusso anche del suo futuro con la Nazionale. Tuttavia, il suo desiderio era quello di chiarire definitivamente questo punto solo dopo gli Europei, e io mi sono trovato d'accordo. Dopo il torneo potremo valutare lo sviluppo della squadra e prendere le decisioni necessarie.

State valutando altre opzioni?

Per me Murat è la prima opzione e sono anche fiducioso che la nostra collaborazione potrà proseguire anche in futuro. Dopo la qualificazione, ha analizzato a fondo i risultati ottenuti e ha cercato delle soluzioni per migliorare il rendimento della squadra. È chiaro che questa situazione contrattuale poco chiara comporta dei rischi. Ma in fin dei conti, nel calcio non si può mai essere sicuri di nulla. Il suo predecessore, Vladimir Petkovic, aveva un contratto valido quando ha deciso di andarsene. Anche in quel caso avevo dovuto trovare una soluzione in poco tempo.