Al Letzigrund i bianconeri – a cui viene negato un rigore – escono sconfitti (2-1) malgrado la supremazia territoriale e le migliori occasioni avute
Davvero beffardo il modo in cui il Lugano è uscito battuto dalle Cavallette al Letztigrund: i bianconeri, infatti, hanno a lungo avuto il controllo del match, al cospetto di un Grasshopper rinunciatario, imballato e infine fortunatissimo.
Il Lugano, sceso in campo con ben cinque titolari diversi rispetto all'11 che aveva affrontato il Servette due settimane fa, nel corso del primo tempo si è certamente fatto preferire al Grasshopper, squadra troppo timida che pareva giocasse in trasferta e non sul terreno amico. In particolare, gli zurighesi hanno fatto fatica a liberare la propria area, oltre ad aver costruito poco.
I bianconeri, che già dai primi minuti hanno saputo rendersi pericolosi, hanno dapprima tentato la via del gol con Bottani – abile a spaziare sull'intero fronte d'attacco – che al 9’ dopo uno spunto sulla sinistra serve perfettamente Arigoni, il quale però fallisce un rigore in movimento sparando addosso al portiere Hammel.
E di un rigore – stavolta vero – il Lugano avrebbe anche potuto beneficiare al 29’, se soltanto l'arbitro (signora Staubli) e l'intera squadra Var non avessero scandalosamente sorvolato su un nettissimo intervento in area con le mani da parte del laterale sinistro Ndika, che su un tiro a botta sicura di Steffen si lancia a terra come un estremo difensore e allunga il braccio: la parata è efficace e pure fortunata, visto che, come detto, la sacrosanta massima punizione non viene assegnata.
La sola occasione per le Cavallette nell'arco di tutto il primo tempo capita sui piedi del ticinese Morandi, che sono assai educati: in contropiede raccoglie un bel cross dalla destra e calcia col mancino di poco a lato. E sempre in contropiede si è verificata una ghiottissima opportunità anche per il Lugano: purtroppo però Bottani, in situazione di tre contro uno, invece di tirare in porta opta per un appoggio centrale, che risulta impreciso e viene intercettato dalla difesa tigurina, nel frattempo riuscita a ripiegare.
Nella ripresa, sono ancora i sottocenerini a fare la partita, dapprima con Steffen (53‘), che addomestica bene un pallone alto e, appena dentro i 16 metri, di sinistro calcia di poco sul fondo, e poi con Arigoni (57’) che sulla destra si sovrappone allo stesso Steffen e viene servito dal nazionale rossocrociato: il difensore rientra bene col destro, e di sinistro calcia purtroppo direttamente sul primo palo. Intorno all'ora di gioco, Croci-Torti effettua i primi cambi, richiamando in panchina Macek e Vladi, per concedere minuti a Bislimi e Celar. Ed è proprio Bislimi che, poco dopo, sugli sviluppi di un corner conclude purtroppo a lato.
Contro ogni logica, sono i padroni di casa a passare in vantaggio: al 71’, dopo una gara fin lì anonima come quella di tutti i suoi compagni, Schürpf con un bel piattone destro supera Saipi raccogliendo un corner dalla destra: la retroguardia bianconera non è del tutto esente da colpe. A quel punto, Croci-Torti toglie anche Arigoni e Mahmoud, che rimpiazza con Espinoza e Cimignani. In campo dal 78’ anche Babic (per Marques) affinché il Lugano possa attaccare di più, in cerca perlomeno di un pareggio che sarebbe davvero meritato, per quanto visto al Letzigrund. E il pari giunge all'83’, grazie anche in questo caso a un corner, calciato come sempre da Steffen. Hammel si fa sfuggire dai guanti un pallone alto e Hajdari è lesto a infilare la porta zurighese rimasta sguarnita.
I bianconeri sono così galvanizzati che dopo pochi secondi vanno di nuovo in rete, con Steffen di testa, ma la signora Staubli annulla, stavolta giustamente, per fuorigioco. Il Lugano continua a spingere, ma purtroppo a trovare di nuovo il vantaggio – definitivo – sono i padroni di casa: nel corso del terzo dei cinque minuti di recupero Ndenge è lasciato troppo solo e ha tutto lo spazio e il tempo per lanciare un missile a lunga gittata che beffa Saipi. C’è ancora il tempo per un'ultimissima occasione per Sabbatini, ma il suo diagonale – giunto proprio prima del triplice fischio – è un po’ troppo angolato. Il Grasshopper, dunque, ottiene la posta piena producendo il sforzo minimo, mentre i bianconeri vengono beffati dopo aver fatto la partita: non è certo il modo migliore per cominciare il nuovo tour de force – sette gare in ventitré giorni – che il Lugano è chiamato a sostenere nelle prossime settimane.
Grasshopper - Lugano 2-1 (0-0)
6'100 spettatori. Arbitro: Staubli.
Reti: 71’ Schürpf 1-0. 83‘ Hajdari 1-1. 93’ Ndenge 2-1.
Grasshopper: Hammel; Paskotsi, Tobers, Laws, Ndicka; Abrashi (82’ Seko), Ndenge; Mabil, Morandi (65’ Corbeanu), Schürpf (87’ De Carvalho); Babunski (65’ Fink).
Lugano: Saipi; Arigoni (73’ Espinoza), Mai, Hajdari, Martim Marques (78’ Babic); Macek (64’ Bislimi), Sabbatini, Mahmoud (72’ Cimignani); Steffen, Vladi (64’ Celar), Bottani.
Ammoniti: 50’ Morandi. 73’ Mai. 82’ Corbeanu. 92’ Bislimi.