Europa League, il Lugano affronta a Ginevra il Saint-Gilloise al quale deve recuperare lo 0-2. Croci-Torti: ‘In campo chi ha fame’. Out Saipi e Steffen
Ci vorrebbe tutta la fiducia da tifoso sfegatato per pensare già a quali città, tra Liverpool, Siviglia, Marsiglia, Roma, Amsterdam, Londra e chi più ne ha più ne metta, potrebbero essere visitate in autunno al seguito del Lugano impegnato in Europa League. A poche ore dalla sfida con l’Union Saint-Gilloise, valida quale ritorno dei playoff, è assai più probabile che i prossimi avversari dei bianconeri debbano essere pescati in Conference League tra Ballkani (Kosovo), Tel Aviv, Nordsjaelland Farum (Danimarca), tanto per citare alcune delle favorite nelle rispettive sfide di giovedì, con il rischio di finire addirittura in Kazakistan per affrontare il Tobol Kostanay, compagine che a cavallo tra luglio e agosto aveva eliminato il Basilea al secondo turno preliminare proprio in Conference. Per rimandare a casa i belgi con le pive nel sacco, occorrerà non certo un miracolo, ma per lo meno una prestazione al di sopra della media. L’Usg è una buona squadra, questo è innegabile, ma la doppia sfida del Servette contro il Genk e l’andata del Lugano a Bruxelles hanno ribadito come tra calcio svizzero e calcio belga la differenza non sia abissale. Dal Lotto Park, i bianconeri sono usciti scornati, al termine di una sfida che avrebbe potuto prendere una piega ben diversa. La possibilità del colpaccio, di conseguenza, non è per nulla esclusa, ma l’exploit dovrà essere costruito in un ambiente da lockdown, con un numero di spettatori appena superiore al migliaio (poco meno di 500 tifosi sia per i padroni di casa, sia per gli ospiti) in uno stadio da 30’000 posti. E questo rischia di rappresentare un handicap difficile da superare per un Lugano che una settimana fa ha toccato con mano la spinta propulsiva di un pubblico caloroso e, soprattutto, rumoroso (una realtà con la quale Croci-Torti e compagni sono costretti a convivere a ogni trasferta di Super League e, a volte, pure a Cornaredo).
I bianconeri non hanno comunque nulla da perdere, per cui possono giocarsi le loro carte a viso scoperto, contro un avversario che a Bruxelles ha mostrato lacune difensive, ma che a Ginevra, forte del doppio vantaggio, assumerà un atteggiamento molto meno spregiudicato. «Starà a noi cercare di sorprenderlo in qualche modo – afferma Mattia Croci-Torti nell’incontro con la stampa –. Nella capitale belga siamo stati un po’ sorpresi dal loro atteggiamento, completamente diverso rispetto a quello adottato in campionato: in novanta minuti non sono mai venuti a pressarci nei nostri 30 metri. E dubito davvero che domani, forti del doppio vantaggio, abbiano intenzione di cambiare atteggiamento. Ad ogni modo, più della tattica, della tecnica e della condizione fisica, a decidere sarà la voglia di ognuno, il desiderio di sovvertire il risultato. Domani, chi non ci crede non scenderà in campo. E, in questo senso, sarà importantissimo l’ultimo allenamento (svolto subito dopo la conferenza stampa, ndr), perché un’idea di formazione già ce l’ho in testa, tuttavia rimangono caselle vuote e sono pronto a cambiare idea sulla base di quanto vedrò nel corso della rifinitura: a volte, in circostanze nelle quali le emozioni rivestono un’importanza tanto grande, è bene fidarsi delle sensazioni dell’ultimo momento».
Come si diceva, occorrerà la partita perfetta, scevra di quegli errori che nella capitale belga hanno presentato un conto così salato. In particolare, quelli sul fronte offensivo, dove il Lugano ha creato molto, ma ha raccolto un pugno di mosche. Per sperare di ribaltare l’Union Saint-Gilloise sarà fondamentale concretizzare ogni singola possibilità di mettere in difficoltà Moris… «Quattro occasioni come quelle costruite al Lotto Park stanno a testimoniare come il Lugano sia stato capace di fare qualcosa di importante. Domani ce la metteremo tutta per portare i belgi ai supplementari. Non sarà facile, anche perché l’essere rimasti fermi durante il weekend ci ha portato a pensare molto a questa sfida. Tuttavia, mi conoscete: sono un ariete e mi piace combattere fino all’ultimo. Una cosa la posso assicurare: non siamo venuti qui in passeggiata. Sappiamo di potercela fare, loro hanno dei punti deboli che cercheremo di sfruttare. L’avremmo potuto fare meglio settimana scorsa, ma con i “se” e con i “ma” non si va da nessuna parte. Abbiamo in mano qualche buona carta e ce la vogliamo giocare fino in fondo».
Il tecnico momò dovrà tuttavia fare a meno di due elementi di peso, entrambi infortunatisi a Bruxelles: Amir Saipi, al quale è stata riscontrata una lesione al menisco mediale del ginocchio destro (per lui terapia conservativa, assenza di due-tre settimane) e Renato Steffen, vittima di un risentimento muscolare alla coscia sinistra. I due vanno ad aggiungersi ai lungodegenti Osigwe, Mahou, Durrer e Nkama… «Ho completa fiducia negli uomini a mia disposizione. Non mi avete mai sentito piangere per un infortunio e non lo farò nemmeno stavolta. Per Deana, questa sarà l’occasione della vita, mentre sono in molti a scalpitare per prendere il posto di Renato. Tra l'altro, recuperiamo Nacho Aliseda, elemento per noi fondamentale, e Lukas Mai. L’argentino ha certamente nelle gambe 45’ e ha tanta voglia di essere protagonista: starà a me capire se conviene sfruttarlo nel primo o nel secondo tempo. Il tedesco, invece, è senz’altro un’opzione dal primo minuto, per quanto un ragazzo della sua stazza avrebbe bisogno di un po’ più di tempo per essere al 100%».
Il 2-0 rappresenta un tesoretto importante, ma nel contempo è il risultato forse più scomodo da dover gestire… «È un risultato ostico, perché un gol riaprirebbe tutto quanto. Non dovremo attaccare come indiani, ma farlo in modo consapevole e intelligente, consci che un gol nella prima ora scalfirebbe le loro certezze e contribuirebbe ad allargare le crepe nel loro muro. E, manco a dirlo, dovremo essere bravi a non subire un ulteriore gol. Tra l’altro, vincere contro l’Usg ci darebbe una spinta incredibile in vista della trasferta di domenica a Lucerna».
A Ginevra la squadra sarà accompagnata da poco più di 470 tifosi, più o meno lo stesso numero di quelli che giungeranno dal Belgio, per un affluenza complessiva stimata attorno alle 1’500 persone… «È difficile sentirsi calciatori quando si è costretti a giocare in regime di lockdown. Sappiamo cosa significa per i nostri tifosi, in termini di investimento di tempo e di risorse finanziarie, una trasferta infrasettimanale fino a Ginevra. Per onorarli dovremo mostrare il massimo attaccamento alla maglia, così da poterli rendere orgogliosi. A Bruxelles i nostri avversari sono stati trascinati, in particolare nei momenti di difficoltà, dai loro pochi ma rumorosi tifosi: spero che, almeno in piccola parte, domani possa succedere la stessa cosa a nostro favore. Siamo consci dello sforzo compiuto per starci vicino e desideriamo dimostrare sul campo la nostra gratitudine nei loro confronti».