Messa nel cassetto la prima esperienza in Conference League, i bianconeri si rituffano nel campionato con la trasferta sul campo dei campioni in carica
Nemmeno il tempo di un respiro per il Lugano. Reduci dal pareggio nell’esordio di Conference League contro il Bodö Glimt, Mattia-Croci Torti e compagni sono di nuovo “on tour”, questa volta in direzione di Berna per affrontare uno Young Boys che al Wankdorf non battono dal 2017. Per i bianconeri si tratta di cambiare immediatamente registro, in quanto è importante tenere ben separate le due competizioni (tre nei weekend nei quali si inserisce anche la Coppa Svizzera) che devono essere affrontate con un approccio e una mentalità sempre diversi a dipendenza delle circostanze. A Berna, inoltre, andrà gestito il cambio di superficie di gioco, già di norma non evidente, ma stavolta ancora più delicato alla luce del pessimo fondo del terreno del Letzigrund, oltretutto imbevuto di pioggia, con il quale si sono confrontati soltanto poche ore fa. Un’altra incognita è legata al recupero fisico. Il campo molto pesante e l’impegno comunque importante profuso contro il Bodö Glimt sono sicuramente rimasti nelle gambe dei bianconeri, i quali negli ultimi dieci minuti sono andati chiaramente in riserva d’ossigeno, rischiando addirittura quella che sarebbe stata una clamorosa e immeritata beffa. Inoltre, che lo Young Boys abbia avuto a disposizione due giorni di recupero in più dopo l'impegno in Champions League contro il Lipsia, rappresenta un ulteriore tassello potenzialmente sfavorevole per Sabbatini e compagni.
Tuttavia, pur se quel che luccica non è tutto oro, qualcosa di prezioso è rimasto nel portafoglio bianconero dopo l’esordio in Conference. Ed è la qualità della prestazione offerta al Letzi, in particolare in un primo tempo nel corso del quale è mancato solamente il gol (da declinare al plurale, visto il numero delle clamorose occasioni avute). Il Lugano si è dimostrato all’altezza di una compagine che lo scorso anno aveva raggiunto i quarti di finale di Europa League. La Conference, insomma, ai ticinesi non sta larga, anche se poi la buona predisposizione mostrata a Zurigo dovrà trovare conferma tra quindici giorni nella difficile trasferta a Istanbul contro il Besiktas.
In definitiva, Mattia Croci-Torti dalla sfida di Conference ha tratto le indicazioni che andava cercando, anche in proiezione campionato… «Non posso essere deluso. Un po’ rammaricato sì, ma non deluso. Dopo la prestazione di Ginevra contro l’Union Saint-Gilloise, nella quale non avevo visto il Lugano che sia io, sia i tifosi conosciamo, era importante percepire una reazione. E questa c’è stata, senza ombra di dubbio. Il rammarico deriva dal fatto che avremmo potuto ottenere di più dal primo tempo. Nel finale, poi, siamo stati fortunati, ma loro lo erano stati molto di più nel corso del primo tempo».
In questi primi mesi di stagione, il Lugano non può dirsi baciato dalla buona sorte per quanto riguarda l'occupazione della sua infermeria, sempre piuttosto affollata. Di recente ne sono usciti in particolare Lukas Mai e Ignacio Aliseda e il tedesco ha ribadito di essere una pedina fondamentale nello scacchiere della retroguardia. A Zurigo è stato impeccabile e, oltre a rivelarsi un muro praticamente insuperabile per gli attaccanti norvegesi, è andato vicino al gol in due circostanze, ribadendo di saper essere molto pericoloso sulle palle ferme. «Lukas ha dimostrato lo scorso anno, quando stava bene, il potenziale a sua disposizione. Averlo recuperato in questa fase della stagione è davvero importante, perché nel reparto difensivo abbiamo molti giovani e la sua presenza rappresenta sicuramente un collante per tutto il gruppo». Il punto interrogativo, casomai, è legato alla tenuta fisica del bavarese dopo i lunghi mesi di assenza per infortunio e alla capacità di inanellare a breve giro di posta due partite consecutive contro avversari di spessore, a maggior ragione se la prima è stata giocata su un campo infame.
Dopo la sconfitta a Lucerna, in Super League il Lugano è sceso in quinta posizione, per quanto potenzialmente potrebbe trovarsi al comando assieme allo Zurigo a quota 12 punti (ammesso di vincere a fine dicembre il recupero contro il Basilea). Nelle ultime 14 occasioni nelle quali è sceso in campo al Wankdorf, il bilancio parla di un successo e tre pareggi, ma questo è un Lugano che possiede le carte in regola per invertire la tendenza. A patto di riuscire, nelle poche ore che lo separano dalla trasferta nella capitale, a riempire il serbatoio di energie e, soprattutto, mostrarsi maggiormente concreto nell’area avversaria. Contro il Bodö Glimt otto opportunità nella prima mezz’ora sono andate tutte sprecate: a Berna il numero delle occasioni sarà sicuramente inferiore per cui è di fondamentale importanza che Celar e compagni abbiano raddrizzato la mira. E, relativamente allo sloveno, si spera che possa ritrovare quella mobilità e quella voglia di farsi cercare dai compagni, andata smarrita in queste prime settimane e che invece ha dimostrato di possedere il suo sostituto, Shkelqim Vladi. Il quale, però, a questi livelli è ancora acerbo.
Per quanto riguarda l’effettivo a disposizione di Croci-Torti, rispetto alla sfida di Conference League domenica rientrerà Hajdari (era squalificato), ma andranno prese in considerazione le condizioni di alcuni elementi usciti acciaccati (Hajrizi) o stremati (Bottani) dalla sfida del Letzigrund. Sul fronte opposto, è fresca di giornata la notizia dell'indisponibilità per le settimane a venire di Kastriot Imeri. Il 23.enne si è infortunato al legamento esterno del ginocchio destro, ma non dovrà essere sottoposto a intervento chirurgico.