In attesa del pieno recupero di Rodrigo Pollero, il Bellinzona si affida all’intuizione e alla verve creativa della giovane promessa Tresor Samba
I giorni sul calendario scorrono senza sosta: il fischio d’inizio del nuovo campionato (datato 23 luglio) è ormai prossimo. La preparazione estiva in casa Bellinzona continua a ritmo serrato, ma nelle due amichevoli finora disputate si è palesata (come già d’altronde la passata stagione) qualche lacuna in zona offensiva; de facto l’unica punta schierata da mister Chieffo è stato Tresor Samba. Poco incisivo e decisivo nelle ultime apparizioni in Challenge League, il 21enne si è presentato in quel del Comunale quale promessa del panorama rossocrociato. E il centravanti spera finalmente di mostrare a tutti le sue qualità. Rapido e, soprattutto, potente, in campo sembra danzare fra le maglie nemiche. Quest’anno ha però faticato a sfoderare la sua classe e insaccare il pallone. «È stata una stagione di transizione – ha evidenziato il diretto interessato a termine dell’allenamento –. Ho faticato a esprimere tutto il mio potenziale. Non sono completamente soddisfatto del mio rendimento, ma cercherò di migliorare e gonfiare più volte (solo quattro nell’ultima annata, ndr) la rete dirimpettaia». Una mancanza di continuità piuttosto comprensibile, giacché era il suo primo campionato professionistico. «Forse mi è mancata un po’ di esperienza... Ho avuto bisogno di tempo prima di riuscire ad assimilare, e comprendere, alcuni concetti dal punto di vista mentale e fisico». Il mercato del Bellinzona non sembra però ancora chiuso e, chissà, forse proprio la fase offensiva verrà ulteriormente puntellata mettendo in discussione il ruolo di ‘primattore’ di Samba. Il calcio, ha puntualizzato, si nutre di concorrenza, «c’è quasi dappertutto. Il mio compito è di allenarmi intensamente e offrire delle prestazioni all’altezza. Devo infatti dimostrare di meritare un posto in squadra. Nessuna garanzia mi tutela». La preparazione è comunque promettente «nonostante le due sconfitte in amichevole. È stata dura riprendere intensità e conoscere nuovi giocatori e membri dello staff. L’importante sarà crescere in modo da essere pronti a inizio campionato». Il mister sta (principalmente) concentrando l’attenzione sulla condizione atletica, «anch’io credo sia una componente importante. Come ben dimostra la stazza, Sandro è una persona che pratica attività fisica perciò capisce le nostre necessità e riesce ad adattare la preparazione in funzione dei giocatori. Stiamo cercando di mettere intensità e, soprattutto, evitare di ripetere gli errori commessi in passato. L’intenzione è di proporre delle interessanti trame di gioco e, per questo, è importante disporre di una squadra giovane».
Qualcosa di cui si rallegra Sandro Chieffo, già occupatosi in più occasioni durante la sua carriera del settore giovanile. A inizio settimana il 44ennne ha inoltre avuto a disposizione Rodrigo Pollero, sottotono la passata stagione ma rimessosi (quasi del tutto) in sesto fisicamente. «Il nostro obiettivo è di rimetterlo in condizione di performare al meglio: ha lavorato molto a casa, in Uruguay, e mi ha fatto una buona impressione; sono contento di avere in squadra un attaccante come Rodrigo, risulterà sicuramente fondamentale». Un’alternativa in più al sopraccitato Tresor e all’acciaccato Yvan Alounga. «Come allenatore è sempre importante avere una rosa ampia, più opzioni. Il campionato è lungo e intenso. Poi, chiaro, tutti vorrebbero il classico bomber da venti gol a stagione. Ma, ora, lavoro con il materiale di cui dispongo... Vedremo cosa riserverà (ancora) questa finestra di mercato, in quali posizioni riusciremo a rinforzarci». A proposito di nuovi innesti, su tutti Hugo Lamy e Nassim Zoukit, l’ex assistente di Uli Forte predica calma: «Prima devono conoscere l’ambiente e integrarsi ma pretendo sempre da tutti animo e cuore. I ragazzi hanno lavorato duramente, e sono molto soddisfatto. Non siamo tuttavia ancora dove vorremmo essere. La nostra priorità rimane la condizione fisica». Nelle due amichevoli perse rispettivamente contro Thun e Lugano il 44enne non ha però mancato di apportare qualche accorgimento tattico. «Sì, ho potuto sviluppare alcuni concetti, automatismi. E, soprattutto, sperimentare delle mie idee di gioco, molto offensivo e aggressivo. L’importante, ribadisco, è la mentalità, lo spirito di squadra e l’intensità che spero usciranno poi in campionato. La rosa è giovane, però la nostra intenzione è di scendere in campo determinati e vincere ogni partita. L’anno scorso non è stato privo di sorprese, come lo Stade Losanna, o imprevisti. Perciò sarà importante sviluppare questi nostri giovani talenti (e così tutta la squadra) in modo da poterci togliere qualche bella soddisfazione. Dopodiché, si parlerà di classifica e ambizioni». Sabato il Bellinzona calcherà (per la prima volta) il campo del Comunale, quando affronterà una selezione composta da giocatori che partecipano al ‘Training Camp’ dell’Associazione svizzera dei calciatori (Safp), mentre l’ultimo weekend prima dell’inizio del campionato accoglierà un quadrangolare con Mendrisio, Paradiso e Gambarogno-Contone in onore del compianto Augusto Chicherio. E, dunque, quali le speranze? «Durante la settimana il carico di lavoro è importante. È normale che siano un po’ stanchi, ma spero di raccogliere quanto seminato in preparazione». L’intenzione è infine di riuscire a proporre un calcio propositivo e affascinante così da attirare sempre più persone al Comunale, viepiù disaffezionatesi alla causa Bellinzona. «Il pubblico sprona e aiuta nei momenti di difficoltà... Dobbiamo avere una buona relazione. Ho già sperimentato tutto questo. Il supporto della tifoseria è essenziale!».