Il Bellinzona di Nando Zimmermann domenica alle 16 ospiterà lo Sciaffusa per cercare di staccare il pass per gli ottavi di finale e rilanciare la stagione
Una delle (poche) finalità dichiarate a inizio stagione era di cercare il colpaccio in Coppa Svizzera, e l’occasione che si presenta è saporita. Poco convincente in campionato, in cui ha racimolato due punti in cinque incontri, il Bellinzona cercherà di uscire dalla spirale negativa in cui è capitombolato grazie alla ventata d’aria fresca della rassegna nazionale: superato facilmente il Buchs nel primo turno, la compagine di Sandro Chieffo spera di conquistare l’accesso agli ottavi di finale domenica alle 16 quando in quel del Comunale ospiterà lo Sciaffusa (ultimo in classifica, con la miseria di un punto nel carniere). Il rivale è di quelli ideali, c’è solo una possibilità: vincere così da far svanire nel nulla l’ultimo periodo caratterizzato dalla scarsità di risultati che rischia di minare la fiducia di squadra e dirigenza, soffocando magari quel pizzico di creatività e di spirito d’iniziativa indispensabili in un campionato come la Challenge. Ne è consapevole Nando Zimmermann: «Non posso nascondere che avremmo preferito altre squadre, ad esempio quelle di Seconda Lega, ma tutto sommato il prossimo impegno è abbordabile in confronto alla caratura delle compagini del massimo campionato rossocrociato. L’importante sarà cercare di sfruttare le nostre chance e permettere ai tifosi di assaporare nuovamente il successo». Lo Sciaffusa è comunque voglioso di lasciarsi alle spalle questo periodo complicato grazie all’ex nazionale Eren Derdiyok.
Il fil rouge delle ultime sfide di campionato del Bellinzona è parso sempre lo stesso: errori (spesso evitabili) in fase difensiva e mancanza di efficienza in attacco. I tre rinforzi a metà campo, su tutti Abdallahi Mahmoud e Lirik Vishi, possono dunque risultare fondamentali onde evitare l’ennesima sconfitta e, forse, chiudere anzitempo il capitolo marchiato Sandro Chieffo. Un cambio di rotta è comunque già stato operato in occasione dell’ultima di campionato al cospetto dello Xamax, in cui il mister ha mostrato flessibilità predisponendo la squadra in modo più accorto: meno offensiva e aggressiva, preferendo un assetto più compatto e difensivo. L’idea di gioco è stata ripensata in base alle caratteristiche dei giocatori, che necessitano di assimilare tutti i meccanismi impartiti e ritrovare lucidità sia in attacco (con soli tre gol fatti) che in difesa (ben undici incassati). Le occasioni create sono parecchie, ma la concretizzazione latita. Delle soluzioni allenate in settimana, ora parola al campo in modo da permettere al Comunale di celebrare la prima vittoria stagionale. L’impianto della capitale sarà addobbato a festa grazie soprattutto alla presenza di circa 400 allievi dei settori giovanili di Giubiasco, Arbedo e quello granata. L’entrata per i minori di 18 anni è inoltre gratuita. I più fortunati riceveranno uno dei trenta palloni autografati dalla rosa. «Un aspetto positivo, assolutamente. È sempre qualcosa di cui approfittare quando non è la consuetudine giocare in casa, con i propri tifosi che supportano. Questo motiva ancor di più». Le squadre in difficoltà sono comunque sempre pericolose in Coppa. «Entrambe non abbiamo avuto un inizio ottimale, ma dobbiamo ricordarci che questa manifestazione è qualcosa di completamente differente rispetto al campionato. Tutto può sempre succedere. La squadra è in una spirale negativa, ma (chiaramente) la speranza è di riuscire a trovare la quadratura del cerchio. Non credo sarà una sfida emotiva: questa è la nostra occasione per convincere... La pressione ci sarà da tutte le parti».
La ricetta pare semplice. «È necessario ridurre drasticamente i nostri errori individuali in quanto abbiamo sempre commesso qualche sciocchezza, che ha poi condizionato le partite: bisognerà essere compatti in difesa e sfruttare le occasioni, essere pericolosi. Lo Sciaffusa inizierà con il piede schiacciato sull’acceleratore, senza tuttavia (almeno credo) dominare». Il 21enne è reduce dalla sua prima esperienza con la maglia della Nazionale «non chiamatela pausa – ha affermato ridendo –. È stata un’esperienza arricchente. Chiaro è stato bello cambiare un po’ l’ambiente, anche se ho sempre giocato a calcio, e incamerare nuove sensazioni. L’impeto di questa mia convocazione in rossocrociato cercherò di trasmetterlo pure alla squadra». La pausa dedicata alle qualificazioni a Euro24 ha permesso di staccare la spina a tutta la rosa e allenarsi senza le pressioni della capitale, in cui ormai risiede da qualche mese. «Mi sono sistemato bene, mi piace molto. La squadra mi ha accolto alla grande sin dal primo giorno e questo facilita tutto. È un po’ come essere a casa. L’italiano? È difficile imparare un nuovo idioma, ma parecchi (in primis il coach) conoscono il tedesco perciò la componente linguistica non è una grandissima barriera». La squadra è giovane «questi errori, come detto, sono causati da un manco di esperienza». Il 21enne non manca comunque di pensare in grande. «Il mio sogno è la Super League... Non posso addentrarmi in altre previsioni, ma, ovvio, mi piacerebbe rappresentare il mio Paese, la Svizzera, alla prossima edizione dei campionati europei under 21», che si terranno in Slovacchia.