Il 19enne attaccante approdato in granata a febbraio dal Basilea è una delle più grandi speranze del calcio rossocrociato e un grosso colpo per l’Acb.
Tresor Samba a ben guardare il suo destino ce l’ha inciso nel nome. Rapido e potente, in campo e in particolare nell’area di rigore sembra danzare e allo stesso tempo fa "ballare" gli avversari, che faticano a stargli dietro e soprattutto a impedirgli di fare ciò che gli riesce meglio, segnare. Caratteristiche che a 19 anni lo rendono uno dei talenti rossocrociati – è nato a Zurigo (ma cresciuto in Alsazia) da papà svizzero-congolese e mamma angolana – più interessanti del presente ma soprattutto del futuro, con il suo nome che non a caso è già finito sui taccuini degli osservatori dei più importanti club europei.
Un tesoro prezioso insomma, come confermato anche dal rumore generato dal suo recente trasferimento all’Acb lasciando, con un contratto valido ancora fino a giugno, il Basilea, club che negli anni si è sempre distinto per la valorizzazione dei giovani talenti di casa nostra e non solo (Shaqiri e Salah, giusto per citarne due). E pensare che al St. Jacob-Park c’era già chi lo vedeva quale sostituto naturale del bomber Cabral, passato a fine gennaio alla Fiorentina dopo aver segnato la bellezza di 65 reti in 106 presenze in rossoblù. A maggior ragione dopo i 17 gol trovati nelle 18 partite del girone d’andata di Promotion League. Invece, le trattative per il rinnovo iniziate a novembre si sono ben presto arenate – a causa delle richieste economiche troppo elevate del giocatore e del suo agente, affermano i dirigenti basilesi – lasciando spazio per l’inserimento dell’Acb e del suo patron Pablo Bentancur, che assicurandosi Samba hanno messo a segno decisamente un bel colpo nella corsa alla promozione in Challenge League. E non solo.
«A Basilea sentivo di non avere del tutto la fiducia del club, cosa che invece ho trovato qui a Bellinzona – ci confessa Tresor passeggiando per le vie della capitale ticinese –. Ci sono state delle incomprensioni con la dirigenza renana, niente di troppo grave ma di colpo non mi sono più sentito apprezzato e ho preferito cambiare aria. Non è però stata una decisione presa per capriccio o sull’onda delle emozione, ma ben ponderata e nemmeno troppo scontata credo. Forse sarebbe infatti stato più facile restare a Basilea, continuare a fare la differenza in una formazione che lotta per non retrocedere dalla Promotion League e sperare di avere una chance in prima squadra – come tra l’altro pensavo di essermi già meritato visto che a metà ottobre avevo già realizzato 14 o 15 reti –, invece ho accantonato il desiderio di arrivare subito in Super League dando la precedenza alla mia crescita, che deve essere una progressione. E in questo senso venire all’Acb era la scelta migliore per me, il loro progetto mi è subito piaciuto, qui ho la possibilità di giocare con compagni di un ottimo livello e in una squadra che lotta per l’obiettivo più importante, la promozione».
Un capitolo quello con il club renano chiusosi con il trasferimento a titolo definitivo (il sito specializzato transfermarkt.com parla di un valore del cartellino di 150 mila euro) in granata come detto non senza un velo di amarezza, ma che il ragazzo cresciuto in Alsazia approdato nelle giovanili rossoblù nel 2018 ricorda comunque con piacere… «È stata una tappa fondamentale della mia carriera e della mia vita, nella quale sono cresciuto molto dal punto di vista calcistico ma anche come persona. In precedenza avevo sempre giocato in club amatoriali ed è arrivando a Basilea che mi sono reso conto di cosa significa essere un professionista, come lavorare per ritagliarmi i miei spazi e trovare la mia strada nel mondo del calcio. L’aspetto più importante ma anche più difficile da mettere in pratica è la costanza e il rigore che bisogna avere, in campo durante gli allenamenti e le partite ma anche fuori, nei comportamenti, come ad esempio l’alimentazione e il sonno. Spesso si guarda solo alle prestazioni e all’aspetto fisico, ma a fare davvero la differenza è il mentale, senza la testa giusta non arrivi da nessuna parte».
Concetti che il 19enne ha assimilato anche grazie a una vecchia conoscenza dell’Acb, quel Marco Schällibaum tecnico granata tra il 2008 e il 2009 e allenatore della U21 renana fino allo scorso novembre… «Quando sono arrivato era già responsabile del settore giovanile, mi sono sempre trovato bene con lui e anche le mie prestazioni sotto la sua guida lo dimostrano. Aveva fiducia in me ed è stato in particolare lui a farmi capire l’importanza dei concetti espressi in precedenza, la regolarità e l’attitudine al lavoro, necessari per migliorarti ogni giorno. Era molto esigente e non si faceva problemi a dirmi le cose in faccia quando qualcosa non andava, ma era quello di cui avevo bisogno».
L’ispirazione il giovane calciatore la cerca però anche in chi sogna di emulare… «Mi ispiro a Cristiano Ronaldo, che mi è sempre piaciuto oltre che per ciò che fa in campo e per la sua capacità di segnare in qualsiasi modo, per la mentalità e l’attitudine al lavoro, senza le quali non sarebbe riuscito ad avere una carriera del genere. Per me rappresenta un esempio che cerco di seguire».
Magari fino in Nazionale, si spera quella rossocrociata di cui ha già vestito la maglia nelle selezioni giovanili, anche se pure l’Angola ha già messo gli occhi su di lui… «Sono e mi sento a tutti gli effetti svizzero, ma sono anche molto legato alle mie origini e vivo il fatto di poter abbracciare più culture comeun grande arricchimento, che si rispecchia anche nel mio modo di essere. Per quel che riguarda la nazionale, ho già disputato alcune partite con la Svizzera U18 e U19, ma sempre solo interne, anche a causa del Covid che ha bloccato le partite internazionali. L’idea di difendere i colori del Paese in cui sono nato è stimolante, ma non è ancora il momento di pensare così in là , ora devo solo concentrarmi sul presente e cercare di migliorare».
Se e in che misura Samba potrà provare a seguire le orme di grandi campioni, lo diranno anche le sue prestazioni al Comunale, dove due settimane fa ha esordito con la maglia granata trovando subito una rete nel 4-1 inflitto all’Etoile Carouge. Un ottimo inizio che ha ulteriormente aumentato le aspettative sul talento di origine africana…
«Ad agosto con il Basilea II avevo giocato contro il Bellinzona e nonostante la nostra vittoria (2-1 proprio grazie a una sua doppietta, ndr) avevo subito intuito le elevate potenzialità della squadra, che ho ritrovato sin dal mio arrivo in Ticino e anzi, la squadra è stata ulteriormente rafforzata. L’obiettivo è uno solo, la promozione ed è anche questa ambizione che mi ha convinto ad abbracciare la causa granata. Se a Basilea ero un giovane come tanti, qui so di avere un ruolo importante ma non mi sento al di sopra dei miei compagni, così come non sento particolarmente la pressione, più che altro è un grande stimolo. Cercherò di aiutare in tutti i modi il club a raggiungere la Challenge League e se questo si tradurrà anche nella mia riuscita personale – nello specifico nella classifica marcatori, nella quale al momento è secondo con 18 gol, 2 in meno di Gentian Bunjaku dello Stade Nyonnais e 4 in più del compagno di squadra Sergio Cortelezzi –, tanto meglio, ma prima di tutto viene la squadra».
Squadra che domenica si giocherà – si spera con l’aiuto dello stesso Samba, alle prese con un fastidio fisico – una buona parte delle proprie ambizioni nel fondamentale scontro diretto del Comunale (calcio d’inizio alle 15) con il Breitenrain, leader della graduatoria con otto punti di vantaggio sull’Acb – ricordiamo che una volta esaurite le otto partite che ancora mancano al termine del girone di ritorno, le prime sei della classe si riaffronteranno tutte una volta definendo la classifica finale, che regalerà la promozione alla compagine vincitrice del campionato –... «Evidentemente è una partita importante, lo si sente anche in città , dove sin dal mio arrivo ho percepito la vicinanza della popolazione alla squadra. Speriamo di regalare ai nostri tifosi delle belle emozioni e lanciare un segnale chiaro: vogliamo prenderci la promozione».