Marco Schällibaum torna sulla panchina del Bellinzona tredici anni dopo la sua partenza: ‘Qui ho ricevuto molto, era giusto ripagare società e piazza’
Una spruzzata di bianco sui capelli e niente più. Chi 14 anni fa aveva conosciuto Marco Schällibaum al suo arrivo a Bellinzona, dove aveva preso le redini di una squadra appena promossa in Super League, ma rimasta senza allenatore per la partenza di Vladimir Petkovic alla volta dello Young Boys, non può non riconoscere chi aveva diretto i granata 61 volte nella massima divisione. Il tecnico zurighese ha deciso di ritornare in Ticino per cercare di portare l’Acebe in Challenge League, dopo la partenza di Jean-Michel Aeby. Sei partite – una di regular season e cinque di playoff – alle quali il popolo granata si aggrappa nella speranza di agguantare e superare sul filo di lana quel Breitenrain al comando da inizio stagione della classifica di Promotion League. Quattordici anni sono molti (11 dalla partenza da Lugano), ma il Comunale ritrova un allenatore poco diverso da quello che aveva conosciuto, per lo meno sul piano personale… «Come persona direi che sono cambiato davvero poco. Sono quello di una volta: onesto, aperto, appassionato di calcio. Dal profilo professionale, ovviamente, ho maturato diverse esperienze che hanno contribuito a formarmi in quanto allenatore».
La decisione di dare un colpo di mano alla sua ex squadra, Schällibaum l’ha presa in poche ore, senza doverci riflettere troppo a lungo… «Sono stato contattato giovedì – tra l’altro mi trovavo in Ticino per visitare degli amici e ne ho approfittato per assistere alla semifinale di Coppa Svizzera a Lugano – e non posso negare che a Bellinzona avevo vissuto un bel periodo, a fianco di persone molto corrette, sia in società, sia nella piazza. Per questo motivo ho pensato che se avessi avuto la possibilità di aiutare il club avrei messo a disposizione molto volentieri la mia esperienza: qui ho ricevuto tanto ed è giusto anche saper ridare. Questa società merita la posizione in classifica nella quale si trova e l’obiettivo non può essere che la promozione in Challenge League. Per tutti questi motivi mi sono sentito subito in dovere di rispondere affermativamente alla richiesta della direzione del club».
Marco Schällibaum ha sottoscritto un accordo che riguarda soltanto le prossime sei partite, vale a dire fino al termine della stagione. E poi? Il diretto interessato in merito preferisce non sbilanciarsi… «Da qualche mese ero libero dagli impegni con il Basilea II e non sono una persona alla quale piace rimanersene con le mani in mano. La sfida propostami mi ha subito intrigato e su quella mi voglio concentrare. Abbiamo ancora sei partite da portare a termine e una promozione da conquistare, poi si vedrà. Per il momento non abbiamo mai accennato a quanto potrebbe succedere la prossima stagione. C’è pressione sulle mie spalle e su quelle dei giocatori, ma so che possiamo centrare l’obiettivo, anche grazie al sostegno della piazza che qui al Comunale saprà farsi sentire. Cosa succederà da giugno in avanti, al momento non mi interessa, l’unico traguardo che voglio raggiungere è quello della promozione. Una volta in Challenge League, potremo eventualmente sederci a un tavolo discutere».
A Bellinzona, il tecnico zurighese ritrova alcuni giocatori con i quali aveva già incrociato la strada… «Su tutti, ovviamente, Trésor Samba che ho avuto nella seconda squadra del Basilea. Ma poi ci sono Basic con il quale ho lavorato a Lugano e Cortelezzi con il quale ho condiviso il periodo di Chiasso. Gli altri non li conoscevo, ma non è un problema: sono rimasto sempre aggiornato su un campionato che so essere davvero impegnativo».
Domenica scorsa nella sfida con lo Stade Nyonnais, il nuovo tecnico granata si è accomodato in panchina… «Ho lasciato la conduzione della sfida a Patricio Bustamante, in quanto era stato lui a prepararla durante la settimana, ma non sono stato soltanto a guardare. Prima della partita ho avuto un colloquio con la squadra, poi a metà tempo sono intervenuto per regolare alcune cose che non mi erano piaciute. Nel secondo tempo la squadra ha reagito contro uno Stade Nyonnais molto fisico e per nulla facile da affrontare. Non tutto è stato perfetto, ma ho visto i ragazzi buttare via quella timidezza che li aveva contraddistinti nei primi 45’ per tornare a battersi per la vittoria. Alla fine abbiamo conquistato i tre punti e, a mio giudizio, pure in modo meritato. Penso che tutti si siano resi conto dell’importanza di strappare questa promozione: alla fine ci sarà chi ha giocato di più e chi ha giocato di meno, ma tutti potranno fregiarsi del titolo di vincitore della Promotion League, che farà crescere la loro valutazione sul mercato. Abbiamo cominciato bene, con una vittoria sudata che ci ha resi consci di come saranno i nostri impegni da qui alla fine: ci rimane una partita con il Rapperswil, poi cinque sfide di playoff, cinque partite difficili, nelle quali tecnica e tattica saranno importanti, ma rimarranno subordinate al carattere e al gruppo, armi con le quali ci si impone in questo genere di sfide».
La prima impressione fatta dallo spogliatoio è sempre molto importante… «Li conosco da poche ore, per cui è prematuro formulare qualsivoglia giudizio. La reazione avuta nel secondo tempo contro lo Stade Nyonnais mi ha però fatto capire che questo è un gruppo sano, con voglia di migliorare e di andare avanti. Presupposti importanti sui quali lavorare. La prima impressione è dunque positiva».
Tanto per cominciare, il ritardo dalla prima posizione, salito a 5 punti dopo la sconfitta nello scontro diretto con il Breitenrain, è tornato a due lunghezze… «Abbiamo compiuto un importante passo avanti, adesso occorre insistere sull’onda positiva, già da sabato contro il Rappi. Con me il Bellinzona scenderà sempre in campo per conquistare tre punti, poi molto dipenderà anche dagli avversari. La base sulla quale lavorare è rappresentata dal secondo tempo offerto contro lo Stade. I playoff rappresenteranno una montagna da scalare, ma io non sopporto le partite prive di posta in palio. Preferisco di gran lunga sfide che ti mettono sotto pressione, perché la pressione fa parte del calcio, chi non la sopporta ha sbagliato mestiere. Con tutto il rispetto per il Breitenrain, squadra tosta, credo che questo Bellinzona si meriti la promozione: per la Città, per i tifosi, per una storia importante. Sarebbe importante anche per il calcio ticinese, per i suoi giovani, avere una squadra in Super League, una in Challenge e una in Promotion, a patto di riuscire a collaborare e so che in Ticino non sempre è facile».
Nessuna squadra di Promotion ha ottenuto in prima istanza la licenza per il salto di categoria, anche se la dirigenza granata assicura trattarsi semplicemente di una formalità… «Questo mi porta a dire che nel prossimo mese e mezzo abbiamo un solo obiettivo: vincere tutte e sei le partite e conquistare sul campo la promozione, così da non dover speculare sulle eventuali disgrazie altrui».