Il ventenne del Lugano, giunto quest’inverno dal Basilea, vuole approfittare dell’occasione per compiere il salto di qualitÃ
Si chiama Adrian Durrer, uno degli ultimi giocatori arrivati in casa bianconera. Anni 20, alto 188 cm, centrocampista difensivo, è stato prelevato quest’inverno dal Basilea. Al suo attivo due presenze nella squadra renana in Coppa Svizzera, uno scampolo di gioco a Baku in Conference League e nel girone d’andata, con la U21 basilese, 700 minuti di gioco con una rete segnata. Il club bianconero lo ha voluto per lanciare un giovane di belle prospettive, che potrà dare una mano alla U21 bianconera e cercarsi un posticino anche in prima squadra... «Già da piccolo, raccontano i miei genitori, correvo dietro a una palla – si presenta il giovane giocatore confederato –. Poi mio padre, anche se non ha mai giocato a calcio, mi ha sempre sostenuto in questo mio percorso sportivo. Ho iniziato nelle giovanili dell’Sv Augst, poi sono passato al Muttenz e dal 2010 nelle file del Basilea. Lì ho giocato nella U10 fino alla U21. A partire dal 2020 ho potuto allenarmi con la prima squadra. Aver potuto esordire in una competizione europea, per un giovane cresciuto nel vivaio è un’esperienza speciale».
Che tipo di giocatore sei? «Sono un tipico giocatore da numero 6 o 8 sulla maglia, sono molto dinamico, mi piace partecipare alla manovra. Fisicamente sto bene, sulle palle alte riesco a vincere molti duelli. Ho voglia di mettermi in luce qui a Lugano, visto che la compagine ticinese mi ha fortemente voluto. Ho sentito molta fiducia nei miei confronti e devo confessare che anche il Ticino mi è sempre piaciuto molto. Sono sposato e insieme a mia moglie stiamo cercando un appartamento. A Basilea avevamo il fiume Reno che faceva da cornice alla città , qui a Lugano ci sono il lago e le montagne. Chiaro, si tratta di uno scenario diverso, ma devo ammettere che il panorama è idilliaco. Poi a breve arriverà anche un figlio. A livello personale sto vivendo un momento davvero particolare».
Durrer è stato convocato anche in Nazionale con presenze nella U15 e nella U18, ma poi un infortunio lo ha bloccato... «Purtroppo nell’estate del 2019 ho rotto i legamenti del ginocchio e il menisco. Dopo l’operazione o dovuto stare fermo per parecchi mesi e così ho perso il treno della Nazionale rossocrociata. Adesso, però, sto bene e sono pronto per affrontare il girone di ritorno. Ho tanta voglia di mettermi in luce. Farò il possibile per essere subito ben accettato e per inserirmi al meglio nei meccanismi della squadra. Chiaro, spero di riuscire a esordire in Super League con il Lugano, un obiettivo ambizioso che desidero assolutamente raggiungere. So che non sarà facile, ma la voglia è tanta».
Il caso ha voluto che l’esordio con la maglia del Lugano avvenisse proprio in una partita contro la sua ex squadra del Basilea, nell’amichevole disputata settimana scorsa a Cornaredo... «Per dieci anni ho sempre indossato quella maglia, trovarmela di fronte è stata una situazione speciale. Chiaro, l’emozione nei primi minuti c’è stata, ma poi mi sono concentrato completamente sulla partita e penso non sia andata male».
Solo da pochi giorni ha potuto conoscere il suo nuovo allenatore, Mattia Croci Torti, assente nella prima settimana per via del Covid. «Una persona molto aperta. Gli allenamenti sono duri, paragonabili a quelli del Basilea, anche se trovo che l’atmosfera sia più rilassata, fermo restando un’intensità di lavoro che rimane molto alta».