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Lugano, questione di scelte e di ‘lettura’

Bianconeri sottotono nel primo tempo del Letzigrund, ma poi Croci-Torti cambia e la squadra carbura e vince la quarta di fila: ‘Ho sbagliato e rimediato’

28 novembre 2021
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Sono stati i giorni degli sconti, ovunque. Il Lugano però non è squadra da cedere alla tentazione di fare delle concessioni, né gruppo con scarsa personalità disposto ad allinearsi alle tendenze del momento. Al contrario, come si compete a un gruppo maturo e pienamente consapevole dei valori che sa esprimere, ha onorato il weekend dell’agognato “sì” al Polo sportivo che ha fatto segnare una bella vittoria sul piano politico, fornendo la risposta migliore che si potesse dare in campo: una bella vittoria, per di più in trasferta, al Letzigrund che di recente si era rivelato campo assai indigesto. L’1-0 ai danni del Grasshopper è il quarto successo di fila dei bianconeri, ora saliti a 26 punti in classifica, al terzo posto. È la sesta vittoria nelle ultime otto giornate per una squadra che viaggia e vele spiegate e che dal successo contro il Lucerna del 26 settembre ha perso solo al ‘Letzi’ appena espugnato, ma contro lo Zurigo, e a Basilea.

Il modulo caro al mister che prevede che Bottani possa spaziare alle spalle del terminale offensivo Celar, utile per fare a sportellate sul fronte offensivo anche nei giorni in cui non tocca a lui timbrare il cartellino, sta regalando tante soddisfazioni a una squadra che lo manda a memoria, interpretandolo con una sagacia tattica, un rigore e un cinismo da “grande” squadra, verrebbe da dire. Jonathan Sabbatini, da buon condottiero, intuisce il momento felice ma puntualizza «che siamo ambiziosi, ma c’è ancora tanto lavoro da fare, è bene rimanere con i piedi per terra».

L’umiltà del capitano bianconero fa rima con quella di Mattia Croci-Torti, tecnico pragmatico e onesto nell’ammettere che l’idea iniziale di affiancare una seconda punta, Amoura, a Celar non si è rivelata pagante. Pagante, quindi, il ritorno all’antico. L’ingresso dopo pochi minuti dalla ripresa di Custodio, un centrocampista in più, al posto dell’algerino, parso un po’ spaesato, si è rivelato decisivo. Vuoi per gli effetti benefici sugli equilibri e sulla solidità della squadra, vuoi perché lo stesso mediano ha realizzato di testa il gol della vittoria. «La scelta di inizio partita – ha ammesso il ‘Crus’ – non ha pagato. Non abbiamo trovato le dinamiche giuste di gioco. Con il modulo che lascia a Bottani la libertà d’azione a servizio di Celar i ragazzi si sono trovati a meraviglia. Ho cercato di dare qualcosa di nuovo e di diverso, ma la mossa non ha sortito i frutti sperati. Un allenatore deve anche capire quando sbaglia. Io ho preso la decisione errata, ma sono stato in grado di leggere bene la situazione apportando le correzioni del caso e trovando quella che si è rivelata la soluzione giusta, visto che siamo riusciti a vincere la partita. Ero conscio dei rischi e avevo la contromossa già in testa. So cosa Custodio sa dare in termini di sostanza ed equilibrio. Il cambiamento di modulo fatto al momento giusto ci ha permesso di ritrovare fluidità di gioco, dando grande stabilità al centrocampo. Dopo quell’assestamento abbiamo sofferto poco le iniziative del Grasshopper».

L’analisi non fa una grinza. Il campo ha restituito proprio l’immagine di un Lugano in leggera difficoltà nel primo tempo, trascorso alla ricerca di un gioco che però ha latitato, al pari delle occasioni da rete che altro non sono che una conseguenza di quanto si produce: ben poco, fronte bianconero, qualcosa di più da parte delle cavallette di Giorgio Contini, vicine al gol soprattutto con Sène, il cui colpo di testa l’attento Saipi ha deviato sull’interno del palo, dopo aver negato la gioia del vantaggio a Schmid in avvio di partita.

Niente di straordinario, la ripresa degli ospiti, saliti però di tono quanto basta per assumere il controllo delle operazioni, neutralizzare le velleità dei padroni di casa senza enormi difficoltà e trovare il gol che ha fatto la differenza tra il pareggio che sarebbe stato un buon risultato e la posta piena che riempie di gioia e rimpolpa una classifica mai così bella in passato (26 punti) dopo 14 delle 36 giornate in programma.

Di Custodio, come detto, la rete del successo dei ticinesi. Il centrocampista ha ribadito in fondo al sacco un pallone respinto dalla traversa colpita da Lavanchy. Il quale poco prima si era però “mangiato" una rete (tiro debole), liberato splendidamente alla conclusione al termine della più bella azione della partita, tutta quanta in velocità e “di prima”. Sempre nella ripresa a tinte bianconere un’altra clamorosa traversa, protagonista il già citato Custodio, il cui tiro a giro è stato respinto dal “legno” in maniera beffarda. Sul piano personale, una bella rivincita per il giocatore vodese, che due mesi fa fallì dal dischetto il rigore che avrebbe potuto valere il successo sempre ai danni del Gc anche nel confronto di andata a Cornaredo, chiuso sull’1-1 lo scorso 23 settembre. «Avremmo potuto vincere anche a Lugano – ricorda il matchwinner della gelida serata di Zurigo – nonostante non fosse stata una prestazione impeccabile. Sono felice di aver potuto contribuire a un successo che al Letzigrund mancava da tanto tempo. Questa squadra ha nello spirito di gruppo la sua forza. Ci aiutiamo, i giocatori di maggiore esperienza aiutano i nuovi arrivati. Sapevamo che sarebbe stata una sfida complicata, contro un avversario che gioca bene a calcio. Sono entrato in campo con l’atteggiamento giusto».

Lo stesso hanno fatto i compagni partiti dalla panchina, e il risultato si è visto. Un Lugano diverso, tornato se stesso, ha svoltato in direzione della quarta soddisfazione filata. Da aggiungere alla vittoria ancor più pesante ottenuta sul tavolo della politica comunale che ha fatto tirare un sospiro di sollievo di tale forza da spazzare via la coltre nevosa che ha imbiancato le montagne.

Sulle ali dell’entusiasmo si guarda ora con ottimismo al recupero infrasettimanale di Berna contro lo Young Boys sconfitto a Zurigo e scivolato a -4 in classifica. Una situazione inedita, dalla quale cercare di trarre il massimo profitto.