La Nazionale batte l’Irlanda del Nord con una prestazione molto offensiva (ma con troppi errori sotto porta). Prosegue il testa a testa con l’Italia
Deve essere scritto da qualche parte nella Bibbia del calcio che contro l’Irlanda del Nord per la Svizzera non è mai tempo di vacche grasse. Certo, a Ginevra la Nazionale di Murat Yakin ha ottenuto quel successo indispensabile per continuare ad alimentare le ambizioni di primo posto di gruppo (sinonimo di qualificazione diretta aiMondiali di Qatar 2022) e per la prima volta nella sua storia ha battuto gli irlandesi con più di un gol di scarto, ma ancora una volta il compito non è stato agevole. Le due reti rossocrociate, giunte a firma Zuber nel primo tempo e Fassnacht nel secondo, sono entrambe cadute in tempo di recupero, dopo tante (troppe) occasioni sprecate. Non che gli irlandesi abbiano davvero rappresentato un problema per la difesa elvetica, visto che i sudditi di Sua Maestà hanno concluso una sola volta verso la porta di Sommer (all’8’ una leggerezza di Akanji ha costretto il portiere a respingere di pugni una conclusione di Washington) e nei restanti 82’ più recuperi, non sono più stati capaci di rendersi pericolosi. Ma il fatto che la Svizzera non sia riuscita a mettere in cassaforte il risultato quanto ne ha avuto l’opportunità, ha lasciato la contesa alla mercè di qualche estemporanea azione irlandese, potenzialmente in grado di rovinare quanto fatto in una partita che gli uomini di Yakin hanno interpretato (come giusto che fosse) con piglio offensivo.
La cifra dello sforzo profuso dagli elvetici sta tutta nelle statistiche: Shaqiri e compagni hanno concluso verso la porta difesa da Peacock-Farrell qualcosa come 25 volte, 7 nello specchio della porta, 10 al lato, mentre 8 tiri sono stati bloccati in partenza. Il dominio è stato totale, agevolato dall’espulsione del difensore Lewis già al 37’: dopo che il direttore di gioco aveva richiamato per almeno quattro volte gli irlandesi, intimando loro di smetterla di perdere tempo, sull’ennesima rimessa laterale ritardata oltre misura, ha sventolato per la seconda volta il cartellino giallo sotto il naso di Lewis, il quale pochi minuti prima aveva platealmente trattenuto Embolo). Rimasta in 10, l’Irlanda del Nord si è ulteriormente ritirata in difesa, ma la Svizzera è comunque riuscita a costruirsi una mole di occasioni come forse non le era mai capitato in passato. Embolo, Shaqiri, Zuber, Steffen, Fassnacht hanno tutti avuto sui piedi più di una possibilità per chiudere la partita. Ed è forse emblematico, in una serata nella quale il pallone non ne voleva sapere di entrare di fronte alla strenua difesa degli ospiti, il fatto che entrambe le reti siano arrivate su ripartenze: la prima innescata da Embolo, il cui controllo approssimativo si è tramutato in un assist per Zuber, la seconda con Fassnacht che ha approfittato dell’assist ancora di Embolo per presentarsi tutto solo davanti al portiere ospite.
Rispetto alla sfida di un mese fa a Belfast, ma pure alle due che quattro anni fa avevano regalato ai rossocrociati la qualificazione per Russia 2018, a Ginevra la Svizzera ha strappato i convinti applausi dei 19’000 presenti per la qualità della prestazione offerta. In campo con un 4-2-3-1 che questa Nazionale conosce molto bene dai primi tempi dell’era Petkovic, ha saputo mostrare un’inconsueta vivacità sul fronte offensivo, nonostante un avversario chiuso a riccio a difesa dello 0-0. Ovvio, non tutti hanno reso al meglio e per un Mbabu incontenibile sulla fascia, Steffen ha racimolato pochino, mentre Embolo ha sì fornito due assist (per altro uno involontario), ma ha anche sbagliato molto (troppo) sotto porta. Freuler e Zakaria (quest’ultimo in gol dopo 4’, ma il VAR ha annullato per fuorigioco di Mbabu) hanno garantito sostanza in assenza di Xhaka, mentre Shaqiri ha provato a illuminare, ma ha raccolto pochino e con il passare dei minuti è andato spegnendosi, al contrario del solito Zuber che – ed è una piacevole costante – a questa squadra riesce sempre a dare molto. Unico vero neo di una serata che ha soddisfatto i presenti, l’uscita di Akanji al 53’ per un problema all’inguine.
Vittoria doveva essere e vittoria è stata. La Svizzera è piaciuta, ha convinto e può prepararsi con serenità alla trasferta di martedì in Lituania per proseguire nel testa a testa con l’Italia per la leadership di gruppo.
«Missione compiuta – ha commentato Kevin Mbabu a fine partita –. Siam ostati baravi a restare pazienti. All’inizio non è stato facile, di fronte al loro blocco difensivo molto basso, era difficile riuscire a trovare spazi per costruire vere occasioni. Possiamo accontentarci dei due gol, ma il nostro rapporto occasioni/reti è rimasto ancora una volta molto basso. Abbiamo sempre detto che questo è un settore nel quale dobbiamo migliorare: è ciò che ancora ci manca per superare il prossimo gradino e poter competere sempre alla pari con le migliori squadre del mondo».
«Sono il primo a essere arrabbiato per le molte occasioni sbagliate – ha aggiunto Breel Embolo –. A il mio compito in campo è di far sì che la squadra vinca e oggi ho comunque fornito due assist. È stata una vittoria molto importante, sulla quale però non dobbiamo soffermarci troppo. Dobbiamo guardare avanti e il prossimo impegno è in programma già martedì»
Reti: 45’+3’ Zuber 1-0. 91’ Fassnacht 2-0.
Svizzera: Sommer; Mbabu (80’ Widmer), Akanji (53’ Schär), Elvedi, Rodriguez; Freuler, Zakaria; Steffen, Shaqiri (92’ Sow), Zuber (80’ Fassnacht); Embolo (92’ Itten).
Irlanda del Nord: Peacock-Farrell; Ballard, Cathcart, Brown (80’ Ferguson), Lewis; Davis, Thompson (80’ Jones), Saville, McNair; Dallas (86’ Bradley), Washington (63’ Magennis)
Arbitro: Vincic (Slovenia)
Note: 19’129 spettatori. Svizzera senza Xhaka e Seferovic (infortunati). Espulso al 37’ Lewis (2. giallo). Ammoniti: 23’ Lewis. 88’ Bradley. 89’ Zakaria e Magennis