Domani sera il Chiasso si gioca la salvezza contro il Neuchâtel Xamax. Serve una vittoria con tre gol di scarto
Ci siamo. Quella di domani per il Chiasso sarà la partita delle partite, una delle più importanti della sua recente storia. Nel 2019 la squadra rossoblù si salvò all’ultima giornata (quale tifoso non ricorda i gol di Josipovic e Belometti a Wil?), sovvertendo i pronostici. Questa volta sarà ancora più difficile. Difficoltà livello massimo, si potrebbe dire. Per restare in Challenge League (e non ci saranno probabilmente possibilità di ripescaggio, dato che lo Sciaffusa ha ottenuto la licenza) dovrà battere con tre gol di scarto lo Xamax. Non ci sono altre possibilità: o così o sarà il baratro della retrocessione.
Tutto in 90’, tutto nelle proprie mani. La squadra ha preparato il match a Coccaglio, lontano da tutto e da tutti. «Qui i ragazzi sono tranquilli, possono riposare, mangiare bene, allenarsi su un campo eccezionale. Stanno caricando le batterie per la partita. Come stanno i giocatori? Bene, abbastanza. Qualcuno sta ancora recuperando, ma in linea di massima, a esclusione dello squalificato Hajrizi (e gli infortunati di lungo corso, ndr), dovrei avere tutti a disposizione», ci spiega Baldo Raineri.
Il tecnico, che per un’intera stagione ha sempre difeso i suoi ragazzi da qualsiasi cosa, a partire dalle prestazioni negative sino agli attacchi e al pessimismo, si dice fiducioso. «Ci crediamo? Rispondo che ce la dobbiamo fare. Ci stiamo preparando per la partita della vita. Noi abbiamo una sola opzione per salvarci, vincere con tre gol di scarto: ci tocca pure questo, lo faremo. Lo Xamax per contro può perdere con due gol di scarto, vincere, pareggiare. Un vantaggio per loro? Come ho sempre fatto, non guardo in casa degli altri, tengo conto di quanto stiamo facendo noi. Se loro si sentono sicuri, è giusto così».
È stata una grande regola di Raineri, ripetuta dopo ogni partita, sia quando il Chiasso si avvicinava alle rivali, sia quando esse scappavano: non si guarda la classifica, ci si concentra solo su sé stessi. E adesso, per la prima volta da molto, la squadra rossoblù è totalmente responsabile del suo destino. «Certamente aiuta non dover dipendere da altri risultati, è tutto nelle nostre mani. È difficile, ma siamo noi a gestire la situazione. Per l’intera stagione siamo stati dietro, forse per due giorni siamo stati in zona salvezza, poi ancora dietro. Certo, è meglio soffrire per tutta la stagione e poi essere davanti quando conta, cioè domani, che correre in avanti per essere risucchiati solo alla fine. Può sicuramente essere un’arma a doppio taglio per chi ci sta davanti».
Sofferenza è una parola che il tecnico ripete spesso: «Ci siamo allenati anche a quello, a sopportarla. Non è giusto dire che abbiamo sempre inseguito gli altri, abbiamo inseguito noi stessi».
Come si prepara una partita del genere? Prima di tutto, bisogna recuperare le forze dopo tante partite ravvicinate. «È il nostro lavoro, dobbiamo farlo al massimo e siamo abituati a questo sforzo. Non è semplice. Stiamo lavorando su tutti i fronti: tecnico, tattico, fisico, mentale, come in una settimana normale». Che normale, ovviamente, non è. Va detto che in una sfida del genere, le motivazioni arrivano da sole. La mentalità corretta sarà comunque fondamentale, perché bisognerà scendere in campo consapevoli di dover segnare, possibilmente subito. E prendere gol potrebbe essere fatale.
Per Raineri sarebbe la vittoria più importante della carriera? Il mister nicchia. «Ma no, le vittorie fondamentali sono altre, dalla salute alla famiglia. Salvarsi rappresenterebbe un lavoro che si completa con il raggiungimento di un obiettivo, quello di inizio stagione. Mi chiedi se avrei firmato per trovarmi a giocare tutto in questo modo all’ultima giornata? No, avrei firmato per essere salvo con qualche giornata di anticipo. D’altro canto, so che sarà una sofferenza e mi eccita anche avere a che fare con questa situazione».
Il tecnico ha sempre promesso che a fine stagione avrebbe detto la sua. Ormai il termine si avvicina, anche se per i bilanci manca ovviamente uno dei dati più importanti, ovvero sapere se la salvezza sarà raggiunta oppure no. Ma ripercorrendo i mesi passati, si lascia andare ad alcune considerazioni. «Credo proprio che per quanto abbiamo fatto da quando il campionato è ripartito a gennaio ci meritiamo la permanenza in Challenge League. Abbiamo fatto tanti punti, se contasse solo quella parte di stagione certamente saremmo in un’altra posizione di classifica (si parla di 22 punti contro gli 11 totalizzati nella prima parte di stagione, ndr). D’altra parte la composizione della squadra è avvenuta strada facendo. Questa è stata la vera difficoltà. Sappiamo che è così, ne abbiamo preso atto e abbiamo lavorato forte, per superare gli ostacoli. Non ho rimpianti, perché ero consapevole di quale sarebbe stata la situazione, di come era impostata la programmazione societaria».
Una particolarità di questo campionato è stata sicuramente quella di non avere il pubblico allo stadio. Da alcune settimane qualcuno può invece accedere alle partite. La sfida di domani, decisiva quanto affascinante (salvarsi sarebbe un’impresa che andrebbe benissimo per un film!), sta catalizzando l’attenzione di Chiasso. Cosa dire ai tifosi? Baldo Raineri non ha dubbi: «Devono tifare e sostenerci, fino alla fine. Fino alla fine». Lo ripete due volte, fino alla fine, perché «nulla è perduto, siamo pronti per cambiare le cose e scoprire come andrà».
A fine gara, attorno alle 23, si tireranno le somme. Chiasso salvo, dopo un miracolo sportivo, una partita da leggenda? Chiasso che non è riuscito a imporsi con tre gol di scarto e dunque deve salutare la Challenge League?