Il successo 2-1 sul Neuchâtel Xamax nell'ultima giornata del campionato cadetto non basta (servivano 3 gol di scarto), i momò retrocedono dopo 11 stagioni
Il Chiasso ha perso la sua Challenge (League). Impostosi 2-1 sul Neuchâtel Xamax in uno scontro diretto che avrebbe però dovuto vincere con almeno tre reti di scarto, il club momò non è riuscito a evitare in extremis l’ultimo posto in classifica e per colpa della peggior differenza reti (-25 contro -22) nei confronti dei neocastellani lascia la categoria cadetta del calcio svizzero dopo ben undici anni. Una lunga permanenza iniziata con la promozione dalla Prima Lega del 2010 targata Raimondo Ponte e proseguita sempre sui binari dell’incertezza e ai limiti della sopravvivenza, basti pensare che una sola volta la compagine momò ha terminato il campionato sopra il settimo posto (nel 2012/2013 quando con Livio Bordoli in panchina si era piazzata sesta), mentre praticamente ogni anno ha flirtato con la retrocessione, evitata nella passata stagione solo grazie alla cancellazione dei campionati inferiori a causa della pandemia e in quella precedente con un incredibile colpo di coda proprio all’ultima giornata, quando il successo in rimonta a Wil (2-1) e la contemporanea sconfitta del Rapperswil ad Aarau (1-0) aveva permesso agli uomini dell’allora tecnico Andrea Manzo di superare (di un punto) in classifica i sangallesi.
Un miracolo che non si è riprodotto al Riva IV e questo nonostante l’ottimo inizio degli uomini di Baldo Raineri. Un gol rapido è infatti quello che il Chiasso cercava per mettere subito un po’ di pressione sugli ospiti e tale scenario si è prontamente concretizzato al 15’, quando Hadzi appena da dentro l’area ha sfoderato una conclusione incrociata di sinistro leggermente deviata da un difensore, ma abbastanza per sorprendere il portiere neocastellano con il pallone che ha sbattuto sul palo prima di finire in rete. Un gol che ha ulteriormente caricato i padroni di casa, capaci di trovare il 2-0 appena sette minuti più tardi con un altro sinistro, stavolta di Dixon, che da fuori area ha infilato Walthert alla sua destra. A frenare lo slancio dei rossoblù ci ha pensato pochi minuti dopo quel volpone di Nuzzolo colpendo un palo che ha anche avuto il merito di scuotere i suoi, tanto da portarli a trovare il pesantissimo 2-1 con Parapar, il quale ha superato Safarikas dopo un pallone mal negoziato dalla difesa di casa. Un duro colpo al quale i chiassesi sono riusciti a rispondere solo in chiusura di tempo con un destro ancora di Hadzi di poco a lato.
Nemmeno la pausa è purtroppo servita a riaccendere il fuoco sacro dei chiassesi che nella ripresa ci hanno encomiabilmente provato, ma senza la necessaria qualità e l’energia (soprattutto mentale) di inizio partita, tanto che la prima mezza occasione è stata una conclusione alta di Bahloul al 65’, a cui sono seguite solo un paio di disperate mischie in area avversaria negli ultimi minuti. E così, nonostante l’aggancio ai rossoneri a quota 36 punti reso però vano dalla peggior differenza reti, il Chiasso è retrocesso in Promotion League.
Una retrocessione che per quanto già elencato in precedenza e considerando le difficoltà non solo sportive – in primis a livello di budget, uno dei più limitati del professionismo elvetico – vissute nel recente passato dal club momò, ha ben poco di clamoroso ed è figlia di una stagione che in fondo rispecchia la confusione e la mancanza di stabilità che regna in seno alla società di confine, come dimostrano anche i numeri fuori dal campo: il Chiasso è la formazione di Challenge che in questa stagione ha inserito più giocatori in contingente, ben 39, di cui 18 under 21 formati in Svizzera. A titolo di paragone, al secondo posto di questa speciale classifica c’è il Winterthur con 34 (16 U21), lo Xamax si è fermato a 32 (11) e il promosso Grasshopper a 28 (7). Ancora più impressionante il numero di trasferimenti effettuati dai rossoblù tra la sessione di mercato estiva e quella invernale: sulla lista registrata dalla Swiss Football League figurano addirittura 53 nomi, per 31 partenze e 22 arrivi. Certo, non tutti si sono effettivamente fermati al Riva IV visto che i giocatori utilizzati in stagione da Raineri sono stati 35, ma rimangono comunque troppi per poter ambire a un minimo di continuità tanto a livello di spogliatoio quanto poi di prestazioni e risultati. Anche per una realtà che deve giocoforza – per i citati limiti di budget e per quelli strutturali prima ancora che per vocazione – puntare sulla formazione e sulla valorizzazione dei giovani talenti.
E non è certo un caso se dopo una prima metà di stagione apertasi con l’impresa in Coppa Svizzera contro lo Zurigo (battuto 3-2 al secondo turno) ma poi decisamente avara di soddisfazioni (10 sconfitte, 2 pareggi e solo 3 vittorie, per una media di 0,7 punti a partita), è dopo Natale e una finestra di trasferimenti invernale decisamente meno “animata” di quella estiva (13 operazioni di mercato contro 40) che Maccoppi e compagni hanno mostrato le cose migliori, trovando appunto una certa continuità attraverso oltretutto un gioco piacevole e propositivo. Nel 2021 nei 21 match di campionato (senza quindi contare l'eliminazione negli ottavi di Coppa per mano del Lucerna) sono arrivati sì 8 rovesci, ma anche 6 successi e 7 pari, con una media che si è alzata a oltre un punto (1,2) a partita. Una progressione che ha riacceso il sogno salvezza dei ticinesi, arrivati – nonostante la pesante eredità della prima parte di campionato – a un niente dal lasciare l’ultimo posto occupato per tutta la stagione, ma costretti sul più bello a riaprire gli occhi dalla sconfitta nello scontro diretto del possibile aggancio al Wil (3-2 alla terzultima giornata), prima di rendersi conto dopo l’ultimo giro di giostra che la realtà – leggasi retrocessione – è un incubo dal quale sarà davvero difficile svegliarsi.
Un boccone talmente amaro – seppur non del tutto inatteso, anzi – da indurre la società momò a non rilasciare dichiarazioni a fine match, impedendo anche ai suoi giocatori di presentarsi davanti ai nostri microfoni. Un atteggiamento che, seppur stigmatizzandolo, non possiamo che accettare, lasciando spazio a chi invece può festeggiare per essere riuscito a evitare una seconda retrocessione consecutiva che avrebbe avuto del clamoroso... «Sapevamo che sarebbe stata una stagione complicata e anche che questa sera avremmo dovuto soffrire e posso tranquillamente dire che è la sconfitta più bella della mia vita», afferma il difensore ticinese dello Xamax e proprio ex Chiasso Igor Djuric, che poi si toglie un sassolino dalla scarpa: «Qualche settimana fa ho letto che qualcuno in casa Chiasso affermava che abbiamo comprato delle partite, ma tutte le nostre vittorie le abbiamo conquistate sul campo. Sono brutte accuse e a maggior ragione sono contento per com'è finita questa serata, anche perché questo nono è più il Chiasso in cui ho giocato io, quello dei giovani cresciuti qui, quello vero».
Chiasso - Neuchâtel Xamax (2-1) 2-1
Reti: 15’ Hadzi 1-0. 22’ Dixon 2-0. 32’ Parapar 2-1
Chiasso: Safarikas; Dixon (75' Pasquarelli), Affolter, Pavlovic; Malinowski (81' Lujic), Maccoppi, Silva, Hadzi; Bahloul, Marzouk; Cortesi (66’ Manicone)
Neuchâtel Xamax: Walthert; Mveng, Gomes, Basha, Djuric (50’ Morgado), Kempter; Dominguez, Beloko (63’ Corbaz); Parapar (63’ Mutombo), Mafouta (90' Dugourd), Nuzzolo.
Arbitro: Fähndrich
Note: 100 spettatori. Chiasso senza Hajrizi (squalificato), Antoniazzi, Sörensen e Morganella (infortunati); Neuchâtel privo di Rodriguez, Epitaux, Bangura e Koura (infortunati). Al 24’ palo di Nuzzolo. Ammoniti: 23’ Bahloul. 45’ Djuric. 69' Affolter. 79' Mutombo. 85' Walthert. 93' Maccoppi.