Dopo aver subito 9 reti in 3 partite, il Lugano vuole ritrovare la tradizionale solidità difensiva. Maurizio Jacobacci: 'Grinta, cattiveria e concentrazione'
Tre reti contro lo Young Boys, tre reti contro il San Gallo, tre reti contro il Lucerna: non ci sono dubbi, il Lugano con i regali di Natale si è portato ampiamente avanti. Adesso è tempo di ritornare a proporre quella difesa ferrea sulla quale, fino a pochi giorni fa, i bianconeri avevano forgiato tanti dei loro successi. Anche perché domani a Cornaredo arriva il Thun, per una sfida che potrebbe definitivamente togliere le castagne dal fuoco a Maurizio Jacobacci e compagni. Tre punti contro i bernesi proietterebbero i bianconeri a un passo dalla matematica salvezza, al contrario un rovescio rischierebbe di far risorgere fantasmi che si credevano sopiti. Alla luce dell'importanza dei tre punti in palio, la clamorosa rimonta subita domenica a Lucerna si spera non abbia intaccato le certezze dei bianconeri... «Non sono preoccupato – commenta il tecnico luganese –. A Lucerna non abbiamo sbagliato partita: anzi, per un'ora e poi ancora nei minuti finali, si è visto un ottimo Lugano. Per andare alla Swissporarena a fare ciò che abbiamo fatto occorrono doti tecnico-tattiche, carattere, fisico... Ci sono state alcune sbavature che in 20' ci hanno portato a rovinare tutto, ma la squadra per un'ora ha corso moltissimo e a un certo punto qualcuno ha iniziato a pagare a livello fisico. In simili frangenti occorrerebbe ancora maggiore concentrazione, ma si sa che proprio la concentrazione viene meno quando le gambe non riescono a seguire».
A fine partita il presidente Angelo Renzetti non le ha mandate a dire, sia al tecnico, sia ai giocatori... «Vorrei precisare che non ho mai litigato con il presidente. Era arrabbiato per la mancata vittoria e lo ero pure io, con me stesso e con i giocatori. A tutti è dispiaciuto aver perso due punti in quella maniera, anche perché, torno a ribadirlo, ritengo che per lunghi tratti il Lugano abbia disputato un'eccellente prestazione. E, a conti fatti, nel finale siamo stati proprio noi ad andare a un passo dal quarto gol, con l'occasione di Pavlovic e il palo di Lavanchy. Dopo aver subito il terzo gol, la squadra è stata capace di una reazione importante e questo credo sia un aspetto non sottolineato a sufficienza. Insomma, il presidente aveva tutte le ragioni per essere arrabbiato, ma tra arrabbiatura e litigio la differenza è sostanziale».
Rimane il fatto che Eloge Yao sta attraversando un momento difficile: due autoreti contro lo Young Boys e responsabilità su due delle tre reti del Lucerna... «Con lui non ho ancora parlato, volevo lasciare decantare le polemiche. Ovviamente lo farò nelle prossime ore. Ci tengo però a ribadire che Yao non è bocciato e ha le stesse possibilità di tutti gli altri di scendere in campo contro il Thun. Ho piena fiducia nel giocatore e se lo mando in campo è perché so che può svolgere il compito assegnatogli: è forte di testa, è esplosivo e fisicamente sta bene. Proprio per questi motivi sono rimasto deluso dalla sua prestazione a Lucerna: conosco i suoi pregi e so quanto vale e cosa può dare a questa squadra».
Una squadra che, però, nelle ultime tre partite ha subito nove reti. Un pizzico di preoccupazione può sorgere... «Ovviamente ci penso, rifletto e guardo le immagini televisive, in modo da capire la genesi dei gol. Ad esempio, il secondo incassato contro il San Gallo è simile ai due di Lucerna, con cross lunghi sul secondo palo. Contro lo Young Boys abbiamo subito due volte su palle inattive, situazione di gioco nella quale, di regola, siamo piuttosto forti. Si tratta di ricalibrare alcuni meccanismi, di rimanere concentrati in ogni occasione, di voler essere più cattivi dell'avversario. So che possiamo farlo, perché è stata una costante del nostro gioco fino a poco tempo fa. Domani avremo bisogno proprio di queste caratteristiche. In febbraio a Thun avevamo perso per due palle inattive nei primi 20': non deve più succedere».
All'orizzonte si staglia la sfida con il Thun, ma l'attualità del calcio svizzero è rappresentata dal caso Zurigo, con i casi di Covid-19, il rinvio della partita con il Sion e la decisione di giocare contro il Basiela attingendo a molti ragazzi della U21... «Sinceramente è un tema che mi interessa poco. Mi concentro su quello che possiamo fare noi in campo, i commenti sulle decisioni della Swiss Football League o delle singole società le lascio ad altri. Con i ragazzi il tema del Covid-19 non è stato affrontato, anche perché non vi è ancora stato il tempo materiale per farlo. Il Lugano sta curando tutti i dettagli in ambito sicurezza, per cui sono tranquillo. So che la nostra U21 ha ripreso gli allenamenti, ma spero che né noi, né nessuna altra squadra in Svizzera si ritrovi nella stessa situazione dello Zurigo. So anche che il Sion si è lamentato perché contro di loro lo Zurigo non ha giocato con gli U21, ma credo si tratti di usare il buon senso e ammettere che non era possibile organizzarsi in tal senso nel giro di poche ore. D'altro canto, ammiro il senso di responsabilità del presidente dello Zurigo, Ancillo Canepa, il quale, per salvaguardare il campionato, ha accettato di schierare gli U21. Una decisione non da poco, visto che la squadra è ancora in lotta per un posto in Europa».
Zurigo-Sion, incontro valido per la 30esima giornata di Super League rinviato a causa della positività al coronavirus dello zurighese Mirlind Kryeziu, verrà recuperato martedì 28 luglio alle 20.30. Ne consegue che la sfida della 34esima giornata del St. Jakob Park tra il Basilea e il Lugano verrà spostata da sabato 25 luglio a domenica 26 (alle 16), in modo da permettere allo Zurigo di scendere in campo al sabato contro il San Gallo. Di conseguenza, subiscono modifiche anche le ultime due giornate: la 35esima si giocherà venerdì 31 (Lugano - Servette), la 36esima lunedì 3 agosto (Xamax - Lugano) anziché domenica 2 agosto.