La prima edizione nel 1948 vide la partecipazione di meno di una ventina di atleti in carrozzina di cui quattro donne
Prima la palla medica, seguita dalle freccette, il tiro con l’arco, per poi approdare al basket in carrozzina. È questo il percorso, non affatto semplice, che portò il neurologo Ludwig Guttmann a introdurre lo sport come parte fondamentale di un percorso riabilitativo dei pazienti con lesioni spinali.
Una strada che lo indusse nel 1948 a organizzare la prima edizione dei Giochi di Stoke Mandeville con meno di 20 atleti in carrozzina, di cui 4 donne, oggi considerati i primordiali Giochi paralimpici noti in tutto il mondo. Nel 1952 seguì la seconda edizione che assunse un carattere internazionale, in quanto parteciparono anche veterani di guerra olandesi.
Ludwig Guttman nacque il 3 luglio 1899 a Tost (Polonia) e morì il 18 marzo 1980 a Aylesbury (Regno Unito). Fu il primogenito di quattro figli di una famiglia ebrea ortodossa, nato dal padre Bernhard Guttmann (proprietario di un locale) e dalla madre Dorothea (figlia di un fattore). I suoi studi di medicina iniziarono a Breslavia (Polonia), per poi approdare a Würzburg (Germania) e, infine a Friburgo (Germania), dove sì laureò nel 1924 con una specializzazione in neurologia, diventando nel corso degli anni uno dei più noti chirurghi tedeschi che operava sul cervello.
Il valore prettamente sportivo del suo lavoro fu evidente durante le Olimpiadi di Londra del 1948. Fu in quell’occasione che il medico capì che l’attività sportiva per le persone con disabilità poteva essere non solo parte di una terapia, ma anche parte della vita stessa. In questo modo, avrebbe aiutato i pazienti a recuperare autostima e fiducia in loro stessi, riconsegnando loro anche dignità e inserimento sociale. Il lavoro di Guttmann ispirò l’interesse di un collega italiano, Antonio Maglio, che lo convinse a realizzare un’edizione dei Giochi a Roma, pochi giorni dopo la 17esima edizione dei Giochi olimpici.
Grazie alla sinergia dei due medici, nel 1960 andò in scena a Roma la prima Paralimpiade della storia (riconosciuta come tale nel 1984 dal Comitato Olimpico Internazionale): con la partecipazione di circa 400 atleti provenienti da 23 nazioni diverse. All’epoca il nome dell’evento fu Giochi Internazionali per Paraplegici, poiché gli studi di Maglio – che sono stati raccontati in un film dal titolo “A muso duro” – si erano concentrati su persone con paraplegia.