Ivangabriel Petrogalli ed Enea Cattaneo, 600 km in bici per beneficenza. Claudia Morinini: ‘Ecco come la Corsa della Speranza ha battuto la pandemia’
Non hanno raggiunto la laguna, ma acqua sotto le ruote ne hanno trovata parecchia. Sebbene a causa del maltempo abbiano dovuto ridimensionare il programma – percorrere ‘tutto d’un fiato’ i 700 chilometri tra Lugano e Venezia e ritorno in bicicletta –, quanto messo in strada da due diciannovenni ticinesi, rimane una piccola impresa. Ivangabriel Petrogalli ed Enea Cattaneo hanno macinato 600 km pressoché in un’unica tappa. Con partenza e arrivo da Mendrisio, i due appassionati delle due ruote (che Ivangabriel pratica in modo agonistico, mentre Enea è ultracyclist per passione) hanno pedalato praticamente non stop attorno ai laghi Ceresio, Lario e Verbano. In trenta ore si sono concessi brevi o brevissimi stop: giusto il tempo di rifocillarsi, rimettere in sesto le biciclette, riposarsi. E provare a riscaldarsi. Perché oltre al sonno, hanno dovuto combattere la pioggia battente e il freddo pungente. Hanno però stretto i denti e portato a termine quella che era nata come una sfida personale e che si è trasformata in beneficenza. L’idea un po’ folle dei due ragazzi del Mendrisiotto è stata una della cinquantina di iniziative proposte quest’anno dalla Corsa della Speranza, manifestazione non competitiva le cui entrate (iscrizioni e donazioni) sono devolute alla Fondazione ticinese per la ricerca sul cancro.
Enea e Ivangabriel, grazie ai quali sono stati raccolti quasi quattromila franchi, «sono una delle tante realtà diverse da ciò che abbiamo proposto per quindici anni», commenta alla Regione Claudia Morinini, coordinatrice Corsa della Speranza. Gli ultimi due anni, a causa della pandemia, l’appuntamento nella sua forma classica non si è potuto svolgere. «Sono però nate tante iniziative su impulso di singoli o piccoli gruppi che, conoscendo la nostra associazione, hanno voluto contribuire ognuno a modo proprio. Molti sono stati coloro che, con un grande cuore, nel 2020 e 2021 si sono uniti alla causa. La risposta delle persone è stata straordinaria; ha messo in mostra la voglia di volersi unire e, tutti con la loro misura, aiutare. Così come straordinario è stato vedere che in modi diversi si sia comunque andati nella direzione del nostro obiettivo: coinvolgere tanta gente».
La forza e la caratteristica della Corsa della Speranza – aggiunge Claudia Morinini – è da sempre l’incontro e l’unione. «Vogliamo assolutamente tornare a riunirci in piazza a Lugano, perché abbiamo bisogno di essere ancora tanti e di ritrovarci assieme». Per cause di forza maggiore, gli ultimi due anni l’evento ha cambiato pelle, mantenendo però intatto lo spirito. «Il Covid ha fatto emergere la volontà e la disponibilità di molti a investirsi in prima persona e non ‘solamente’ come partecipante. È stato molto bello sentire come le restrizioni imposte dalla situazione pandemica, non abbiano fatto venire meno l’affetto per la Corsa che, per certi versi, è diventata del Ticino e non solo di Lugano».
La formula alternativa, con proposte sull’arco di una settimana in tutto il cantone, nel 2021 ha registrato un calo di partecipazione; «però il sostegno, con donazioni o acquisto delle bandane, è rimasto alto. Proporre comunque l’evento, per quanto in forma differente, ci ha permesso di mantenere una continuità e di scoprire una serie di iniziative lontane da ciò che abbiamo sempre fatto; nelle quali il nostro gruppo è però pronto a farsi coinvolgere. Abbiamo voglia di dare una mano a chi, come Ivangabriel ed Enea, facendo una cosa che fa del bene a sé, fa del bene ad altri. Non c’è sensazione migliore».