Ulteriori considerazioni in merito a un derby che sabato ha detto una cosa importante: il potenziale di pubblico c’è, bisogna fidelizzarlo
Ci sembra opportuno tornare sul derby di sabato per evidenziare alcuni aspetti che la cronaca non permetteva, per ragioni di spazio, di analizzare. Cominciamo dal pubblico: penso che ci sia lo spazio perché il pubblico torni a seguire le gare di basket. Le società devono comunque trovare un modo per promuoverlo nel migliore dei modi: innanzitutto fidelizzare il proprio movimento giovanile, coinvolgere i ragazzi e le famiglie perché in questo modo si possono anche coinvolgere di più gli adulti e avere la loro collaborazione. Non si può pretendere che ci siano tifosi se non ci sono le adeguate promozioni. Riuscire a raggiungere le 3 o 400 unità sarebbe un segnale molto forte e darebbe ulteriori stimoli a giocatori e società. Abbiamo vissuto una stagione senza pubblico e abbiamo visto quale tristezza accompagnava anche le partite più intense. Ci vuole un lavoro in profondità e le due società, pur presentando squadre di livello diverso, hanno un bacino adeguato a cui attingere.
Pe quanto riguarda gli aspetti tecnici, diremo che il Lugano ha una carenza evidente legata alla giovane età dei suoi giocatori. Lo si è visto appena Nikolic ha chiamato in panchina uno dei suoi tre stranieri. Subito il pressing dei massagnesi ha permesso il recupero di palloni, facili contropiedi e punti a iosa, 16 contro 1. Anche perché i vari Togninalli, Matasic e Dell’Acqua non erano supportati da schemi validi per uscire dal pressing, rendendo ancor più facile l’assalto massagnese. Ma questo è un aspetto che si allena in settimana e certamente il coach ci porrà rimedio. In ogni caso, il Lugano sta crescendo e, come auspicavamo una settimana fa, ci ha messo grinta e determinazione. Senza quelle sarebbe stata una catastrofe.
Dal canto suo anche Massagno è in progresso. Facile, si dirà, visto lo spessore della squadra. Invece, come a tutti i livelli, l’amalgama non è un fatto scontato. Lo si è visto anche sabato quando, a inizio partita, i meccanismi erano parziali, i movimenti sugli schemi troppo lenti e il pallone, in uscita dai blocchi, arrivava tardi. Un altro aspetto sono i rimbalzi offensivi concessi ai “piccoli” del Lugano, dove chiaramente non vi sono ancora state scelte sufficienti nell’adeguamento difensivo. Aspetti che contro i bianconeri possono essere più o meno indolori, ma contro le squadre migliori costano punti e falli evitabili. Con il recupero dei due Mladjan, Gubitosa avrà ulteriori armi offensive: se poi i due decideranno anche di difendere come basket comanda... la musica sarà ottimale.