All’Elvetico, i Tigers partono forte, ma con il passare dei minuti esce la Spinelli e dalla pausa grande in poi non c’è più partita
Il primo derby stagionale va alla Spinelli, come da copione, si potrebbe dire. Non da copione i Tigers che per un quarto d’ora rendono la vita complicata agli uomini di Gubitosa e danno un sapore intenso alla sfida. Sapore che ha per condimento anche la presenza di quasi 400 persone all’Elvetico, cose d’altri tempi, ma che fanno piacere.
I Tigers vanno in campo con l’atteggiamento di chi non vuole essere vittima sacrificale, la Sam con qualche intoppo di troppo in attacco. Così i bianconeri producono uno strappo iniziale, con un parziale di 8-0 che li porta dal 7-8 al 5’ al 15-8 al 7’. Gli ospiti rispondono subito con un 2-8 e così alla prima pausa si va sul 20 pari.
Il secondo quarto continua a braccetto sino al 29-30 al 4’, firmato da Bernardinello e dopo la tripla di Dell’Acqua. Ma con Robertson in panca, la Spinelli domina la scena degli ultimi 5 minuti: parziale impietoso di 1-16, condito da palle recuperate e contropiedi micidiali che non lasciano scampo ai giovani virgulti bianconeri. Il parziale di 14-28 diventa una sentenza perché i bianconeri non hanno argomenti per rientrare in partita. Chiusa metà gara sul 34-48, la Sam va in controllo e la differenza la fa lo spessore tecnico. Anche perché Criswell, dopo un primo quarto di lusso, 10 punti, diventa evanescente e ne mette solo 2 in due quarti: Humphrey viaggia a meno di un canestro per quarto, mentre sull’altro fronte Taylor straripa, ben coadiuvato da Williams, 10 rimbalzi per lui, con Nikolic e James a tagliare dal campo le torri bianconere. Il 49-69 all’ultima pausa è eloquente. Nell’ultimo quarto il Lugano non smette di lottare, ma se si perdono tre palloni consecutivi su rimessa, è chiaro che tutto si complica: sul +26 al 4’, 51-77 dopo uno 0-8, la partita va sui titoli di coda, con qualche spunto che serve solo ad abbellire il tabellino.
Il Lugano chiude con 4 giocatori in doppia cifra, con la novità dei 10 punti di Matasic che ha portato concretezza e solidità, al di là delle 4 palle perse: 4/5 al tiro e 3 rimbalzi, non male per un play di 19 anni. Troppo poco, invece, da parte di Humphrey, malgrado gli 8 rimbalzi, con 2/12 al tiro e 7/13 nei liberi. Robertson, 9 rimbalzi e 17 punti (8/10) ha fatto la sua parte, mentre Criswell (18 punti con 7/18) ha marcato assenza per oltre metà gara, risentendo dei problemi familiari che lo coinvolgono. Troppo poco per un’avversaria come la Sam che ha mandato in doppia cifra sei giocatori: Martino sempre più positivo 12 punti, Williams 12, Taylor 20, James 13 e Kovac 16. Il ticinese è incappato in una serata no, come i compagni, con 1/4 da 3 – 2 su 17 di squadra, ma è stato implacabile in difesa e dalla lunetta, 7/7. Assente Dusan Mladjan, come Stevanovic in campo avverso, il fratello Marko ha mostrato tutti i limiti della sua precaria condizione, con 2/8 al tiro. Un Lugano comunque in crescita anche se 17 palle perse e un misero 14/25 nei liberi creano un baratro a favore dell’avversario di turno. E se questo è la Sam, il dazio lo si paga a caro prezzo.
«Sono contento per quanto fatto nei primi 15 minuti – dice Nikolic –, ho visto una squadra vera: gli errori, anche per inesperienza, la latitanza di qualche giocatore e la forza dell’avversario hanno fatto la differenza. Ma l’inizio di gara ci ha fatto capire che stiamo crescendo».
Robi Gubitosa è lapidario: «Sapevo che avremmo faticato se non avessimo avuto la massima concentrazione e nel primo quarto lo abbiamo visto. Poi, quando le cose hanno cominciato a funzionare, a iniziare dal pressing, tutto si è incanalato come volevamo. Siamo forti, ma dobbiamo dimostrarlo sempre e con continuità».