Domani all’Elvetico si sfideranno Lugano e Massagno. Gli ospiti hanno una marcia in più, ma coach Gubitosa teme la trasferta su un campo spesso ostico
Derby all’Elvetico domani alle 17.00, l’appuntamento più atteso da tutti, dirigenti, allenatori, giocatori e tifosi. La rivalità stracittadina, o quasi, è molto sentita anche se nelle nuove generazioni non è paragonabile a quella che si porta nei ricordi chi l’ha vissuta nei decenni addietro. Un tempo, la Sam era la cugina povera di un Lugano che giocava in Europa e vinceva titoli: oggi, gli investimenti economici delle due squadre si sono invertiti ed è la Spinelli che guarda dall’alto le Tigri oramai con pochi artigli. Ma un derby è sempre una gara a sé e anche la stagione scorsa, messi sotto di quaranta punti all’andata, i Tigers hanno costretto la Sam a due overtime per avere la meglio.
L’inizio di questa stagione è stato nettamente a favore della Collina, anche se il Lugano è finalmente riuscito a vincere una partita in quel di Basilea, non proprio il terreno più amico. Una prova, quella degli uomini di Nikolic, che avrà dato certamente fiducia a tutti. Senza Stevanovic, i ragazzi bianconeri hanno tenuto bene il campo: Bracelli, Matasic, Bernardinello e Togninalli hanno portato un bottino di 18 punti che, unitamente ai 63 dei tre americani, hanno permesso al Lugano di vincere. Un apporto indispensabile, quello dei giovani, perché non si possono chiedere più punti agli stranieri e quindi solo così i bianconeri possono pensare di vincere altre partite. «Siamo partiti molto male anche a Basilea, ma poi tutti hanno messo maggiore intensità difensiva e maggiore lucidità in attacco – ci dice Nikolic –: in questo modo siamo riusciti a recuperare e a vincere con merito».
La Spinelli è un’altra storia... «Certo, anche se un derby è sempre una partita diversa: ma siamo consapevoli di affrontare una squadra al top. Non ci fasciamo certamente la testa prima di scendere in campo, però dobbiamo giocare al 150% se vogliamo pensare in grande. Cosa non facile, perché la squadra di Gubitosa è completa in ogni reparto e con una panchina lunga».
Per la Spinelli l’avversario più ostico è se stessa, perché sulla carta non c’è confronto. Ma si sa che la testa è ben altra cosa rispetto alla carta e il campo ancora qualcosa d’altro. Cominciare la gara prendendo sottogamba la sfida sarebbe l’errore più marchiano che una squadra potrebbe fare e siamo certi che Gubitosa saprà motivare i suoi nel giusto modo. Non sarà l’assenza di Dusan Mladjan a preoccupare, quanto la determinazione dei 12. «Temo sempre giocare all’Elvetico perché è un campo che non mi porta bene – esordisce il coach ospite –, anche perché con il Lugano è sempre una sfida anomala, nel bene come nel male. Il passato ci ricorda sfide già vinte e poi perse per un nulla o vinte dopo due supplementari come lo scorso anno, quando la differenza di forze diceva ben altro. Però i derby sono così».
Con il Neuchâtel, ma anche a Ginevra, siete partiti in maniera un po’ discontinua, prima di prendere in mano la gara: a Ginevra nell’ultimo quarto, contro i neocastellani nel terzo... «Vero, ecco perché chiederò ai miei di avere il giusto atteggiamento sin dall’inizio. Inutile spendere energie per recuperare quando puoi indirizzare la gara come per te è meglio. Comunque stiamo progredendo come assieme e voglio vedere questa crescita anche oggi».
L’augurio è che ci sia il pubblico delle grandi occasioni: nelle prime gare si è visto un buon numero di spettatori, ma arrivare a riempire l’Elvetico sarebbe un bel segnale per tutti.