Il colombiano della Ineos consolida la leadership nel Giro d'Italia imponendosi in solitaria a Cortina in una 16esima tappa accorciata a causa del maltempo
Egan Bernal è sempre più padrone del Giro d'Italia e il colombiano lo ha voluto sottolineare all'arrivo della 16esima tappa, quando a pochi metri dal traguardo che stava raggiungendo in solitaria si è sfilato la mantellina nera della sua squadra, la Ineos, per mostrare a tutti la maglia rosa ancora più solidamente sulle sue spalle.
Una frazione quella da Sacile (Pordenone) a Cortina d'Ampezzo (Belluno) che ha vissuto un momento importante ancor prima della partenza, con i corridori che viste le avverse condizioni meteo – pioggia, freddo e nebbia – e ritenendo la discesa del Fedaia troppo pericolosa a causa del ghiaccio, hanno chiesto una modifica del percorso. Una richiesta accolta dagli organizzatori, che hanno loro malgrado deciso di rinunciare a due dei quattro Gran premi della montagna previsti, ovvero lo stesso Fedaia e Pordoi, con quest'ultimo che avrebbe dovuto essere la Cima Coppi, poi spostata sul Passo Giau (2233 metri di altitudine). Di conseguenza, la lunghezza della tappa è passata dai 212 km iniziali a 153, comunque duri e che hanno regalato spettacolo.
In primis come detto grazie al leader della classifica generale, che dopo aver già offerto una prova di forza sabato nella 14esima frazione tra Cittadella e il Monte Zoncolan – nella tappa corsa sempre in condizioni climatiche difficili e vinta in solitaria dall'italiano Lorenzo Fortunato, il 24enne di Bogotà ha sfruttato l'azione proposta a poco più di un chilometro dal traguardo da Simon Yates per staccare tutti gli altri uomini di classifica – stavolta si è pure andato a prendere la vittoria di giornata: a una ventina di chilometri dall'arrivo, Bernal ha deciso che era arrivato il momento di attaccare e in poche pedalate si è portato in testa alla corsa raggiungendo gli italiani Vincenzo Nibali e Davide Formolo e lo spagnolo Antonio Pedrero, che assieme a Gorka Izagirre, a Joao Almeida e a Amanuel Ghebreigzabhier (a quel punto già staccatisi) avevano firmato la fuga di giornata. Da quel momento la maglia rosa ha fatto corsa in testa, con il francese Romain Bardet e l'italiano Damiano Caruso (alla fine rispettivamente secondo e terzo) a rincorrerlo a distanza, con 27'' di ritardo al traguardo di Cortina. La seconda vittoria personale dopo quella nella 9a tappa che a Campo Felice aveva consegnato a Bernal la leadership e l'azione sullo Zoncolan hanno permesso al colombiano di mettere, alla vigilia dell'ultima giornata di riposo, una seria ipoteca su un Giro che ora guida con 2'24" di margine sullo stesso Caruso e 3'40'' sul britannico Hugh Carthy.
Quanto ai rossocrociati, il migliore di tappa è stato Kilian Frankiny, 29o a 11'48'' dal vincitore, mentre il vallesano Sébastien Reichenbach ha abbandonato la gara per un problema a un ginocchio.