CICLISMO

Al Giro d'Italia tutti contro Bernal e la Ineos

In assenza di Tao Geoghegan Hart, ultima maglia rosa, il colombiano veste i panni del favorito. Il 29 maggio la corsa sconfinerà in Ticino e nei Grigioni

6 maggio 2021
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Ventun giorni di competizione, due di riposo, 3’480 km complessivi, 48’000 metri di dislivello, due cronometro, otto arrivi in salita, 23 squadre da otto per un totale di 184 partenti. Questo, in poche parole, il Giro d’Italia numero 104, pronto a scattare domani dalle strade di Torino con un prologo di 8,4 km. Sarà un Giro molto legato alle ricorrenze, a partire dalla città di partenza, scelta per onorare i 160 anni dell’Unità d’Italia (Torino fu la prima capitale). Ma in questo 2021 la corsa rosa ricorderà pure, nella tappa che condurrà da Ravenna a Verona (21 maggio), i 700 anni dalla morte di Dante Alighieri e lungo le tre settimane di corsa i 90 anni della maglia rosa, indossata la prima volta il 10 maggio 1931 da Learco Guerra (254 i ciclisti ad averla portata, il più famelico, ovviamente, il Cannibale Merckx che l’ha vestita 78 volte). E sarà un Giro d’Italia che avrà un solo sconfinamento, in Svizzera. La corsa transiterà in Ticino e nei Grigioni in occasione della ventesima e penultima frazione, quella che porterà da Verbania (città di Filippo Ganna, grande favorito per indossare la prima maglia rosa a Torino) all’Alpe Motta. La corsa entrerà in Svizzera da Brissago in direzione dei Grigioni e del San Bernardino. Una volta a nord delle Alpi, si scalerà il Passo dello Spluga, per poi scendere fino a Campodolcino e risalire fino al traguardo dell’Alpe Motta. Sarà verosimilmente quella la frazione che deciderà la maglia rosa di Milano, anche se in precedenza le difficoltà non mancheranno. A cominciare dal passaggio sulle Dolomiti, con una 16.ma tappa tutta incentrata su salite mitiche quali Fedaia (da Malga Ciapela), Pordoi e Giau (arrivo a Cortina) e la 17.ma con conclusione ad Sega di Ala (11,2 km al 9,8% con punte al 17%). Senza dimenticare, ovviamente, l’arrivo in cima allo Zoncolan (14.ma frazione), al termine di una salita di 14,1 km all’8,5%, ma con gli ultimi tre chilometri tra il 13% e il 27%. In mezzo, tante tappe di media montagna e sei dedicate ai velocisti, oltre alle due riservate agli specialisti del tic-tac che oltre al prologo avranno a disposizione l’arrivo di Milano (30,3 km).

Egan Bernal l'uomo da battere

E sarà un Giro privo del suo padrone. Tao Geoghegan Hart, vincitore lo scorso autunno, è stato dirottato dalla sua squadra, la Ineos, sulle strade del Tour de France. Anche per far posto a Egan Bernal, vincitore del TdF nel 2019 e tra i grandi favoriti alla maglia rosa, visto anche il terreno montagnoso di questa edizione. A contendere la vittoria al colombiano, dovrebbe esserci in primo luogo Jai Hindley, l’australiano della Dms che in ottobre aveva conteso fino all’ultimo la vittoria finale a Hart e che quest’anno si presenterà forte dell’appoggio del francese Romain Bardet. E con lui anche il portoghese Joao Almeida, quindici giorni in rosa nel 2020 e quarto all’arrivo a Milano. Tra gli altri nomi da tenere in considerazione, anche quelli degli spagnoli Mikel Landa e Marc Soler, del tedesco Emanuel Buchmann, del russo Aleksandr Vlasov, dell’italiano Davide Formolo, del britannico Hugh Carthy e dell’irlandese Daniel Martin. Un discorso a parte, ovviamente, merita Vincenzo Nibali. Il siciliano aveva impostato la prima parte di stagione per puntare al terzo successo nella corsa rosa. Lo scorso 14 aprile, però, in allenamento è caduto e si è procurato la frattura del polso destro. Subito sottoposto a intervento chirurgico, è tornato in fretta in sella grazie a uno speciale tutore in carbonio che gli ha consentito di proseguire gli allenamenti e di confermare la sua presenza al via da Torino. Soltanto la strada potrà dire se lo Squalo sarà in grado di essere competitivo nonostante l’indubbio handicap.

A proposito di rientri, non si può non citare quello del giovane fenomeno belga Remco Evenepoel, capofila della Deceuninck (con Almeida), alla prima gara dopo la rovinosa caduta dello scorso agosto al Lombardia. E in tema di giovanissimi, da segnalare la presenza al via dell’ucraino Andrij Ponomar che la Androni ha selezionato nonostante i suoi 18 anni, ciò che fa di lui il più giovane partecipante al Giro dal 1930.

Non sarà invece al via Thibaut Pinot. Il francese, che doveva essere il capitano della Groupama, ha ceduto al mal di schiena. Di conseguenza vi sarà più spazio di manovra per Sébastien Reichenbach e Matteo Badilatti per cercare di mettersi in mostra nelle frazioni di montagna. Gli altri tre svizzeri al via saranno Simon Pellaud della Androni, Kilian Frankiny e Mauro Schmid, entrambi della Qhubeka.

Non mancheranno i velocisti, con Caleb Ewan, Elia Viviani, Giacomo Nizzolo e Dylan Groenewegen, al rientro dopo la squalifica subita per volata irregolare nell’ultimo Giro di Polonia. E tra le ruote veloci non si può dimenticare Peter Sagan, alla sua seconda esperienza al Giro. Settimana scorsa al Romandia è tornato alla vittoria e dovrebbe essere ancora l’uomo da battere nella lotta per la maglia ciclamino.