laR+ Mountain Bike

Colombo fermo tre settimane. ‘Nella migliore delle ipotesi’

Quasi sfumato il sogno olimpico del ticinese: ‘C'è ancora una flebile speranza, ma, realisticamente, ben difficilmente volerò a Tokyo’

Una caduta che non ci voleva (Keystone)
10 maggio 2021
|

La brutta caduta di domenica ha lasciato il segno. Un incidente di percorso che non ci voleva per Filippo Colombo, che nella prima prova stagionale della Coppa del mondo di Albstadt, nel Baden-Württemberg, ha detto con tutta probabilità addio alle sue speranze di staccare il biglietto per le Olimpiadi di Tokyo. «È vero che in diversi si sono sbilanciati dicendo che con questa caduta per me il capitolo Olimpiadi per quest'anno era da considerarsi chiuso, ma tecnicamente non è ancora detta l'ultimissima parola – premette il biker di Bironico –. Un lumicino di speranza, infatti, ci sarebbe ancora: tutto dipende però anche dai risultati degli altri biker in ballottaggio per l'ultimo lasciapassare rossocrociato per Tokyo, anche se occorre essere oggettivi e realistici; ben difficilmente, vista la natura dell'infortunio che ho subìto (rottura di tre centimetri della parte alta del bacino, ndr), potrò essere in sella e sufficientemente recuperato per l'appuntamento con i Cinque Cerchi. Adesso la priorità ovviamente non è però quella di pensare ai Giochi, ma quella di capire con esattezza l'entità dei danni riportati nella caduta e di riflesso stabilire con maggiore attendibilità una tempistica per il recupero. Ora come ora l'unica certezza inconfutabile è che per l'appuntamento di Nove Mesto del prossimo weekend non ci sarò. Ad ogni buon conto dovrò verosimilmente focalizzarmi sulla seconda parte della stagione».

Ironia della sorte, le sue ambizioni per i Giochi di quest'estate sono sfumate su un percorso, quello di Albstadt, che in passato gli aveva regalato ben altre soddisfazioni... «Già, è qui che avevo vinto la mia prima prova di Coppa del mondo, da Under 23 (il 18 maggio 2019, ndr). Mi piacerebbe ricordarlo per questo risultato, ma visto quello che mi è successo domenica, mi sa proprio che sarà per quest'ultimo evento che me non lo scorderò tanto facilmente. Di certo la caduta di domenica non ci voleva, non ci voleva proprio. Ed è un peccato soprattutto perché la stagione era nata sotto buoni auspici: ero reduce da un avvicinamento ottimale a questo primo appuntamento stagionale con la Coppa del mondo, e dovermi subito fermare spiace parecchio. Quella di Albstadt è stata un'uscita tutta da dimenticare: già iniziata in salita, cominciando dalle prove libere (in cui non ho mai avuto un feeling ottimale con il tracciato) e proseguendo con la rottura della catena nello short-track, è finita anche peggio!». Ci hai ripensato alla caduta? «Sicuramente in quella caduta c'è stata una buona dose di sfortuna. L'incidente si è verificato in un tratto in discesa, dove non c'erano grosse difficoltà tecniche: in quel segmento ero in recupero, in completo rilassamento per rifare ossigeno in modo da poter affrontare in condizioni ideali le salite che sarebbero seguite. In un tratto così, la concentrazione non è sempre massima, e questo può aver favorito la caduta: la ruota anteriore mi è scivolata e in un attimo mi sono ritrovato a terra, anche perché stavo comunque andando a una velocità piuttosto sostenuta. La botta, su un sentiero particolarmente sassoso, è stata molto violenta: ho sbattuto il fianco sinistro, e ho quasi subito capito che era qualcosa di serio. Solitamente, quando si ha un buon feeling col tracciato si riesce ad affrontare con maggiore naturalezza anche questo genere tratti, ma, appunto, stavolta di feeling, tra me e il percorso, non ce n'è mai stato granché sull'arco dell'intero weekend. Diciamo che è stato un concatenamento di eventi infelici che mi hanno portato alla caduta. D'altro canto chi pratica questo sport simili incidenti deve metterli a preventivo... In più, quello di Albstadt è un percorso non particolarmente amato dai biker in generale, perché parecchio esigente dal profilo fisico, nel quale si soffre da cima a fondo, e dove di spazio per il divertimento ce n'è davvero poco»

Trascorsa la notte su lunedì in ospedale ad Albstadt, prima di rientrare in Ticino, oggi Filippo Colombo è stato visitato dal medico della nazionale e sottoposto a ulteriori esami al centro specialistico di San Gallo. «Ma per i risultati occorrerà ancora attendere qualche giorno. Di conseguenza anche i tempi di recupero esatti non sono ancora chiari: nella migliore delle ipotesi, però, si parla indicativamente di almeno tre settimane di stop forzato». E come è andata la notte? «Dalla parte lesionata del bacino partono diversi muscoli dell'addome, e questo mi limita fortemente nei movimenti: in queste condizioni dormire non è certo la cosa più simpatica. Fortunatamente ho potuto chiudere occhio, ma, decisamente, ho passato notti migliori di quella appena trascorsa».