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Filippo Colombo a Tokyo: ‘Un sogno, il 26 luglio sarò pronto’

Il ticinese selezionato per le Olimpiadi nonostante il brutto infortunio del 9 maggio ad Albstadt: ‘Recupero più veloce del previsto’

28 maggio 2021
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Quando questa mattina all’altro capo del telefono ha sentito la voce di Bruno Diethelm, probabilmente a Filippo Colombo il cuore ha avuto un sussulto. Sì, perché il coach della Nazionale di mountain bike ha annunciato al 23.enne di Bironico la selezione per le Olimpiadi di Tokyo. Una notizia inattesa, a maggior ragione dopo la caduta, lo scorso 9 maggio, nella prima prova di Coppa del mondo ad Albstadt, caduta nella quale il biker ticinese si era procurato la frattura di tre centimetri della cresta iliaca della parte sinistra del bacino. Nonostante non abbia avuto la possibilità di prendere parte alle due gare di selezione (Albstadt e Nove Mesto), i responsabili di Swiss Cycling hanno deciso di puntare sul suo nome, da affiancare a quelli dei già selezionati Nino Schurter e Mathias Flückiger… «Credo sia stato determinante il fatto che i miei principali rivali (in primis Lars Forster e Thomas Litscher, ndr) non abbiano approfittato dell’occasione e siano andati male in entrambe le prove, in particolare nella Repubblica ceca – afferma Filippo Colombo –. I loro scarsi risultati, abbinati a un mio recupero molto più rapido del previsto, hanno fatto sì che la scelta cadesse su di me».

Le speranze erano poche

Una decisione tutt’altro che scontata, alla luce di quello che sembrava essere un infortunio capace di mettere a repentaglio quasi tutta la stagione… «Nel corso della prima settimana dopo la caduta, sono stato visitato dal medico di Swiss Cycling, il quale mi ha tolto praticamente tutte le speranze di un possibile recupero per Tokyo, in quanto a suo dire l'infortunio era troppo grave. Nei giorni seguenti mi sono sottoposto ad altre visite, in particolare con il fisioterapista Martino Donati e con il medico Jean-Claude Serdan, i quali hanno subito espresso maggiore ottimismo. La prima settimana è stata dura da digerire, in quanto credevo che tutte le mie chance fossero svanite, ciò nonostante ho sempre cercato di mantenere viva la flebile fiammella della speranza. Dopo la gara di Nove Mesto e le prestazioni incolori dei miei rivali, ho iniziato a pensare che se avessi recuperato in fretta, forse avrei potuto ancora farcela, nonostante nessuno dei tecnici di Swiss Cycling mi avesse mai detto che la porta era rimasta aperta».

Dieci giorni dopo l’incidente, la visita decisiva… «Ho rivisto il medico di Swiss Cycling, il quale è rimasto sorpreso dalla velocità del recupero, tanto da affermare che le mie possibilità di tornare in forma in tempo per i Giochi erano più che reali».

Andare con i piedi di piombo

Sono trascorse meno di tre settimane dalla caduta e Colombo è già tornato in sella… «Per fortuna la frattura era composta, per cui non ho avuto bisogno di interventi chirurgici. Di fatto, la cresta iliaca non è un osso chiamato a sostenere un determinato peso, per cui l’infortunio non ha limitato i movimenti di tutti i giorni. Per contro, vi si attaccano molti muscoli della gamba e dell’addome, di conseguenza nei primi giorni ogni qualvolta questi muscoli venivano sollecitati ricevevo una sorta di coltellata. Nei primi sei giorni il dolore era considerevole, ma in seguito la situazione è migliorata molto velocemente. Otto giorni dopo la caduta ho effettuato la prima seduta sui rulli e mercoledì sono uscito per la prima volta con la Mtb, ma su strada. Al momento, la priorità è di riuscire a rimanere in sella qualche ora, senza forzare troppo la parte infortunata per non rischiare infiammazioni che potrebbero ritardare il processo di cicatrizzazione. Potrei aumentare i carichi di lavoro, ma preferisco andarci con i piedi di piombo. Tornare nei boschi sarà l’ultimo step del piano di ristabilimento, ma non credo che l’incidente di Albstadt mi creerà blocchi mentali. Anche perché non si è trattato di una caduta provocata da una difficoltà tecnica, bensì da disattenzione. È stata tutta colpa mia, mi sono deconcentrato in un punto privo di insidie».

C’è anche una data per il rientro alle competizioni… «Se tutto dovesse procedere sulla retta via, conto di tornare in gara nel primo weekend di luglio, in occasione della Coppa del mondo di Les Gets, in Francia. Ho tempo a sufficienza per recuperare la condizione fisica, per cui ora preferisco non rischiare. Anche perché una caduta adesso potrebbe avere davvero gravissime conseguenze. La politica dei piccoli passi alla fine pagherà e sono sicuro che il 26 luglio sarò pronto a difendere i colori rossocrociati al fianco di Schurter e Flückiger. Con il vantaggio che la pressione sarà tutta sulle loro spalle e non sulle mie. È un sogno che si avvera, a maggior ragione in uno sport come il nostro, nel quale le Olimpiadi rappresentano un appuntamento dall’importanza di gran lunga superiore a qualsiasi altra manifestazione».