laR+ MOUNTAIN BIKE

La Coppa del mondo rampa di lancio per il Giappone

I prossimi due weekend decisivi per l'assegnazione del terzo ticket elvetico per le Olimpiadi. Filippo Colombo: ‘La condizione c'è, punto a essere con i migliori’

5 maggio 2021
|

Dopo la vittoria del 25 aprile a Stevenà, in Veneto, il primo weekend di maggio ha regalato a Filippo Colombo il quinto posto di Leukerbad, nella prova d’esordio della Proffix Swiss Bike Cup, gara dominata dal giovanissimo britannico Thomas Pidcock. La prestazione del biker ticinese è da ritenersi buona (pur se con qualche distinguo), a una settimana dall’inizio della Coppa del mondo, fissato l’8 maggio ad Abstadt, in Germania. Quella tedesca, unita a quella di metà mese a Nove Mesto, saranno le due gare che, di fatto, decideranno l’assegnazione del terzo biglietto per i Giochi olimpici di Tokyo, con la presenza di Nino Schurter e Thomas Flückiger già garantita… «Arrivo da un periodo piuttosto buono – afferma Colombo –, anche se la gara di Leukerbad non è andata proprio come mi sarei aspettato. In Vallese, però, puntavo soprattutto a fare fatica in chiave di preparazione per la Cdm, per cui da questo punto di vista l’obiettivo è stato raggiunto».

La fortuna non è stata amica del biker di Bironico… «Diciamo in primo luogo che ho commesso una serie di errori densi di conseguenze. Fosse stata una prova di Coppa del mondo, quindi con un livello più alto, non sarei riuscito a entrare nei 20 ed è per questo motivo che non sono completamente soddisfatto della mia prestazione. È però vero che dopo una buona partenza e una seconda posizione alle spalle di un Pidcock inarrivabile, nel secondo giro ho subito una foratura che mi ha fatto scivolare al nono posto. Ho recuperato in fretta – forse troppo in fretta –, mi sono lasciato prendere dalla foga e sono caduto. Ho subito un bel colpo, tanto da rimanere un paio di minuti senza fiato. Sono comunque ripartito, ho rimontato il gruppetto degli svizzeri, sono rimasto con loro fino all’ultimo giro, quando li ho lasciati e sono andato a conquistare il quinto posto. Non sono soddisfatto al cento per cento, ma alla fine si tratta di un piazzamento che mi rassicura».

I 10 giorni della verità

Le prestazioni di Colombo nelle ultime settimane dimostrano un crescendo di forma incoraggiante… «Sì, direi che la condizione c’è. La vittoria in Veneto mi ha dato grande fiducia. Mi sento bene, forse più forte che mai, ma questo lo potranno certificare soltanto i risultati. Fin tanto che non avrò staccato il biglietto per i Giochi non potrò essere sicuro di quello che realmente è il mio livello. Sono comunque contento di come stanno andando le cose e spero di riuscire a concretizzare tutto il lavoro svolto».

Adesso arrivano i 10 giorni della verità. Per assicurarsi un posto sul volo in direzione del Giappone vi possono essere due strategie: puntare a vincere le due gare di Coppa del mondo, oppure impostare la corsa con l’unico obiettivo di chiudere davanti ai diretti rivali rossocrociati… «Sono convito che sia più opportuno concentrarsi completamente sulla gara. Alla fine, un’eventuale qualifica sarà soltanto la conseguenza del risultato raggiunto. Parto per andare bene e forte, se poi ci sarà qualche altro svizzero più bravo di me, sarò contento per lui e un po’ meno per me stesso. Se dovessi essere il migliore tra gli svizzeri, ma chiudessi al 15º posto, non sarei comunque soddisfatto, in quanto vorrebbe dire non essere competitivo a livello mondiale. A me interessa avvicinarmi al top-10 che sarebbe un bel risultato, o addirittura al top-5 che rappresenterebbe un risultato eccezionale. Se poi davanti a me ci fossero quattro svizzeri, non mi resterebbe che accettare il risultato, ma io parto comunque per puntare al miglior piazzamento possibile. D’altro canto, l’obiettivo principale di questa stagione è di arrivare il più vicino possibile all’élite mondiale. Rispetto a un anno fa mi sembra di essere più avanti nella preparazione, per quanto i paragoni con una stagione particolare come quella del 2020 risultino difficili. In tutte le gare disputate sono sempre stato lì davanti, anche a Nalles, al cospetto tutti i migliori».

Filippo Colombo sa con esattezza chi è l’avversario da battere nella corsa all’ultimo ticket rossocrociato… «Lars Forster. Già campione europeo, già più volte sul podio di Coppa del mondo, già presente alle Olimpiadi di Rio, è lui a partire con i favori del pronostico. È molto più scafato di me e in stagione è partito forte, anche se poi a Nalles sono stato io ad arrivare davanti. Diciamo che nella volata per il Giappone lui si trova davanti, io spero di sfruttare la scia de di superarlo sotto lo striscione...».

Albstadt, percorso fisico e veloce

Da venerdì a domenica, dunque, si gareggia ad Albstadt… «Su un percorso molto fisico, con due salite. La prima è intervallata da una breve discesa che permette di rifiatare, la seconda è più lunga e continua. È un percorso veloce, tutto su terreno molto schiacciato e con ostacoli artificiali. Nell’ambiente non è tra i più amati, perché è il prototipo di un cross-country un po’ noioso. Ma è altresì vero che, per quanto non si addica alle mie caratteristiche, è proprio lì che ho conquistato la mia prima vittoria in Cdm tra gli U23. Certo, domenica il livello sarà molto diverso, ma pure io sono cambiato...».

Domani è in programma la short-track, domenica la gara vera e propria… «In ottica selezione, conta solo la prova di domenica. La short-track ha il compito di attribuire punti per la generale di Coppa del mondo (la metà rispetto alla gara vera e propria, ndr) e, fatto ancora più importante, l’ordine d’arrivo del venerdì stabilisce la griglia di partenza della domenica. Ed essere davanti fin dai primi colpi di pedale è sempre molto importante, per quanto il percorso tedesco, piuttosto largo, consenta anche molti sorpassi e, di conseguenza, importanti recuperi».

Tra i tanti papabili al successo nella prima prova di Coppa del mondo, spicca un nome che, forse, non tutti avevano tenuto in considerazione, quello del britannico Thomas Pidcock. Il 22.enne di Leeds, vincitore alla Freccia del Brabante, secondo all’Amstel, quinto alle Strade Bianche e sesto alla Freccia vallone, è uno dei nomi emergenti del ciclismo internazionale. E oltre a essere uno stradista di punta, è pure un eccellente biker (oro sia ai Mondiali, sia agli Europei U23 2020)... «Francamente, domenica ha dato una lezione di ciclismo a tutti. È già più di una promessa, i risultati nelle classiche primaverili lo dimostrano. È vero che il percorso di Leukerbad lo favoriva, con una lunga salita e una lunga discesa sulle quali la pedalata da stradista rendeva molto bene, ma quando è scattato in faccia a me e a Titouan Carod, ci ha letteralmente lasciati sul posto. Per come l’ho visto pedalare e per il tracciato che ci aspetta, lo considero il favorito per la prova di Albstadt. Contrariamente a molti stradisti, lui possiede il vantaggio di essere molto solido dal profilo tecnico, ciò che gli permette di non perdere in discesa quanto ha guadagnato in salita. Rispetto all’olandese Mathieu van der Poel, pure lui grande sia su strada, sia sullo sterrato, possiede un fisico diverso, ma entrambi possono essere annoverati nella categoria dei fenomeni. Ne vedremo delle belle...».